CRONACA
Commozione per l’ultimo saluto al giovane Mario Simone: “Un rugbista non muore mai. Al massimo passa la palla”
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Folla e commozione al Duomo di Benevento per l’ultimo saluto al giovane Mario Simone, l’atleta 15enne del Rugby Benevento scomparso prematuramente venerdì sera a causa di un malore.
Un corridoio di compagni di squadra, amici e conoscenti ha voluto accompagnare il feretro all’ingresso della cattedrale cittadina, proprio come avviene al termine di un match di rugby, quando vincitori e sconfitti rendono omaggio agli avversari con una passerella di pacche sulle spalle e applausi.
Una giornata davvero triste per la città e per l’intero mondo della palla ovale sannita, alla quale il giovane Mario aveva deciso di dedicare gran parte del suo tempo libero. “Un rugbista non muore mai. Al massimo passa la palla”: così recitava uno striscione all’esterno della chiesa, a ricordare proprio la filosofia di questo sport che il ragazzo aveva scelto come stile di vita.
Sul presbiterio, poi, l’affetto dei compagni di squadra e della dirigenza attorno alla bara bianca e alla sua foto: in primo piano anche un pallone e una maglia da gioco, la stessa che Mario – mediano di mischia con l’animo da grande combattente – indossava ogni domenica per andare in campo. Per condividere con il suo quindici biancoceleste sacrifici, fango e sudore. Per lanciarsi in mischia, per conquistare centimetri verso la meta, per fare da “sostegno” al compagno in difficoltà.
Anche questo pomeriggio erano tutti uniti e in campo con lui per l’ultima sfida, per il placcaggio più duro che la vita e il destino hanno fatto ad un ragazzino di solo 15 anni.