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“Che senso ha istituire un Osservatorio sul Bene Comune?”

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Elvira Santaniello, Responsabile della Rete Rose Rosse Campania e del Presidio di Legalità e Giustizia di San Giorgio del Sannio, ha inviato la seguente nota relativa alle dichiarazioni del Consigliere di minoranza Castaldo sulla realizzazione di un "Osservatorio sul bene comune".
“Leggo con piacere dalla stampa locale che il Consigliere Comunale di minoranza al Comune di San Giorgio del Sannio, Antonio Castaldo prosegue nel suo intento, dichiarato già in campagna elettorale, di divenire il pacificatore della politica sangiorgese attraverso un’opera di riscoperta dei valori, della famiglia, della solidarietà, del tanto, e forse troppo strumentalizzato a fini politici, bene comune.
E proprio per capire quali siano gli aspetti critici per l’ottenimento di questo “fantomatico” bene comune, il consigliere Castaldo propone l’istituzione in tutto il Sannio, ma in particolare a San Giorgio del Sannio, di un Osservatorio sul Bene Comune al fine di creare, e cito testualmente, “un rapporto scambievole tra il mondo dell’associazionismo, del volontariato e del terzo settore e i rappresentanti eletti nel civico consesso”… spingendo così “gli eletti a lavorare in gruppo volgendo lo sguardo al più debole e soprattutto”, ovviando “in modo esemplare alle crescenti difficoltà dell’intervento pubblico in tempi di risorse sempre più scarse”.
Ebbene, con tutto il rispetto per le considerazioni del Consigliere Castaldo, proprio da rappresentanti di due associazioni ma anche da cittadine e da donna impegnata in politica e nel sociale, vorremmo esprimere il nostro pensiero sull’argomento.
In primis, ci chiediamo il senso dell’istituzione di un nuovo organismo consultivo quando pare ne esista già uno, la Consulta delle Associazioni, che proprio gli allora candidati Castaldo e Carpenella si impegnarono a valorizzare ove fossero stati poi eletti. Di questa cosa, infatti, si parlò diffusamente qualche tempo fa durante un Workshop sull’associazionismo e sulla partecipazione tenuto dal Laboratorio Civico Nuova San Giorgio (di cui Carpenella e Castaldo sono stati ideatori e fondatori ma ormai non più animatori) e proprio in quella sede fu preso un pubblico impegno in tal senso.
Ora, considerato anche che gli organismi consultivi possono fare molto a livello teorico ma poco a livello pratico e di concretezza, dal momento che spetta sempre agli amministratori la discussione ed approvazione di un programma attuativo delle proposte fatte dall’organismo consultivo, non sarebbe forse il caso di utilizzare uno strumento già esistente, arricchendolo, ovviamente, con nuovi apporti e nuove idee, ma soprattutto di responsabilizzare al massimo amministratori e cittadini attraverso l’utilizzo di nuove formule di democrazia partecipata?
Caro Consigliere Castaldo, dare una concreta spinta di rinnovamento per ricostruire e riconquistare una coesione sociale persa e un legame istituzione-cittadino di cui non resta che la memoria sfuocata significa, secondo noi di Rete Rose Rosse Campania e del Comitato Sangiorgese "Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia", utilizzare metodologie che costituiscono una via di mezzo tra l’ormai debole forma di democrazia rappresentativa e la forma della democrazia diretta,non sempre di facile realizzazione, il tutto senza cadere in soluzioni illusorie e populistiche.
Ciò significa, che i cittadini devono sentirsi chiamati non solo a dibattere tra loro o con i politici, ma a giocare un ruolo significativo nel processo decisionale: e qui sta la sfida, altro che Osservatorio sul Bene Comune!
Che si creino, dunque, le cosiddette “arene deliberative”, ovvero dei momenti di dibattito inseriti in un contesto strutturato di collaborazione e basati su un’informazione adeguata e una pluralità d’opinioni, con precisi limiti di tempo entro i quali pervenire a decisioni.
Che si dia a vita ad es. a micro-assemblee pubbliche (una sorta di pillole di partecipazione); interviste; happening istituzionali; stampa di pieghevoli informativi; affissione di manifesti e locandine; comunicati e conferenze stampa; spot; spazi web sui principali portali di informazione locale; area web appositamente realizzata sul sito istituzionale del Comune con tutti i dettagli dell’iniziativa, gli stati di avanzamento ed un indirizzo di posta elettronica ad hoc attivo 7/7 giorni;
E’ in questo modo, secondo noi, che si contribuisce a far sentire i cittadini informati e partecipi, non isolati, ignoranti e impotenti e che si aiutano politici e amministratori a governare meglio e a colmare il divario che troppo spesso li separa dalla società civile!!!
A tale proposito, e in conclusione di questa nostra nota, vogliamo sottolineare come queste non siano nostre elucubrazioni mentali frutto del caldo estivo, bensì idee che stanno alla base di un saggio dello storico Paul Ginsborg, “La democrazia che non c’è”, che visto anche l’esiguo costo, solo 8 euro, vi invitiamo a leggere anche sotto l’ombrellone.
Dunque, perché non applicarle a San Giorgio del Sannio, così come sono applicate a Viterbo o a Castagneto Carducci?
Forse perché si teme che le decisioni prese attraverso queste metodologie possono essere potenzialmente migliori in quanto prese nel corso di un dibattito in cui si procede ad una ridefinizione dei problemi e si propongono nuove mediazioni e soluzioni?
O forse perché le decisioni prese attraverso queste metodologie acquistano maggiore legittimità perché derivate da un processo di deliberazione e non prodotte separatamente da un piccolo gruppo ma da una pluralità di persone?
Ci auguriamo che il Consigliere Castaldo prenda in seria considerazione questa nostra nota e che, nella sua veste di consigliere di opposizione, operi in favore della realizzazione di un punto importante del programma della lista in cui è stato eletto, ovvero un Comune che sia una Casa di Vetro e non una cortina di ferro”.
 

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