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CULTURA

Bach nell’interpretazione dell’Hortus Conclusus

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Domani, alle ore 18, presso l’auditorium “Gianni Vergineo” del Museo del Sannio, appuntamento con l’orchestra da camera Hortus Conclusus, violino solista e maestro concertatore Marco Serino. L’ ensemble, composto da giovani studenti del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, eseguirà due concerti per violino solista, un concerto per due violini e l’aria tratta dalla Suite n. 3, meglio conosciuta come l’aria sulla quarta corda, composti da Johan Sebastian Bach. Questo il programma della serata: dalla Suite n.3  in Re Magg. BWV 1068: Air; Concerto per violino archi e continuo in la min. BWV 1041: Allegro-Andante-Allegro assai; Concerto per violino archi e continuo in Mi Magg. BWV 1042: Allegro-Adagio-Allegro assai; Concerto per due violini archi e continuo in re min. BWV 1043: Vivace-Largo ma non tanto-Allegro.
Costruite perfettamente e uniche nelle sonorità, le composizioni di Bach raggiungono l’ideale di conciliare originalità concettuale, precisione tecnica e bellezza estetica. Ogni singola parte è caratterizzata dalla massima precisione, cosicché l’insieme raggiunge una perfezione stilistica che procede di pari passo con la piacevolezza sonora. Confrontarsi con un repertorio così rilevante scopre l’impegno e la passione di studenti e docenti del conservatorio sannita, un impegno accompagnato dalla ricerca storica sfociato nell’esecuzione dei brani con archetti barocchi.
I giovani strumentisti – Violini I: Mariarosa Grande, Elisabetta Musco, Bernardo Savastano; Violini II: Laura Quarantiello, Adele Tammaro, Emanuele Procaccini, Annamaria Bonsante; Viole: Eduardo Caiazza, Domenico Ventrone, Maurizio Tarsitani; Violoncelli: Sergio De Castris, Giovanni Sanarico, Leonardo Massa; Contrabbasso: Valerio Mola; Clavicembalo: Carla D’Onofrio – saranno diretti dal M° Marco Serino, docente di violino presso il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento.

***
Hortus Conclusus, nome mutuato – come una sorta di contrappasso – dall’orto che in città ospita le opere dell’artista Mimmo Paladino, è l’ensemble d’archi del Conservatorio che si specializza nell’interpretazione della musica antica. Il progetto, curato dal violinista Marco Serino, docente dell’Istituto di Alta Formazione Musicale, è sostenuto dal contributo didattico delle classi di provenienza degli studenti, che sono parte attiva e protagonisti del percorso formativo. L’Hortus Conclusus ha al suo attivo una intensa attività concertistica che lo ha visto, tra l’altro, ospite della Fondazione Stradivari di Cremona, della Fondazione Mayer di Firenze, nelle diverse edizioni delle Festa della Musica e impegno con solisti come Mauro Russo, primo fagotto dell’Orchestra del Teatro San Carlo, Giulio Rovighi, primo violino del quartetto Prometeo, Gianluca Giganti, primo violoncello dell’Orchestra del Teatro San Carlo e Marco Serino, primo violino del quartetto Bernini.

Violinista eclettico, Marco Serino è considerato uno tra i più interessanti violinisti italiani della sua generazione per la versatilità del repertorio e per la sua comunicatività (Washington Post). Dopo aver compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, si è perfezionato presso l’ Hochschule fur musik di Vienna, la Pro Quartet di Parigi, il Royal College di Londra e il Conservatorio Superiore di Ginevra dove gli è stato conferito il prestigioso “Premier prix de virtuositè” per il violino. Parallelamente ha compiuto gli studi classici presso l’ Università di Bologna laureandosi con una tesi sull’ Arte della fuga di J. S. Bach. Da questo momento ha coltivato un particolare interesse per la musica barocca e quella del periodo Classico, con attenzione sempre più crescente per l’ interpretazione su strumenti storici. Si è esibito come solista con importanti orchestre quali la Toscanini di Parma, la Scarlatti di Napoli, I Musici, I Solisti di Bologna, la Sinfonica Abruzzese, la Filarmonica di Gyor, l’ Orchestra del Conservatorio di Ginevra e Roma Sinfonietta. Suona un violino Niccolò Amati, Cremona, 1661 e un arco di Leonard Tourte, Parigi 1770 ca.  

 

 

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