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CULTURA

Il passaggio d’anno nelle valutazioni del web sannita: l’articolo di Bcr Magazine

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(Jlenia Izzo) – Ricapitolando, il 2011 è stato un anno ricco di avvenimenti più o meno interessanti per la nostra città. L’Unesco ci ha finalmente consacrati negli annali della storia annoverando nel suo patrimonio la Chiesa di Santa Sofia. Evento, questo, talmente significativo e illuminante da gettare senz’altro in ombra altri avvenimenti culturalmente poco edificanti quali crolli di installazioni artistiche o catastrofiche perdite d’acqua dal simbolico e consacrato monumento dell’Arco di Traiano.

Tali avvenimenti, si può leggere tra le righe di interviste dell’estesa bibliografia giornalistica dedicata tutta di recente al nostro vice sindaco Del Vecchio, dovrebbero cadere nell’oblio perchè non bisogna preoccuparsi: nonostante tutto siamo fortunati, i nostri amministratori non demordono. Essi resisteranno nonostante le critiche, le perplessità rispetto alle scelte di marketing territoriale, le sottili strategie imbastite come una delicata trama di fili appesi dal più professionale tra i tessitori, anche se poi, davanti agli occhi di tutti la trama cede e i fili si spezzano. Ma no. Noi dobbiamo crederci ed avere fiducia. Non che le cose cambieranno, ma che resteranno così o addirittura continueranno verso la direzione presa senza ascoltare pareri di sorta.

Non bisogna, infatti, sentire il senso di disillusione dalle più alte e rosee aspettative di Benevento patrimonio dell’Unesco e Città d’arte e cultura. No. Se fosse il contrario, riassumendo, dovremmo ricercare il motivo dell’installazione di panchine di legno massiccio prive di poggiatesta ed assomiglianti a piccole casse da morto (o bauli per i meno impressionabili), lungo la passeggiata che conduce all’Arco di Traiano, riparato in estremis per poter essere ammirato dal basso dei piccoli troni piazzati lì accanto (forse anch’essi da considerare incomprensibilmente come novelle panchine al fine di far sentire ogni cittadino, almeno nella sosta, come un re).

Se fosse così, se sentissimo il peso di un fallimento nei settori arte, cultura, turismo, dovremmo allora chiederci come mai una signora attempata, con enormi problemi a raggiungere il sito poichè costretta ad inseguire gli intermittenti orari dei servizi pubblici (non essendo automunita), abbia le chiavi del patrimonio Unesco nella borsetta e, da buona volontaria (come lei stessa afferma di essere) incaricata dal parroco, ogni mattina si rechi ad aprire e chiudere il suddetto Patrimonio. Attenzione, con ciò non si vuole certo denigrare l’attività volontaristica della signora, ma evidenziare quanto, giustamente, l’apertura del sito sia legata non ad un pertinente sportello con professionisti ad esso preposti, ma alle necessità vitali della suddetta signora che, pur essendosi attenuta scrupolosamente al rispetto degli orari, non poteva certo evitare di svolgere le sue funzioni vitali quotidiane (per esempio rientrare per il pranzo). Riassumendo, ecco spiegato perchè, a volte, il Patrimonio si presentava ermeticamente chiuso ai turisti in certe ore del giorno.

Riassumendo: ecco perchè la polemica nata ormai lo scorso anno 2011, non sarebbe dovuta essere discussa sul piano del rispetto degli orari di apertura e chiusura del sito Unesco (che la signora stessa dice di aver rispettato), ma sul piano della mancanza di un piano, come una strategia “delle palle appese” di cui fa menzione l’insigne giornalista Giancristiano Desiderio quando si riferisce alle più vane e vacue iniziative fantasma prese dall’Amministrazione corrente. Speriamo davvero che non giunga voce all’Unesco di cotanta professionalità, sarebbe un peccato, perchè darebbe di noi un’immagine di provinciali all’arrembaggio per ottenere i privilegi di un tesoro che quasi non abbiamo meritato. Ma no, non dobbiamo essere pessimisti, l’abbiamo meritato, e lo meriteremo perchè il programma di mandato parla chiaro:

“le priorità che l’Amministrazione intende perseguire nei prossimi anni possono sinteticamente essere così descritte:

– La creazione di un Ufficio di informazione ed accoglienza turistica;
– Estensione dell’isola pedonale fino all’area di piazza IV Novembre;
– Ristrutturazione del Teatro Comunale “Vittorio Emmanuele”;
– Nuova illuminazione per i monumenti di maggiore impatto diretto lungo le probabili vie d’accesso dei turisti, come la Rocca dei Rettori che insiste sulla parte alta della ztl di Corso Garibaldi;
– Posizionamento di una nuova cartellonistica stradale, immaginata e tarata sulle esigenze dei nuovi flussi turistici;
– In partnership con tutti i centri investiti dalla candidatura seriale, la costruzione di una mostra itinerante che possa veicolare attraverso l’opera dei principali vettori turistici, la conoscenza del popolo Longobardo, la loro storia e le loro arti.

Se davvero il 31 di ogni fine anno, come tradizione americana ci insegna, è giorno dedicato a stilare i cosiddetti “buoni propositi” per migliorare sè stessi all’insegna del Nuovo Anno, quelli ambiziosi su citati sono la speranza del nostro 2012. Perciò non scoraggiamoci se, riassumendo, nostra Signora custode del Patrimonio ha delle leggere defiances, se un presepe cade a pezzi, se una matita e non un’opera d’arte sovrasta una nota piazza, se ci sembra che tutto vada a rotoli. Il futuro è roseo, lo dicono chiaramente tutti i buoni propositi. Sorridiamo,quindi, c’è chi lavora per noi e fa sentire la sua voce senza bisogno che noi gli facciamo sentire la nostra…

Auguri a tutti i cittadini!

Fonte | www.bcrmagazine

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