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Centro Studi Capodimonte. Mazzone: il mio impegno sociale è ventennale…

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“Ancora una volta, mio malgrado, mi vedo indotto a ritornare sulle tracce del mio ultimo scritto inviato agli organi di informazione, con cui mi limitavo a considerare la realtà del quartiere Capodimonte interessata dall’importante Piano di Housing Sociale, che certamente andrà ad incidere in modo “molto significativo” sulla vita di questo quartiere", scrive Giovanni Mazzone, del Centro Studi di Capodimonte.

"Non che io in proposito non mi aspettassi eventuali critiche: sempre ci sono laddove si esprimono opinioni, specie quando queste riguardano dei contesti sociali. Ma aggrapparsi all’ appiglio di confutare le mie argomentazioni, per poi scaraventarmi addosso, in modo artatamente allusivo, offese, insulti, denigrazioni, insinuazioni, è tutta un’altra cosa. Niente ha a che vedere con il “civile confronto nel merito delle questioni”. Così si mira esclusivamente a gettare fango sulle persone al fine di distruggerle socialmente, dimostrando, tra l’altro, di non avere attitudine alcuna a costruire né per sé né per gli altri.

Si osa qui perfino coinvolgere, cercando di trascinarla dalla propria parte nelle beghe sociali, la Parrocchia, la Chiesa Cattolica, senza discernere che all’interno di questa Sacra Istituzione si viene amorevolmente accolti, sempre, tutti, indipendentemente dal genere di fama di cui godono le persone.
Sempre fingendo di indulgere al merito delle mie argomentazioni mentre mi si vuole solo trafiggere, mi si oppone, tra l’altro, tacciandomi di incoerenza nelle cose da me affermate anche nei precedenti comunicati, che i comitati di quartiere debbono limitarsi a rilevare le problematiche della zona e presentarle alla pubblica amministrazione, pungolandola e spronandola, e “non risolverle direttamente”. Ma come, dico io, chi sostiene per iscritto tali cose, essendo il responsabile di un comitato di quartiere, si è candidato alle scorse elezioni amministrative beneventane in una lista di partito? Se si pensa che i comitati di quartiere non debbano agire direttamente per la soluzione dei problemi, allora perché ci si candida, essendo responsabili di un comitato di quartiere? Dov’è la coerenza? Chi mi accusa di incoerenza, non si rende conto di essere egli stesso apertamente incoerente? Qui si può notare in modo limpidissimo la strumentalità dei ragionamenti addotti.

Il mio impegno sociale per Capodimonte sarebbe un’esperienza isolata e quindi non sarebbe ben visto dai residenti della zona? Suvvia, sono vent’anni che mi vado occupando di associazionismo, di sindacato, di partiti politici, riscontrando dappertutto “rispetto e stima”. Tali attività mi hanno portato a instaurare buoni rapporti con tanti esponenti del mondo politico, di centrosinistra come di centrodestra, che conservo ancora. Rapporti tra persone che sono “sullo stesso livello”. Altro che servilismo. Ma si sa che l’invidia e la gelosia abitano il cuore dell’uomo fin dalla creazione del mondo. E’ solo di pochi giorni fa, per dirne un’altra, l’invito pressante che ho ricevuto da un gruppo di residenti della zona circa l’idea di ridare vita al comitato di quartiere, così com’era una volta. Ci sono poi tanti altri rapporti nel quartiere, rimasti intatti nel tempo (per un fatto di cuore più che di attività sociale), che testimoniano in questa direzione. Conservo e curo inoltre ottimi rapporti con la Parrocchia, senza che io ne abbia mai menato vanto.
Mi si dice ancora nelle critiche mossemi, usando la metafora dell’iter giurisdizionale, che i residenti di Capodimonte nel recente passato avrebbero scritto, passando per i tre gradi di giudizio, sentenze inappellabili su esperienze civiche che riguardano il quartiere di Capodimonte.

Ebbene, questo non mi risulta affatto. Mi risulta invece che, prescindendo del tutto dalle cose che si verificano nel rione di Capodimonte, rievocando la medesima metafora dell’iter giurisdizionale, i cittadini di Benevento, in occasione delle scorse elezioni amministrative, “attraversando proprio tutti i gradi di giudizio”, passando perfino per gli organismi europei, abbiano espresso delle sentenze inappellabili su qualche soggetto politico, minuscolo peraltro, il quale, da qualche tempo a questa parte, al fine generale di colpire la parte politica che attualmente governa il Comune di Benevento, redige delle note che hanno “sembianze di denuncia civile”, che poi passa ai propri referenti nei quartieri urbani, affinché questi ultimi le inoltrino a loro nome alla stampa, presentandole così come “istanze provenienti dagli indifesi cittadini”.
Ma ogni nodo viene al pettine. Così sarà anche per “certi stratagemmi verbali che contengono girandole di chiacchiere maliziose, ipocrite e vuote tendenti a convincere piuttosto che a dimostrare.
A coloro i quali d’ora innanzi, do qui pubblicamente parola, eccedendo i limiti della libertà di espressione, prendendo a pretesto i problemi sociali, cercassero in ogni modo di “produrre una lesione alla mia reputazione, alla mia personalità sociale” , non risponderò più attraverso le note stampa, ma li chiamerò direttamente a renderne conto innanzi all’Autorità Giudiziaria”, conclude Mazzone.

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