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CRONACA

Peculato, falso ideologico e abuso d’ufficio: sequestro da oltre 3 milioni per la Gosaf

Accertamenti anche nel Comune di Paolisi, dove la società gestiva la tesoreria dell'Ente

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Oltre tre milioni e 408mila euro. A tanto ammonta il sequestro preventivo di denaro e beni eseguito questa mattinata dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caserta, in collaborazione con le Fiamme Gialle di Benevento. Il provvedimento è stato emesso nelle province di Caserta, Benevento, Salerno e Frosinone, su richiesta della Procura sannita, nei confronti dell’amministratore di fatto della Gosaf Spa, società di riscossione con sede legale a Montesarchio.

Sequestri anche per il factotum dell’azienda e per cinque persone, dirigenti e funzionari dei comuni di Paolisi, Portici e Anagni, tutti gravemente indiziati, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di peculato, falso ideologico e abuso di ufficio. A carico di 11 indagati, invece, si è proceduto alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Si tratta di: Vincenzo Piccoli, 82enne di Sant’Agata de’ Goti, presidente del Consiglio di amministrazione e procuratore della Gosaf Spa; Anna Maria Guadagno, 61enne residente a Paolisi, responsabile dell’area economica finanziaria del Comune di Paolisi; Domenico Principe, 65 anni, consigliere comunale a Paolisi; Carmine Montella, 54 anni, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Paolisi; Laura Gabriele, 33enne di Isola Liri, responsabile del servizio tesoreria della Gosaf; Giuseppe Rossetti, 48 anni, di Piedimonte Matese, dirigente e membro del Cda della Gosaf; Raffaele Grimaldi, 53enne di Napoli, ragioniere generale della Provincia di Napoli; Claudio Marchese, 57 anni, di Napoli, responsabile dell’ufficio tributi della Provincia di Napoli; Salvatore Nacarlo, 62 anni, di Ascea, ragioniere capo del Comune di Portici; Salvatore Pollastro 54enne di Sant’Agata dei Goti, addetto ad un gruppo consiliare alla Regione Campania; Massimo Magnante, 48 anni, residente a Ferentino, responsabile dei servizi finanziari del Comune di Anagni.

L’INCHIESTA – Le indagini, coordinate dal Tribunale di Benevento, costituiscono la prosecuzione delle attività che avevano portato al sequestro preventivo, nei confronti del socio unico e del rappresentante e del rappresentante legale della Gosaf, di circa 800mila euro, ritenuti profitto del reato di peculato perpetrato ai danni di quattro comuni del Casertano – Arienzo, Francolise, Pietravairano e San Marcellino -, per conto dei quali l’impresa svolgeva servizio di riscossione dei tributi locali. Successivamente, oltre all’ulteriore sequestro preventivo della spa e di somme di denaro e beni per oltre un milione di euro, era scattato l’arresto dell’amministratore di fatto, accusato di peculato, questa volta ai danni del Comune di Paolisi, dove la Gosaf svolgeva servizio di tesoreria per l’Ente.

SVILUPPI – Grazie alle nuove indagini, svolte mediante testimonianze e la capillare disamina della documentazione bancaria e dei vari atti acquisiti presso diverse istituzioni locali, è stato raccolto un consistente materiale probatorio che ha portato all’individuazione di altri personaggi gravemente indiziati ai danni del Comune di Paolisi, nonché di ulteriori due ipotesi di peculato perpetrate a discapito dei Comuni di Portici e Anagni. Il tutto realizzato con la connivenza di funzionari e amministratori locali compiacenti che, violando gli obblighi costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta, hanno consentito alla società di utilizzare senza alcun controllo il denaro riscosso, per poi impiegarlo impropriamente.

PAOLISI – Nel corso degli accertamenti nel Comune di Paolisi, è stato riscontrato che dal conto corrente comunale sul quale la Gosaf aveva delega ad operare in qualità di tesoriere, era stata disposta l’emissione di assegni circolari e di bonifici – per oltre un milione e 53mila euro – a favore della stessa società, utilizzando “liberamente” un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti come anticipazione di liquidità per il pagamento dei debiti verso terzi. Un’azione che, in realtà, aveva natura vincolata e doveva servire all’Ente sannita per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili maturati fino al 31 dicembre 2012. Secondo la magistratura, per ottenere la disponibilità del mutuo, la Gosaf avrebbe pagato alcuni mandati ad imprenditori vicini al responsabile dell’ufficio tecnico dell’amministrazione caudina. Inoltre, sarebbe stata versata la somma di 26mila euro ad un consigliere comunale a titolo di ricompensa per l’impegno mostrato nella ‘soluzione’ della vicenda.

Un quadro, questo, che ha fatto emergere un consolidato modus operandi da parte della spa e non un episodio isolato. Le investigazioni si sono allargate, infatti, anche al Comune di Portici con l’appropriazione di quasi 727mila euro provenienti dalle riscossioni di Tarsu e Tefa. Così come ad Anagni, dove l’ammanco sarebbe di oltre 1 milione e 601mila euro.

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