Lavoratori ex consorzi, ‘Aceto parla come se fosse estraneo alla vicenda”

Botta e risposta quasi… immediata fra il consigliere comunale di Benevento Luigi Ambrosone (Udeur) e l’assessore provinciale all’Ambiente Gianluca Aceto. Che, appunto ieri, aveva rintuzzato con una sua nota le ipotesi prospettate da Ambrosone in ordine alla vicenda del lavoratori degli ex consorzi rifiuti del beneventano.

Oggi Ambrosone rincara: “Appare incomprensibile che l’assessore Aceto, non so se volutamente oppure non intendendo appieno il senso del mio intervento, evidentemente frutto di una sua lettura approssimata e superficiale, non abbia inteso quanto rappresentato in merito alla problematica dei 127 lavoratori dei disciolti consorzi rifiuti. È strano che faccia riferimento alla presunta non conoscenza della vertenza dei 127 lavoratori, evidenziando quasi come se le mie considerazioni volessero creare sconcerto o frustrazione agli stessi lavoratori.

Evidentemente ignora del tutto che l’unico sconcerto creato fino ad oggi è la situazione venutasi a creare con un periodo di 13 mesi senza lavoro e retribuzione per questi lavoratori che, probabilmente, meritavano di essere considerati in modo diverso rispetto a quanto è stato da egli prodotto nel cercare di risolvere tale problematica. È ancora più evidente, sul piano politico, il non rendersi conto che l’accordo sottoscritto nel luglio 2010 è risultato inapplicabile non certo per mia invenzione, ma per sentenze giuridiche che hanno evidenziato la non possibilità del ricorso alla cassa integrazione, a dimostrazione che quanto perseguito dall’assessore è risultato un errore di valutazione politica – amministrativa per le non condizioni giuridiche che giustificassero tale finalità”.

“Per quanto attiene all’interrogarsi su chi in passato amministrava i comuni della provincia, che hanno determinato una tale situazione disastrosa nel settore, credo sia soprattutto compito dell’assessore Aceto che, dal 2008, ha le deleghe specifiche della provincia di Benevento e avrebbe dovuto diffidare e denunciare, nell’esercizio delle sue funzioni, eventuali anomalie o disastri riscontrati in tali comuni.

L’invito all’assessore Aceto – prosegue Ambrosone – è di rappresentare e denunciare i possibili disastri, evidenziando in modo dettagliato quanto hanno inciso sulla funzione degli ex consorzi e relativa situazione dei 127 lavoratori, indicando le relative responsabilità, ove ve ne fossero, ivi compreso chi avrebbe dovuto vigilare affinché tali disastri non si verificassero.

Sulle possibili assunzioni dei lavoratori degli ex consorzi appare del tutto evidente che l’art 13 della legge n° 26 del febbraio 2010 e il Decreto Legge n° 196 del 26 novembre 2010, convertito in legge del 24 gennaio n° 1 del 2011, prevedono l’assunzione e il reimpiego per le finalità che le amministrazioni provinciali devono perseguire per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Non si capisce per quale motivo l’assessore Aceto sembra quasi voglia far passare tali assunzioni, previste nel bando di gara in virtù della norma, come se fossero frutto dalla volontà politica propedeutica di chissà quale cortesia da farsi a questi lavoratori.

Ritengo che, proprio in virtù del dramma umano e sociale in cui vivono le tante famiglie, la politica ha il dovere di non esimersi da tali adempimenti, che nella fattispecie sono indirizzi fin troppo chiari a cui le leggi sopracitate tendono e sanciscono.

Sulla suprema sciocchezza sull’Asia risulta evidente che l’unica vera sciocchezza è la sua per il senso, del tutto non attinente, di cui l’assessore ha inteso la mia ipotesi di considerare una sinergia tra i due enti, comune e provincia, affinché attraverso la società Asia si potesse trovare una soluzione che risolvesse anche la problematica dei 127 lavoratori.

Appare evidente che la norma prevede la costituzione di una società provinciale, ma l’ipotesi avanzata affinché l’amministrazione provinciale di Benevento partecipasse l’Asia, con la volontà politica tra i due enti comune e provincia, tale da rendere quest’ultima anche di controllo e di proprietà, non credo sia, per l’assessore Aceto, di difficile comprensione a quali finalità si proponesse. Tanto da aver confuso le parole sinergia e partecipazione tra i due enti, come se volessi intendere che l’Asia avrebbe dovuto svolgere un servizio che non risulta possibile oltre il territorio comunale. Anche il più sprovveduto in materia avrebbe facilmente inteso che tale ipotesi sarebbe possibile se non prima che si determinasse la condizione sinergica di volontà politica, tale da renderla attuativa alle condizioni giuridiche per poter far svolgere all’Asia il servizio del ciclo integrato dei rifiuti sull’intero territorio provinciale. Il tutto finalizzato ad una possibile razionalizzazione dei costi di gestione e della politica”.

“All’assessore Aceto va l’invito a dare una lettura più attenta e un senso più reale e meno strumentale di quanto rappresentato e ad accettare anche le critiche, soprattutto quelle finalizzate ad un senso più costruttivo. Diversamente sembrerebbe che, per la problematica come quella dei 127 lavoratori, voglia esimersi del tutto e quasi come se fosse estraneo alla vicenda. Peraltro addebitando spesso tali responsabilità ad altri soggetti e istituzioni, senza fare un minimo di autocritica, rispetto ad una diversa possibile impostazione politica per evitare che 127 lavoratori arrivassero a non percepire lo stipendio per ben 13 mesi. Tanto da sembrare quasi come se lui non fosse interlocutore politico in questa vicenda e quasi come se non fosse l’assessore preposto e che si occupasse di ben altre cose”, conclude il consigliere uedurrino.