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Sindacati

Slc Cgil, riunito il comitato direttivo provinciale. Si è discusso di bilancio e situazione organizzativa

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“Il 20 Dicembre 2013, si è riunito il Comitato Direttivo Provinciale di S.L.C. C.G.I.L, nel Salone del Ristorante Omega di Benevento. L’ordine del giorno è stato il seguente: situazione Politico Sindacale e Politiche Organizzative; bilancio 2012.

Dopo ampio dibattito è stato votato e approvato con quattro astenuti, un documento programmatico: Linee guida per discussione organizzativa confederale.

Dal Settembre del 2012 la CGIL ha avviato una discussione sulla messa in sicurezza dell’Organizzazione, riferendosi e ribadendo due principi e valori fondanti dell’Organizzazione che ne garantiscono i programmi, le azioni e gli obiettivi: autonomia Politica Rappresentanza Sociale; Benevento-Avellino Pilota nella fase di accorpamento delle due strutture, la prima in Campania.

Già alla Conferenza dell’Organizzazione, si è definito che l’Obiettivo Centrale deve essere la presenza costante dell’Organizzazione sul territorio e nei Luoghi di lavoro. Un principio che dovrebbe valere sempre e da potenziare maggiormente in un momento di crisi come quella che stiamo affrontando.

La S.L.C. CGIL, in quanto Categoria esposta è un contenitore di Settori legati alla Comunicazione, alla Cultura, ai Servizi ed è in prima linea nel contrastare ed arginare l’impatto della trasformazione del Mercato, dei mezzi tecnici, della crisi economica, della crisi della politica. Una categoria che affronta privatizzazioni, cessioni di ramo d’azienda, esternalizzazioni, de localizzazioni, chiusure, liquidazioni, fallimenti, esodi, assenza di ammortizzatori sociali, contratti scaduti, assenza di contratti, precariato, co.co.co e co.co.pro, contratti atipici, contratti di formazione, RAI, Telecom, Poste, Wind,Cultura, Spettacolo, Quotidiani, Editoria, Cali-Center, Musicisti, Attori, Truppe audiovisive, Doppiatori, Sport, Ippica, Industria. Una Categoria dove la “politica ” entra a gamba tesa.

Tanto più l’azione sindacale diviene difficile ed estremamente delicata, tanto più è necessaria la nostra presenza nei posti di lavoro e tra i lavoratori con un agire, strumento e fine di una capacità programmatica autonoma , frutto del confronto unitario e democratico interno, autonomo dai datori di lavoro, dalle istituzioni e dalla politica.

Senza il valore primario dell’Autonomia, vengono meno la Democrazia, l’Unità, il Pluralismo, la Rappresentanza.

Il monopolio dell’azione sindacale va rifiutato sempre, qualunque sia la sua natura, una cosa è l’Unità sindacale, una cosa è la Responsabilità Sociale, altra cosa è abdicare il proprio ruolo, i propri valori i propri fondamenti decidendo, aprioristicamente che non siamo i più forti, che non ce la possiamo fare. Se ciò avviene, c’entra la politica.

Una grande organizzazione come la C.G.I.L è molto di più che una Organizzazione Sindacale generale è sempre stata una luce, un punto di riferimento, il modo per ricominciare quando la politica fatica a ritrovare se stessa. La crisi di valori di riferimento è la causa di quanto sta avvenendo. Il venir meno dei valori della sinistra, l’impossibilità di riconoscere i confini, le differenze, le priorità della nostra gente ci ha condotti sin qui. E allora, la situazione politico sindacale, il bilancio interno, l’autonomia, sono fortemente correlati tra loro.

In questi anni, siamo arretrati, abbiamo avuto paura di gridare, abbiamo presidiato, abbiamo sviluppato i servizi, ma allo stesso tempo abbiamo desertificato i posti di lavoro, ingrassando i ruoli “amministrativi, le strutture, le segreterie, i porta borse, gli aiutanti, spesso vicini a coloro da cui dovremmo essere autonomi.

Alcuni considerano l’ingresso in una segreteria, un incarico per la vita che li accompagnerà alla pensione. L’importante è non lavorare e mentre si esce dal mondo del lavoro e anche dai posti di lavoro, ci si occupa di Lavoro. Rispettiamo chi fa questo mestiere con passione, coerenza ed impegno ed è ovvio che chi ha incarichi alti non può lavorare, ma quanti sono?

Paradossalmente ci siamo comportati in alcuni casi come un’ Azienda, che mentre parla di sviluppo, produzione, formazione, ottimizzazione delle risorse, costi e ricavi, fa l’esatto contrario, toglie dal territorio chi lavora, aumenta i quadri, gli amministrativi, mentre la formazione è solo una vetrina, la produzione, per noi il prosetilismo, non ci può essere perché non c’è più chi sta nei posti di lavoro e fa attività sindacale i permessi non bastano, e quei pochi rimasti che lavorano e dimostrano che se si lavora veramente il sindacato funziona, vengono sollevati.Così è ovvio, vincono i costi.Ma noi offriamo servizi alle persone, non dobbiamo avere utili.

Come fare? Il documento di S.L.C. CGIL Nazionale, sottolinea tre concetti: realtà, trasparenza, solidarietà.

Noi li sposiamo tutti e tre. La realtà è drammatica in tutte le direzioni, la trasparenza è solo sulla carta, la solidarietà non c’è più ne all’interno ne all’esterno.

Sviluppare una politica di inclusione, dice il documento, riteniamo sia un dovere, prima all’interno, perchè c’è molto da ricostruire e poi all’esterno, studiando forme nuove di inclusione delle nuove professioni.
Includere, accogliere, comprendere, modificare, sono valori etici e politici, che sanno di futuro e appartengono alla nostra storia. La nostra storia parla di futuro, più di 100 anni fà noi eravamo il futuro per le donne e gli uomini di questo Paese. Oggi è il momento di ricordarcelo, perchè l’oggi ce lo ricorda prepotentemente.

Alla luce di quanto esposto, apprezziamo il documento in tutte le sue parti, avendo questo confermato quanto già scritto nello Statuto della CGIL ,ma ci poniamo e poniamo dei quesiti: il Congresso ha determinato un assetto per i Quadri sindacali, che è stato votato dai lavoratori, la S.L.C. CGIL oggi definisce le Segreterie territoriali in un numero di massimo tre componenti e le Segreterie Regionali di cinque componenti. Bene, ma ce ne sono anche di sette componenti più gli apparati non votate dal Congresso.

Si coniano nuovi incarichi inesistenti nello Statuto, si creano coordinatori, responsabili esecutivi. Quale è il merito di queste figure che assorbono permessi? Ci sarà un dirigente ogni 1200/1500 iscritti. Forse questo sarà un incentivo a lavorare di più nel territorio? S.L.C. CGIL dovrà avere un ruolo determinante all’interno del Sistema Confederale dei Servizi. Fino ad oggi forse, non abbiamo dato tutti il massimo?

I territori con pochi iscritti devono essere ripristinati secondo gli assetti congressuali. Perché alcuni Territori sono stati stravolti nuocendo all’Organizzazione e agli iscritti? L’allungamento dell’età pensionabile, se ragioniamo in termini di costi e ricavi è un tema anche per l’Organizzazione?

Non crediamo che la riduzione dei quadri, determini un ulteriore abbandono del territorio, se le R.S.U.come scritto nel documento avranno i permessi per lavorare sul territorio e per partecipare alle trattative con l’azienda, in quanto soggetti contrattualmente previsti.I permessi debbono tornare al territorio in attività.

Quello che auspichiamo e chiediamo ai Quadri Nazionali, invocando il principio della trasparenza, del merito, della coerenza e dell’autonomia dalla politica, è che gli incarichi sindacali, da oggi in poi, se ciò che si è scritto è l’impegno che tutti dobbiamo rispettare, vengano dati a chi lavora veramente nel territorio, a chi fa aggregazione mettendoci la faccia e la salute, mentre altri si accaparrano i numeri (oggi più che mai), a chi ha sempre agito in piena coerenza con le linee confederali della CGIL, a chi non appartiene a cordate politiche. Ciò che sta accadendo al Paese, ci dimostra che nulla più è sicuro e che l’unica via è come sempre la Coerenza e l’Unità. Siamo in CGIL, facciamo la CGIL. Non disperdiamoci”.

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