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Provincia di Benevento

Cimitile: no alla logica della crisi e dell’emergenza per la gestione del ciclo dei rifiuti

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E’ cominciata stamani “Green Focus rifiuti”, il tavolo operativo promosso dalal Provincia di Benevento, curato dall’assessore all’ambiente Gianluca Aceto, per una “governnace” sostenibile del ciclo dei rifiuti.

Tecnici, esperti, operatori dei Consorzi per il riciclo dei diversi materiali, amministratori pubblici sono stati chiamati ad un confronto sulle criticità, sui passi in avanti, sulle prospettive della gestione dei rifiuti in Campania, davanti ad un folto pubblico ospitato presso il Centro Studi della Provincia in contrada Piano Cappelle.

Il Presidente della provincia di Benevento Aniello Cimitile, si legge nella nota alla stampa, nell’aprire i lavori, ha detto che il tentativo di “Green Focus” è quello di sottrarre alla logica della crisi e dell’emergenza il ciclo dei rifiuti, nella quale perennemente e costantemente veniamo coinvolti.

“Noi come classe dirigente sannita vogliamo, invece, ragionare su quello che deve essere un nostro autonomo ed originale ciclo dei rifiuti, che sia non soltanto compatibile con il nostro ambiente e con il nostro modello di sviluppo, ma che sia anche una risorsa capace di aprire un’attività produttiva che possa dare un buon lavoro, oltre che offrire un servizio di qualità al nostro territorio. Il nostro ciclo dei rifiuti è fondato sulla riduzione della produzione di rifiuti, sul riuso, sul riciclo e sul compostaggio, sulla rinuncia a discariche e a tecnologie a caldo (per intenderci, i termovalorizzatori). Noi siamo per il trattamento meccanico e biologico a freddo: siamo andati molto avanti in questa direzione, ma siamo consapevoli che naturalmente in altre parti della regione stanno adottando modelli diversi, avendo impostato da oltre 15-20 anni i loro modelli sui termovalorizzatori e sulle discariche. Noi siamo per un ciclo più moderno, un ciclo che peraltro tiene conto dei trend internazionali più avanzati della ricerca scientifica: il modello che noi adottiamo è quello che è stato scelto per esempio a San Francisco, o in alcune grandi città dell’Australia o del Canada e che è stato fatto proprio da 57 comuni d’Italia. Noi abbiamo detto che vogliamo essere la Campania del “vento buono”, la Campania del verde, della “Green economy”, dell’economia verde, che deve contare sul patrimonio ambientale, fondamentale per tutti noi, che noi vogliamo non soltanto proteggere e valorizzare, ma anche qualificare. Vogliamo cioè mettere a posto ciò che è stato distrutto in questi anni ed aprire delle prospettive moderne. È evidente che un progetto di questo tipo è "incompatibile" con un ciclo che prevede discariche, termovalorizzatori … cioè tecnologie vecchie. E d’altra parte non c’è nessuna ragione per cui noi dovremmo ricorrere a queste tecnologie: noi abbiamo avuto, da questo punto di vista, il consenso della stessa Commissione Europea che ieri ha alzato alto il monito contro Napoli. La Commissione Europea Petizioni, quando è venuta a Benevento e in Campania, ha espresso apprezzamento ed un giudizio positivo sul nostro modello e sul nostro piano di ciclo dei rifiuti. Allora vorremmo parlare andare avanti a dispetto di leggi ambigue e confuse, che continuano a mettere in difficoltà non soltanto la provincializzazione del ciclo dei rifiuti, ma in generale il sistema di rifiuti. Gli annunciati provvedimenti come risolutivi della crisi e dell’emergenza, come io dicevo due anni fa, si stanno dimostrando, invece, un vero e proprio disastro ed anche forieri di conflitti istituzionali. A me non sfugge, naturalmente, che in questi giorni c’è stata la ribellione di tanti Comuni: l’avevo prevista proprio qui, due anni fa, quando dissi che una legge istituisce una Azienda provinciale cui passa la riscossione della Tarsu. E’ ovvio che così viene eliminata una delle entrate preziose dei comuni e che quindi possa essere messa in crisi la loro economia. Le leggi del cosiddetto federalismo devono far sì che i comuni non siano in difficoltà con i Patti di stabilità; ma intanto c’è questa legge (che io sto criticando apertamente) e bene si farebbe a rivolgerli contro questa legge gli strali della contraddizione piuttosto che tenerceli in casa nostra. Sugli altri problemi della contraddizione con i comuni, che riguardano lo spazzamento, che riguardano la sistemazione nel nostro ciclo dei rifiuti del personale che vi lavora, etc. noi abbiamo previsto delle soluzioni che possono essere messe a posto nelle operazioni che porteremo avanti nei prossimi mesi: sempre che non intervenga una proroga, come è successo l’anno scorso. Noi siamo fermi sostenitori della provincializzazione, perché il Sannio è un esempio di quanto ci sia bisogno della provincializzazione, perché soltanto da quando la Provincia ha avuto un ruolo e la provincializzazione è andata avanti, noi abbiamo "bloccato" l’abitudine di portare nel Sannio i rifiuti dal napoletano ed abbiamo potuto pensare ad un nostro autonomo ciclo di sviluppo con degli impianti e dei progetti. La provincializzazione è fondamentale. Dove si debba fermare la provincializzazione? Ebbene, questo è un argomento da discutere; se lo spazzamento debba essere lasciato ai Comuni, io sono convinto di questo, tanto è vero che nel bando della Samte lo abbiamo riservato a dei comuni. Fin dove si debba spingere l’azione dei comuni, anche questa è cosa da vedere; ma certamente non può essere questa la ragione per bloccare tutto il processo: sarebbe un disastro”.

L’assessore Aceto, dal canto suo, ha ricordato che “Green Focus vuole dare conto del lavoro fatto finora e di quello che ancora stiamo compiendo. Noi intendiamo lavorare sul problema degli impianti potendo contare su una delibera di Giunta regionale che cofinanzia questi interventi: per la nostra parte impiantistica siamo a buon punto; saremmo stati ancora meglio se alcuni lavori fossero stati consegnati, ma a causa della chiusura e del sequestro della discarica di Sant’Arcangelo, allo Stir di Casalduni abbiamo avuto dei rallentamenti nell’esecuzione di opere importanti per ridurre la quantità di rifiuti da consegnare in discarica. Questo comunque significa che i rifiuti noi proviamo a trattarli non soltanto come la perenne emergenza di questa regione, ma anche come occasione di sviluppo e come la possibilità di costruire un sistema razionale. Diciamo che abbiamo in corso una "scommessa", la scommessa, cioè, che in Campania è possibile fare una operazione che per esempio coinvolge i Consorzi nazionali di filiera, i quali ci hanno sostenuto e ci stanno sostenendo per riciclare tutto quanto sia possibile riciclare. Noi abbiamo in corso accordi, unica Provincia in Italia o lameno nel Mezzogiorno, Siamo consapevoli dei problemi e delle contestazioni sollevati rispetto alla provincializzazione e al bando della Samte; molti di questi problemi, per noi sono o pretestuosi o comunque dovuti, come dire, a cattiva informazione; altri problemi sono risolvibili e, quindi, con uno spirito di collaborazione e di alto profilo istituzionale noi come Provincia e come Samte diamo la disponibilità ad andare incontro anche a quei giusti rilievi dei sindaci. Naturalmente, non dobbiamo avere paura delle sfide, ma dobbiamo interpretarle come una nostra volontà di costruire un futuro.

L’amministratore della Società provinciale Samte, Giovanni Zarro, ha invece dichiarato: “Il Piano industriale Samte, che innerva il nuovo sistema provinciale, volge a realizzare, all’interno della città di Benevento e all’interno della provincia complessivamente, il nuovo concetto della gestione dei rifiuti, e cioè: niente si butta, tutto si trasforma e tutto diviene utile. Questo significa, in sostanza, che il rifiuto inteso come ciò che si butta, è limitato al 5-6% dell’intero ammontare. Io penso che a questo nostro piano i sindaci risponderanno bene, anche perché l’esperienza dice che dappertutto, una volta innestato questo sistema, la risposta dei cittadini è stata sempre positiva. Peraltro è del tutto evidente che se un Ente pensa di trasformare una cosa che si butta in una cosa utile, forse semplicemente questo, convince i cittadini a seguire questo nuovo sistema. Per cui ai sindaci si chiede collaborazione, si chiede di esprimere la loro azione a livello comunale in sinergia con la Samte per consentire la raccolta differenziata in quanto tutto parte dalla raccolta differenziata dei rifiuti: differenziare, cioè, quello che si butta, perché dalla differenziazione vengono fuori i nuovi prodotti, le materie cosiddette seconde, e, dalle materie seconde, un nuovo ciclo di materiale che ha un valore commerciale e produce ricchezza. Benevento, prima delle altre città campane, si è avviata alla raccolta differenziata; ora la raccolta differenziata non può restare tale: la raccolta differenziata ci dà dei beni che possono essere riconsegnati al mercato. Ecco, questa parte della riconsegna al mercato, c’è il compito della Samte; come pure, altro compito della Samte, è quello di portare tutto ciò che non è possibile assolutamente trasformare in discarica. In tutto questo, le buone pratiche europee contano molto perché, come si dice e come sempre si fa, l’uomo è un animale consuetudinario: egli vede e fa, se non vede, tutto quello che non riesce a vedere e a metabolizzare, ebbene non lo trasforma in un comportamento che viene affermato ogni giorno. L’importante è conoscere, perché dalla conoscenza si arriva poi alle altre cose.

 

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