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Il piano di Castiello: isole ecologiche agli ingressi della città, compostiere e ridefinizione della Tarsu per le contrade

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Un progetto con un nuovo piano di raccolta differenziata. Che derivi dall’impossibilità di sostenere ingenti spese e continui investimenti. E’ questa l’idea dell’ex assessore comunale all’Ambiente, Enrico Castiello, lanciata al sindaco Pepe, al presidente Asia Lonardo e al capogruppo Pd al Comune Miceli.

Il piano – si legge nella nota – mira essenzialmente ad una revisione della spesa pubblica, una spending review, diretta a migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina nella gestione della spesa. Principio della idea-progetto dovrebbe essere quella di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi o di obiettivi raggiunti solo in maniera inefficienti e/o parziali, a fronte di spese molto più alte.

Il tenimento comunale di Benevento – continua il documento – rappresenta in Italia una anomalia per la sua elevata estensione. Basti pensare che con i suoi 130 Km quadrati è seconda solo ad Agrigento e a poche altre città. Supera nella estensione città come Firenze e alcune città metropolitane. Va da sé che arrivare in tutte le cento contrade che, sui 130 km quadrati dell’intero tenimento è pari a 104 km quadrati, contraddistinguono il territorio comunale comporta una enorme spesa. Notevoli sono i costi di gasolio, personale, ammortamento mezzi, ecc. Il piano prevede, dunque, di ridimensionare il territorio di riferimento ma non il servizio che arriverebbe comunque arrivare a tutti i cittadini.

La produzione di rifiuti nelle contrade e totalmente diversa da quella di chi vive in città. Una diversità legata alle abitudini e alle l’opportunità che hanno, nelle zone di campagna, di poter ridurre in compost l’organico prodotto e, grazie all’uso dei camini, di poter bruciare carta, cartone e legno. Si desume che la produzione di rifiuti nelle contrade è assai ridotta rispetto ad altri concittadini ed il servizio porta a porta risulta spesso inutile se non per frazioni la cui produzione è assai minima come la plastica e l’alluminio.

Per continuare a perseguire un piano così articolato e ambizioso si è spesso rinunciato ad una serie di servizi anch’essi necessari. La coperta cortissima non ha permesso, per un lungo periodo, di curare al meglio ed in particolare lo spazzamento e non vi è stato, inoltre, un minimo di controllo del territorio. Si è avuto in poco tempo una città indecorosa che ha anche consentito ai tanti insensibili pratiche e comportamenti da condannare in particolare per la questione campane. L’Asia, in sintesi, non ha potuto disporre di addetti da dedicare al decoro cittadino per via di una raccolta differenziata porta a porta e spinta nelle contrade.

Alla luce di tanto, per l’impiego di meno uomini e mezzi e per l’abbassamento della spesa, – continua Castiello – risulta indispensabile rivedere il piano di raccolta differenziata evitando le contrade che potrebbero essere servite con mini-isole ecologiche in tutti gli ingressi della città: dovrebbero chiaramente essere ben sorvegliate per evitare che possano diventare discariche. Il piano prevede quindi investimenti necessari alla costruzione delle mini-isole, neppure tanto elevati, e all’acquisto di compostiere per tutte le famiglie delle contrade.

Ciò consentirebbe un enorme risparmio alla spesa senza rinunciare alla perdita di punti percentuali sulla raccolta differenziata che in previsione potrebbe avere una perdita di pochi punti inizialmente ma che andrebbe recuperata con l’avvio di un servizio meticoloso.

L’idea di evitare il porta a porta per circa 13.000 abitanti e circa 5.000 famiglie consentirebbe la resa di un servizio più appropriato e più equo con un notevole risparmio sui costi che potrebbe arrivare, sulle zone oggetto di riduzione, all’incirca del 70/80%. I costi per gli abitanti delle contrade rimarebbero minimi per il solo conferimento e smaltimento. Ricordo che il piano industriale approvato dalla Giunta nel marzo 2007 non a caso, non prevedeva, il tipo di servizio come effettuato al momento, e prevedeva già le mini-isole agli ingressi della città. Nello studio dei costi per l’effettuazione del porta a porta nelle contrade già si era addivenuti che per l’ampiezza del territorio non risultava conveniente.

L’idea progetto intende essenzialmente ricercare una politica più equa sui servizi resi ai cittadini. Ovvero, una politica che non consenta un diverso trattamento per tutti i cittadini.

Al momento questo non avviene poiché in zona Piano Cappelle esiste un servizio diverso reso unicamente ai cittadini della zona grazie alla costruzione di mini isole ecologiche che hanno consentito un diverso servizio e un diverso trattamento permettendo una sperequazione ché consente di pagare solo ad alcuni il 30% della TARSU ed in alcuni casi anche il 20% come da attuale regolamento.

Tali somme, a mio parere, oltre a non coprire neppure i costi di prelevamento e smaltimenti a danni di altri cittadini che, come abbiamo detto, senza grande produzione, sono costretti a coprire il resto con il pagamento del 100%. In pratica, il servizio così come organizzato in zona Piano Cappelle sembra essere ben gradito dagli abitanti sebbene il conferimento li costringe a portarsi a due passi da casa. Sarebbe ugualmente gradito da tutti i cittadini delle altre contrade che potrebbero beneficiare di costi a livelli molto più bassi. Come abbiamo già affermato minori costi industriali: gasolio, uomini e mezzi. Importante è soprattutto non sottoporre più i mezzi addetti al porta a porta nelle contrade alla stessa usura. In bilancio la voce investimenti per acquisti nuovi mezzi per il futuro sarebbe conseguenzialmente ridimensionata.

Prevedere la costruzione di mini-isole ecologiche previa progettazione agli ingressi della città con un costo non superione ai 150.000,00 € circa per un numero non superiore di 15. Prevedere l’acquisto di compostiere per le circa 5.000 famiglie. Intervenire sul regolamento TARSU per ridefinire una percentuale unica di abbattimento per gli abitanti delle contrade che a mio parere, potrebbe essere prevista del 50% senza più tener conto delle distanze così come previsto dall’attuale regolamento che ricordo essere:
100% pagamento TARSU a meno di 500 metri dal cassonetto;
30% pagamento TARSU da 500 metri dal cassonetto;
20% pagamento TARSU da 2.500 metri dal cassonetto.

Nonostante l’abbattimento del 50% sulla TARSU l’Ente riuscirebbe a coprire i costi di prelevamento e smaltimento che, a mio parere, risulterebbero di gran lunga inferiori. Istituire un numero verde per consentire, previo pagamento del 100% della TARSU, a chi per impossibilità (vedi anziani…) chiederà il servizio porta a porta.

L’Asia risulta, da qualche anno, in costante perdita sul Bilancio annuale. L’idea progetto potrebbe apparire come un ridimensionamento del servizio ma bisognerebbe far capire, grazie ad una massiccia campagna di comunicazione, che così non è per i vantaggi sopraelencati.

Esso deve mirare, in sintesi, ad un abbassamento dei costi ed ad una più equa applicazione della TARSU in un momento in cui i tagli alla spesa sono diventati obbligatori.

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