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Associazioni

‘Volontariato, la comunità civile è chiamata a reagire’

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"Ci rivolgiamo alla pubblica opinione, perché il Volontariato non è una faccenda di pochi o di alcuni. Il volontariato, e le risorse che la legge mette a sua disposizione, sono considerati dalla nostra Suprema Corte l’attuazione pedissequa dei nostri stessi valori costituzionali. Quando in una piccola provincia come quella di Benevento anche questi fondi e queste forze sociali vengono intaccate, per rispondere non ad un bisogno del territorio, ma ad altre logiche, la comunità civile è chiamata a reagire", così Angelo Moretti nella conferenza stampa odierna sulla vicenda del Cesvob.

"Per promuovere la crescita di un territorio, il premio Nobel Amartya Sen ha affermato della necessità di riappropriarsi degli spazi di democrazia e partecipazione. Non possiamo arrenderci alla circostanza che gli spazi destinati al Volontariato, che per antonomasia è partecipazione civile al bene comune, vengano sottratti ad un territorio per fungere da contenitori vuoti di economie inefficaci. La magistratura non poteva fare di più nella fase attuale, oggi tocca alla città ed alla provincia dire la propria su questo che non possiamo non considerare uno scandalo locale"

A seguire si può leggere una sorta di cronostoria sulla vicenda Cesvob, un documento ovviamente di parte prodotto e firmato in conclusione dell’appuntamento, condiviso dalle 20 associazioni firmatarie del comunicato stampa. "Erano presenti stamane, oltre al sottoscritto per i Gruppi Giovanili di Volontariato Vincenziano – ha ricordato Moretti – Orlando Vella, per il Gruppo Fratres di san Giorgio La Molara, Lupo e Francesco Tommasiello, per l’associazione Libero Teatro – Telese Terme, Carmine Saccone, per l’associazione “La Salle” – Guardia San Framondi, Roberto Garofalo, per l’associazione “Vivere Dentro” – Benevento, Maria Masone, per l’associazione “Rete Arcobaleno Benevento” – Benevento, Carmela Longo, per l’associazione Raduno Nazionale Clown Dottori – Benevento. Sono altresì intervenuti: Carmine Iandolo, dell’associazione Casa Nel Sole, Alessandro Morante, dell’associazione “E’ più bello insieme”

***

"2 anni di furberie al Centro Servizi del Volontariato – 2 luglio 2009-2 luglio 2011

"2 luglio 2009: i soci del Consiglio Direttivo del Cesvob in carica (Lucia Norelli, Roberto Garofalo, Domenico Forgione, Angela De Cristofaro, Anna Loia) a margine di un incontro del CD scoprono accidentalmente che l’allora presidente Iacoviello, senza chiedere alcuna autorizzazione al Direttivo stesso, aveva unilateralmente trasformato, già da aprile dello stesso anno, il contratto della moglie segretaria ( assunta a tempo determinato dal precedente presidente) da tempo determinato a tempo indeterminato. Un atto grave in sé, gravissimo se si considera che proprio ad aprile tutti gli altri lavoratori del Cesvob ancora non tornavano in servizio, poiché lo stesso Iacoviello aveva chiesto al CD di procedere alle assunzioni solo quando vi fosse stata la certezza dei fondi economici messi a disposizione dal Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato della Regione Campania.
Dal 2 luglio al 24 settembre 2009: i soci del Direttivo, non avendo da Iacoviello alcun chiarimento a riguardo né un atto formale di dimissione, sono costretti a sfiduciare lo stesso, pur non proponendo all’Assemblea l’esclusione dalla sua carica di socio e di consigliere, come lo Statuto Cesvob prevede. La presidenza passa a Roberto Garofalo, eletto all’unanimità da tutto il Consiglio Direttivo ( chi volesse visionare i verbali di quel periodo potrebbe farne richiesta al Cesvob stesso).

21 dicembre 2009: l’assemblea del Cesvob ( al cui interno ben 8 voti sono rappresentati dalle Misericordie, che in quell’occasione esercitavano anche la delega da parte di altre associazioni) boccia la programmazione economica del Cesvob, in particolare la maggioranza dei soci dichiarano di non essere d’accordo con il mantenimento dei costi di locazione degli sportelli territoriali.

18 gennaio 2010: in assemblea l’ approvazione del verbale dell’assemblea precedente passa per un voto in più, l’assemblea è completamente spaccata. Garofalo ed il suo Direttivo decidono di fare un passo indietro, per cercare una nuova unità. In assemblea si decide di dare il via ad una nuova stagione del Cesvob, affidando ad un futuro presidente il compito in sei mesi di rinnovare base sociale, allargandola a nuovi soci, e apportare modifiche allo statuto. Così il testo del verbale di assemblea: «Entro un mese a far data da oggi verrà riconvocata l’assemblea per poter deliberare circa l’approvazione della programmazione economica 2010 e l’elezione di tutti gli organi: direttivo, revisori e probiviri. il direttivo che verra’ eletto nella prossima assemblea avra’ solo un “mandato tecnico” della durata massima ed improrogabile di 6 mesi entro cui dovra’ realizzare due obiettivi: il cambio di statuto e l’ingresso tra i soci di nuove associazioni, cosi’ che l’assemblea del cesvob sia sempre piu’ rappresentativa del volontariato sannita. Nel frattempo il presidente attuale e’ autorizzato ad eseguire tutti gli atti dell’ordinaria amministrazione relativi al 2010 nonché alla prosecuzione delle attività 2009 già approvate in assemblea. Da oggi fino al cambio di statuto ed all’ingresso di nuove associazioni il CESVOB sarà accompagnato da csv.net e CO.GE. nella gestione della fase di transizione». Ci si da appuntamento al 21 febbraio 2010 per l’elezione di un nuovo Direttivo.

21 febbraio 2010: viene eletto il nuovo CD: Anita Biondi , Giuseppe Di Nardo, Pasquale Bizzarro, Antonio Bonanno, Lucia Norelli, Anna Loia. Verrà eletta presidente Anita Biondi.

11 marzo 2010:
la presidente Biondi, appoggiata dalla maggioranza del suo Cd, decide di mandare a casa il neo-direttore Angelo Moretti, che solo dal primo gennaio era entrato in funzione, a seguito di una selezione avvenuta su 14 candidati, eseguita da un esperto di CSV net (l’ente che rappresenta e raggruppa tutti i Centri Servizio di Italia) ed un periodo di prova di 5 mesi tra agosto e dicembre 2009. Al suo posto verrà assunta per due giorni a settimana il Direttore del Centro Servizi di Napoli. Nasce il primo contenzioso del Cesvob.

Aprile 2010: in reazione alla politica aggressiva della Biondi, oltre 30 associazioni della provincia decidono di fare domanda di adesione al Cesvob in qualità di soci, per poter esprimere il proprio voto in assemblea. Nasce il comitato Giù le mani dal Volontariato. Oltre al licenziamento del Direttore, il Comitato denuncia il cambio improvviso degli orari del CESVOB, ridotto sempre più ad un ufficio, con chiusura alle 18.00, anzicchè alle 20.00 come da sempre era avvenuto; la ratifica del contratto a tempo indeterminato della segretaria ed altre decisioni che non si addicono ad un mandato “tecnico” della durata di 6 mesi, che doveva fungere da garanzia per tutti e che invece si è subito dimostrato una trappola per il bene del Centro.

Luglio 2010: a distanza di più di tre mesi dalla richiesta delle nuove associazioni a divenire socie del Cesvob, come da mandato tecnico affidato alla Presidente, la Biondi convoca un’Assemblea Straordinaria per decidere circa l’ammissione dei nuovi soci, nonostante lo Statuto preveda che la competenza spetti all’assemblea ordinaria. Caso vuole che l’assemblea straordinaria non si celebra perché non si raggiunge il quorum. L’ingresso delle associazioni è dunque rimandato.

16 Settembre 2010
: si riunisce regolarmente un’Assemblea Ordinaria con all’ordine del giorno l’adesione dei nuovi soci, il quorum per l’assemblea ordinaria è raggiunto, ma i presenti decidono di “non decidere” inviando sine die la decisione. Viene invece convocata per il 5.10.11 una nuova assemblea elettiva. Il mandato tecnico della Biondi è ormai scaduto: nessun nuovo socio è entrato nessuna modifica è stata apportata allo Statuto. Eppure in una intervista resa a Settembre 2010 ebbe l’allora Presidente ebbe ad affermare che: “Quando ho accettato la presidenza ho accettato un mandato a termine. Il mio obiettivo prioritario era quello di salvaguardare l’esistenza del Centro”. Lo scorso anno, infatti, il Cesvob si è trovato ad affrontare una crisi che stava costandogli la chiusura. Il CO.GE. Campania (Comitato gestione fondo speciale volontariato) lo aveva messo in stand-by per sei mesi pretendendo un cambiamento. “Non per grandi irregolarità – ha assicurato la Biondi – quanto per atteggiamenti autoreferenziali che erano diventati ingestibili”. … In accordo con un maggiore clima di apertura verrà convocata un’assemblea nel corso della quale il Consiglio direttivo del Cesvob voterà per un allargamento della base sociale. Ciò consentirà a una cinquantina di associazioni di volontariato di aggiungersi alle 26 già parte dell’Organizzazione. “La base associativa – ha aggiunto Biondi – estremamente limitata è stata la principale criticità che ha segnato i momenti peggiori del Centro. Allargare la base sociale consentirà di creare un controllo democratico sulle azioni e sulla vita del Cesvob”. L’unico atto rilevante della presidenza Biondi resta l’interruzione del rapporto lavorativo del Direttore.

28 settembre 2011: la direttrice di Napoli lascia l’incarico da allora il Centro Servizi resta privo di un Direttore. Il Direttore è una funzione apicale prevista dallo statuto e chiaramente rappresenta il collante organizzativo e dirigenziale della struttura.

5 ottobre 2010: prima che si celebrino le nuove elezioni, un gruppo di 19 associazioni con atto stragiudiziale, denunciano il mancato rispetto dell’art. 4 dello Statuto (che fissa in tre mesi dalla ricevimento della richiesta, il termine massimo entro cui l’Assemblea deve esprimersi sulle domande di ingresso delle nuove associazioni nel Cesvob) e in forza di tanto diffidano il Cesvob “a provvedere immediatamente ad indire nuova assemblea ordinaria per deliberare sull’ampliamento della compagine sociale NONCHÉ a revocare l’assemblea straordinaria del 05.10.2010 indetta per l’elezione delle nuove cariche sociali SI DA PERMETTERE anche alle già richiedenti associazioni di potervi partecipare con diritto di voto”. L’assemblea decide di non dare ascolto alla richiesta e procede, ad eleggere il nuovo CD,: Di Nardo, Nenna, Luongo, Bizzarro, Ferraro, Meola. Nella furia si decide di mandare a casa anche il Collegio dei revisori dei Conti eletti nell’assemblea del 21 febbraio u.s..
Nascono così ulteriori due contenziosi: quello instaurato dal Gruppo delle 19 associazioni contro l’illegittimità delle elezioni; e quello del Collegio dei Revisori contro il proprio defenestramento.

17 febbraio 2011: il Giudice Genovese del Tribunale Civile di Benevento, accogliendo la domanda cautelare proposta nel procedimento di impugnazione delle delibera del 16.9.10 e del 5.10.10, sospende la loro efficacia esecutiva riconoscendo come sussistente la violazione dell’art. 4 dello Statuto e perciò solo illegittime le nomine dei nuovi membri del CD. Vengono dunque preclusi al CD gli atti di straordinaria amministrazione.
 
02 Marzo 2011: Viene sospesa l’erogazione dei fondi di perequazione, finalizzati alla esecuzione di progetti sociali per disabili, minori e persone affetta da dipendenze patologiche. La “sorte” vuole che le associazioni colpite da tale interruzione siano proprio alcune di quelle che componevano il gruppo dei 19. Bussa così alle porte un nuovo contenzioso tra Cesvob e le associazioni aggiudicatrici del fondo, posto che l’erogazione di tali fondi altro non rappresenta che una “mera esecuzione” di quanto già disposto e approvato nelle precedenti programmazioni economiche e sociali. I fondi per tali progettazioni sono tutti depositati presso i conti correnti del cesvob dal febbraio 2010 ( circa 400.000,00 euro di fondi). È tutta ordinaria amministrazione dunque.
 
4 aprile 2011: il COGE (l’ente deputato al controllo ed al finanziamento del Cesvob) invia una missiva al Centro in cui per la prima volta si parla di “avvio della procedura per la chiusura del Centro” di Benevento.
18 febbraio -21 maggio 2011: questo è il tempo che il CD del Cesvob ci impiega per arrivare all’ammissione in Assemblea di tutte le associazioni richiedenti (la compagine sociale passa da 26 a ben 93 soci).
 
31 maggio 2011: tutti i lavoratori del Cesvob (ad eccezione della segretaria), vengono mandati a casa per scadenza del contratto. Il Presidente sottoposto all’ordinanza sospensiva decide di non ricontrattualizzare il personale. Nel frattempo la dirigenza del Cesvob spera che il reclamo contro l’ordinanza possa far cessare questa situazione di stallo, per cui nulla fa per celebrare le nuove elezioni. Non convoca alcuna assemblea elettiva, come invece annunciato a mezzo stampa e nella stessa assemblea del 21 maggio 2011.
 
2 luglio 2011: si chiude il circuito vizioso dello scandalo. In sostanza seppur impedito al solo compimento degli atti di straordinaria amministrazione (in forza della ordinanza di sospensione) il CD anziché scegliere di allinearsi spontaneamente alle ragioni espresse in motivazione dal Tribunale di Benevento nella ordinanza di sospensione (necessità di disporre l’ingresso delle associazioni e indizione di nuove elezioni), ha manovrato per una progressiva e competa paralisi delle attività “ordinarie” del Cesvob: incominciando dal blocco dei fondi di perequazione, fino ad arrivare al blocco di qualsiasi attività “ordinaria” a seguito del licenziamento di tutto il personale.
Così “svuotato” delle sue competenze e finalità, il Cesvob è oggi ridotto ad un ente che gestisce i fondi destinati alla solidarietà unicamente per mantenere una segreteria ed il relativo contenzioso legale sorto per i disastri amministrativi e gestionali creati".

 

 

 

 

 

 

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