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Discarica di S. Arcangelo, una ‘class action’ per i danni subiti

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Dopo la messa sotto sequestro della discarica ad opera della procura di Benevento, dai Consiglieri comunali di S. Arcangelo Trimonte Massimo Del Viscovo, Massimo De Simone, Tonino Tucci, Rocco Rossetti, Nicolino Panarese e dal Presidente del Codisam Nicola Colangelo riceviamo e pubblichiamo.

***

“Inquinamento, rischio di frana e di disastro ambientale. Sono queste le motivazioni con le quali la magistratura ha provveduto al sequestro preventivo della discarica di Contrada Nocecchia. A leggere l’ordinanza del Gip Dott. Pezza che fa seguito alle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Benevento c’è poco da stare allegri, specie se si vive a poche centinaia di metri da questa ennesima bomba ecologica.

Questa volta a sollevare il caso non sono uno “sparuto gruppo” di consiglieri comunali di opposizione o gli “eterni rompiscatole” del CODISAM di Sant’Arcangelo Trimonte, entrambi tacciati da sempre di unitile allarmismo e di partigianeria anti – discarica, ma un giudice in seguito a delle indagini che riteniamo essere state attente e scrupolose.

Non conoscendo allo stato attuale se vi saranno delle ripercussioni in ordine ad eventuali avvisi di garanzia o provvedimenti restrittivi e, tanto meno, chi saranno gli eventuali destinatari, ci limitiamo ad effettuare delle osservazioni di massima sull’ennesima vicenda legata ai rifiuti che tocca, molto da vicino, la nostra comunità.

Sarebbe bastato il buon senso per capire che il sito di Contrada Nocecchia non era idoneo ad ospitare una discarica con una capienza prevista di circa 750.000 tonnellate di rifiuti. Sarebbe bastato il buon senso, che evidentemente è mancato, per capire che un sito, verosimilmente già inquinato, prossimo a due discariche attualmente sotto sequestro con le stesse motivazioni (inquinamento e danno ambientale), che un sito ubicato in evidente pendenza su un terreno da sempre in frana a monte di alcune pozze di risorgiva e a poche centinaia di metri da un centro abitato, per quanto piccolo, non poteva ospitare una Discarica Commissariale. Poteva bastare il buon senso, che evidentemente non c’è stato, potevano bastare i pareri poco confortanti circa questa scelta e le diverse prescrizioni rese dai tecnici, che nel tempo si sono susseguiti nell’analisi dei rischi che l’ubicazione di una discarica a Contrada Nocecchia comporta. Gli stessi tecnici, eccezion fatta per i tecnici che hanno collaborato con il CODISAM, che oggi tentano di sottrarsi addossando alla politica la responsabilità di aver individuato quel sito poco certo e stabile, ma che in passato hanno sempre finito per “prostrarsi” a quella stessa politica alla quale oggi addossano colpe e responsabilità.

Sapevamo che primo o poi la Magistratura sarebbe arrivata, perché purtroppo oggi degli onesti cittadini più che su una giusta politica devono poter contare su una giusta giustizia, come sapevamo che quando tutto questo sarebbe successo avremmo assistito ad un indecoroso scarica-barili. Quando il Dott. Di Paola, già tecnico della provincia, chiama in causa l’ex Presidente Nardone almeno su una cosa ha certamente ragione: l’individuazione e la realizzazione della discarica di Contrada Nocecchia è certamente stato il frutto di una “scellerata” decisione politica. Una decisione maturata in ambienti politici sanniti, regionali e nazionali appartenenti all’area dell’allora Governo di Centro Sinistra ed i cui referenti territoriali non potevano che essere in primis Nardone, Mastella e relativi accoliti locali, una scelta abilmente perseguita dal successivo Governo di Centro Destra e dai Commissari De Gennaro prima e Bertolaso dopo (lo stesso de L’Aquila e de La Maddalena).

Sulla vicenda Sant’Arcangelo Trimonte si concentrò, a nostro avviso la crema dei “poteri forti” artefici del “disastro Campania”. Molti di questi politici sono gli stessi che il giorno dopo si precipitarono a dare risposte alla nostra collettività, ad affermare che avrebbero difeso il territorio fino alla fine. Mendicanti di voti sempre abilmente sostenuti da “locali portaborse” che con la mano destra vendevano il Sannio e con la sinistra accecavano Sindaci e amministrazioni poco accorte, sprovvedute se non compiacenti, con la promessa di stratosferiche compensazioni ambientali, agio, benefit e vantaggi occupazionali.

Quando in passato abbiamo provato a denunciare quanto oggi la magistratura afferma, vecchi e nuovi amministratori locali erano piuttosto intenti a cercare di incassare il quantum promesso in cambio della nostra terra, della nostra dignità, del nostro futuro, intenti ad omaggiare “vasi funerari” al Presidente del Consiglio piuttosto che a chiedere garanzie per la nostra salute, per il nostro territorio. Di cosa ci si stupisce oggi, chiarita e ribadita la non idoneità iniziale del sito, tutti sanno che nella Discarica di Contrada Nocecchia è arrivato di tutto, perché non esiste altro modo per definire quanto sversato nei giorni successivi alla sua apertura. Potremmo parlare: del non rispetto delle prescrizioni VIA; delle promesse disattese da parte del Commissariato di Governo in merito alla bonifica delle vecchie discariche; del silenzio del Commissariato in merito ai nostri rilievi riferiti ai dati di inquinamento emersi da alcuni piezometri già un anno fa; dell’approssimazione delle visite di collaudo eseguite a lotti già operativi; della leggerezza da parte dell’allora ente gestore (il Comune) nel ratificare quei “pezzi di carta” e prendere in carico le vasche; dell’assenza di un collaudo complessivo dell’impianto; delle vane denunce da parte di alcuni tecnici della Commissione Comunale di Controllo che provarono a far capire che le cose non andavano fino ad essere allontanati dalla stessa; della vacuità della locale amministrazione che distratta da altro non ha mai veramente creduto che le cose potessero precipitare e infine di quali valutazioni può aver fatto o non ha fatto la Provincia di Benevento quando per decreto ha ricevuto in eredità la discarica di Contrada Nocecchia. Siamo certi che la magistratura saprà approfondire tutti questi aspetti e far emergere ove ve ne siano colpe e responsabilità, noi ci auguriamo che tali individuazioni non si fermino alla “manovalanza”, ma vadano oltre cercando, appunto, quella responsabilità politica e commissariale, che troppo spesso, nel corso di questi anni è rimasta celata, dietro il velo di omertà della “casta”, dietro l’emergenza e la conseguente militarizzazione del territorio. Nelle prossime settimane ci attiveremo presso la nostra comunità per verificare la possibilità di istruire un’azione collettiva a risarcimento dell’eventuale danno subito, chiediamo al Comune nella persona del Sindaco Pro Tempore di attivasi con identica azione e di convocare con la massima urgenza un Consiglio Comunale per discutere tale orgomento”.

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