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Cimitero di Benevento: sequestrata la tomba che doveva ospitare il volontario sannita morto in Cambogia
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Una tomba di famiglia sequestrata ed una cappella alla quale non si può più accedere a causa della presenza di un muretto rialzato. E’ questo l’esito della vicenda paradossale che si è consumata al cimitero di Benevento.
La tomba è quella che avrebbe dovuto ospitare il corpo di Giuseppe Cangiano, il volontario impegnato in Cambogia con l’associazione “Sols 24/7” e deceduto lo scorso 6 agosto.
Già nei giorni successivi alla notizia della morte del sannita, infatti, era emerso il problema relativo alla sua tumulazione. La sorella in un articolo apparso sul quotidiano “Ottopagine” lamentava l’impossibilità di seppellire il fratello nell’area a causa di una vecchia controversia con il Comune.
Una polemica che dura da oltre venti anni: accanto al loculo infatti è stata realizzata – con il permesso dell’amministrazione – una cappella da un’altra famiglia sannita.
Questa mattina, infine, Aurelia Cangiano – sorella del sannita tragicamente scomparso – ha dato il via ai lavori per costruire ulteriori livelli sulla tomba esistente. Opera però che non è passata inosservata visto che in pratica blocca l’ingresso alla cappella adiacente, ragione per la quale il Comune non aveva voluto autorizzare i lavori.
Sul posto, dunque, sono giunti i vigili urbani che hanno fermato gli operai e sequestrato la costruzione perché realizzata senza i relativi permessi.
Al di là della questione giuridico-amministrativa quello che resta è una situazione assurda che coinvolge due famiglie, che si trovano impossibilitate ad onorare la memoria dei loro cari, e un’amministrazione che sembra essere impantanata in una vicenda sempre più intricata.