CRONACA
Appalti truccati al Comune, in manette il dirigente Mancini e otto imprenditori edili
La vicenda riguarda più gare per la gestione dei fondi comunitari del PIU Europa. Per conoscere in anteprima le offerte contenute nelle buste sigillate, veniva utilizzato un sofisticato strumento ottico usato in chirurgia specialisticaAscolta la lettura dell'articolo
Sono accusati a vario titolo di reati contro la Pubblica Amministrazione, in particolare di concorso in corruzione aggravata e reiterata, oltre a turbativa di gare in appalti pubblici.
Per questa ragione i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale hanno eseguito dieci ordinanze di misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Benevento, nei confronti di un dirigente di Palazzo Mosti e alcuni imprenditori nel campo edile.
L’operazione, denominata “Euroscopio”, è scattata questa mattina, a seguito di una complessa e articolata attività d’indagine coordinata dai magistrati della Procura sannita. Tra gli arresti eccellenti anche quello di Angelo Mancini, funzionario del Comune, ora in carcere a Capodimonte. Domiciliari disposti per Angelo Collarile, Fioravante Carapella, Giuseppe Pancione, Guido Mastantuono, Pellegrino Parrella, Antonio D’Addona, Mario Siciliano e Pietro Ciardiello. Obbligo di firma, infine, per Angelo Pilla.
IL MODUS OPERANDI – Secondo gli inquirenti, per riuscire nell’intento criminoso, gli indagati si avvalevano anche di un laparoscopio, strumento medicale di alta tecnologia e utilizzato in micro-chirurgia, dotato di una speciale microtelecamera e di un lungo e stretto beccuccio a fibra ottica. L’apparecchio sarebbe stato usato per penetrare, senza lasciare tracce visibili, all’interno delle buste presentate dalle ditte e contenente l’offerta per le gare d’appalto. Uno stratagemma per sbirciarne il contenuto, stabilendo così in anticipo il punteggio da attribuire alle imprese in gara e destinare l’appalto alla società prescelta.
Secondo l’accusa, Mancini – una volta entrato in possesso della lista delle ditte partecipanti all’asta -, si avvaleva di un gruppo di persone (già titolari in passato di imprese e destinatarie anche loro di misure cautelari), che fungevano da intermediari, proponendo ai titolari delle aziende in gara il pagamento di una tangente di importo pari al 7% del valore dei lavori da fare, garantendo in caso di accettazione l’aggiudicazione dell’appalto alla ditta interessata.
SEQUESTRI – L’ordinanza del Gip ha disposto anche il sequestro preventivo per equivalente di denaro e beni mobili nella diretta disponibilità degli indagati, oltre agli immobili intestati per un valore che supera il milione di euro. Nell’abitazione di due persone coinvolte, inoltre, sono state rinvenute somme per 250mila euro in contanti, in cassaforte e nascosti sotto il letto.
APPALTI – La vicenda in questione riguarda la gestione tra il 2011 e il 2013 dei fondi comunitari nell’ambito del progetto “PIU’ Europa” e l’aggiudicazione di 4 appalti a favore degli imprenditori arrestati. Il tutto relativo all’esecuzione dei lavori di riqualificazione urbanistica per importi compresi tra i 600mila e i 5 milioni di euro. Si trattava infatti della realizzazione del terminal dei bus extraurbani, la riconfigurazione di alcune piazze al rione Libertà e a San Vito, la riqualificazione del ponte di Santa Maria degli Angeli, la costruzione di un ponte “didattico” ciclopedonale Santa Maria degli Angeli e la costruzione del ponte in via Torre della Catena.
Dany
27 Giu, 2016 a 14:37
Bravi continuate cosi noi lottiamo per portarci il pezzo di pane a casa mentre a loro e tutto facile e poi noi siamo gli stupidi che lavoriamo onestamente .