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SANNIO

Gestione pubblica dell’acqua, “Apollosa in MoVimento” scrive all’assessore Catalano

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Gli attivisti del gruppo politico “Apollosa in MoVimento” hanno inteso rispondere con una lettera pubblica alla nota con la quale l’assessore del comune sannita, Enzapaola Catalano, qualche giorno fa, ha commentato negativamente la notizia apparsa sulla stampa della costituzione in paese di un Comitato Civico in difesa della gestione pubblica dell’acqua e della volontà di avviare la raccolta delle firme per l’indizione di un referendum comunale sulla questione.

“Noi attivisti di “Apollosa in Movimento”, insieme ai consiglieri di minoranza e ai promotori del costituendo comitato civico “Difendiamo l’acqua pubblica”, – si legge – chiediamo che possa essere data la possibilità ai cittadini di Apollosa, attraverso un referendum, di decidere su una questione che potrebbe avere conseguenze economiche e politiche significative per il paese nei prossimi anni. Ma, prescindendo dalle sterili polemiche che ruotano attorno ad una questione oramai annosa, sembra proprio che la nostra iniziativa (costituzione di un Comitato e proposta di un referendum comunale), vi abbia infastidito.

Dalle sue parole emergono inesattezze ed incongruenze. Le rispondiamo punto per punto. Lei ci accusa di usare in modo strumentale il tema dell’acqua pubblica e di «non tener conto del dato reale» (i gravi disservizi e la situazione in cui versa ACS). Ci sfugge il senso di questa affermazione. Nessun gruppo o partito politico ad Apollosa negli ultimi anni ha attenzionato il problema idrico più del nostro. Non capiamo rispetto a cosa, dunque, il nostro NO A GESESA sarebbe “strumentale”. Noi non facciamo campagne elettorali e le nostre iniziative non hanno mai avuto altra finalità che non fosse quella dell’interesse generale. Anzi, se abbiamo deciso di assumerci la responsabilità di promuovere la costituzione di un Comitato ad hoc, super partes, è stato proprio per evitare di politicizzare una questione che riguarda tutti i cittadini, al di là della fede politica di ognuno.

Ci sorprende molto da parte sua l’uso del condizionale (risiederebbero…potrebbe) quando, parlando delle motivazioni che starebbero dietro il nostro NO, accenna al rispetto della volontà popolare. Lei che milita da anni nel PD dovrebbe sapere che il rispetto della volontà popolare, almeno in democrazia, non può che essere incondizionato, qualunque possa essere la ragione, anche nobile, che induca ad atteggiamenti diversi. Non è questione di volere o non volere. Un’Amministrazione che abbia rispetto dei cittadini non può eluderne la volontà. E gli apollosani, gentile Assessore, su questa questione, che non è, precisiamolo, l’acqua pubblica, ma la gestione pubblica dell’acqua (cosa ben diversa!), si sono espressi in modo

inequivocabile non una, ma ben due volte. La prima volta in occasione del referendum del 2011 con percentuali bulgare (96,74% per il primo quesito; 97,09% per il secondo); la seconda proprio in occasione della vostra consultazione popolare, quella del 2014. È vero che allora «la maggioranza si espresse sul cambio gestore», ma Lei non può fingere di ignorare che ogni volta che si ricorre al popolo per conoscerne l’opinione il minimo richiesto per considerare valido il risultato è che ad esprimersi sia almeno il 50% + 1 degli interpellati. E, purtroppo, allora questo non avvenne, perché delle 746 schede che furono distribuite solo 333 tornarono indietro, ovvero meno del 45%. Un numero piuttosto lontano dal quorum, non le pare? Questo dato avrebbe dovuto piuttosto indurvi a cambiare rotta e a concentrarvi su altre vie.

Sì, perché quella del cambio di gestione non era allora e non è adesso «l’unica praticabile». Ve lo facemmo notare già in quel 2014 quando, appena nati, intervenimmo subito sulla questione idrica. Allora vi chiedemmo le ragioni per cui il Comune di Apollosa, nonostante la gravità e l’annosità del problema e nonostante i vostri proclami in campagna elettorale, non avesse ancora un progetto definitivo/esecutivo di ristrutturazione integrale della rete idrica. Si ricorda la risposta? Noi sì! Il Sindaco ci rispose che l’unico progetto idoneo di cui il Comune disponeva per partecipare al programma di accelerazione della spesa, lo stesso che proprio in quel periodo stavo portando milioni nelle casse di altri Comuni per la rete idrica, «era quello relativo alla rete fognaria» e che questo intervento era da considerarsi assolutamente prioritario «atteso che il Comune di Apollosa è stato sottoposto ad indagini per eventuali reati ambientali riguardanti proprio la rete fognaria di via Mazzoni e via Pacilli».

Caro Assessore, i lavori alla rete fognaria sono stati fatti. Come, lo sa meglio di noi. Ma quello che è sconcertante è che ad oggi, agosto 2018, la situazione di via Mazzoni e via Pacilli non è stata ancora sanata ed è rimasta quella che era allora! Se nel 2014 si parlava di “eventuale” reato ambientale, come dovremmo descrivere oggi la situazione a distanza di 4 anni? Furono, dunque, «ragioni tecniche e non politiche», come ci fu detto, quelle che indussero la prima Amministrazione Corda a considerare prioritaria la rete fognaria e non la rete idrica? Fu per “senso di responsabilità” che si individuò come unica soluzione percorribile per risolvere il problema dell’acqua l’affidamento della gestione del servizio ad una società a capitale pubblico e privato, in barba alle leggi dello Stato e alla volontà popolare?

Non crediamo sia necessario ricordarLe, ma lo facciamo lo stesso, che la programmazione degli interventi strutturali sulla rete idrica non è a carico del gestore, ma del proprietario della rete, cioè del Comune. Era, dunque, responsabilità dell’Amministrazione, fin dal suo primo insediamento, mettere il gestore, Alto Calore Servizi spa, in condizione di poter portare acqua nelle case dei contribuenti senza dover registrare quotidianamente perdite pari al 60% della risorsa erogata. Ma è sufficiente leggere le carte, le vostre delibere di Consiglio e di Giunta, dal 2014 ad oggi, per constatare con quanta ipocrisia, pregiudizio, saccenza avete gestito negli ultimi anni il vostro rapporto con ACS, scaricando su questa società pubblica tutta la responsabilità del disservizio. Un atteggiamento pilatesco intollerabile! É assurdo che la vostra Amministrazione, che ha approvato un progetto definitivo ed esecutivo di ristrutturazione della rete solo pochi mesi fa, abbia finto di voler collaborare con ACS, una società pubblica di cui il nostro Comune è socio, mentre nel frattempo si accordava con un’altra società, partecipata da capitali privati, per consentire a questa di mettere le mani sulla rete idrica del paese!

Nella sua nota Lei ci accusa di aver mentito alla cittadinanza parlando di aumenti in bolletta, in vero facilmente deducibili da quanto stabilito nella convenzione che avete presentato al pubblico. Dobbiamo pensare che Lei, Assessore, non abbia letto il documento, perché solo così si spiega come Lei possa dire che quegli aumenti sono «assolutamente esclusi in convenzione». Forse le è sfuggito qualche passaggio. Glielo ricordiamo noi.

Nell’art. 8 della convenzione si legge: «qualora non fossero disponibili o sufficienti i contributi pubblici [necessari alla progettazione e alla realizzazione di interventi sulla rete], e il Comune e la Società giungessero ad un’intesa al fine di coprire in tutto o in parte i relativi fabbisogni finanziari con i mezzi della Società medesima, la determinazione dei relativi aumenti delle tariffe e/o dei compensi cui la Società avrà diritto, sarà effettuata in base ai criteri stabiliti [dalla presente convenzione]» e corrisponderanno «alle quote di finanziamento apportate». E ancora nell’art. 9: «…resta inteso che tutte le attività che saranno espletate e/o i finanziamenti che saranno erogati dalla Società…restano subordinati all’effettiva possibilità di un relativo integrale recupero in tariffa». Cosa c’è da aggiungere? Se Lei poi è così convinta, come sostiene, che quegli interventi necessari potranno essere fatti con il finanziamento pubblico che avete chiesto, perché insistere tanto sul cambio di gestione e correre il rischio di dover chiedere a GESESA di fare, a spese dei cittadini, quello che tra non molto sarà possibile fare a costo zero?

Lei ci chiede cosa proponiamo noi per risolvere il problema idrico. Lo abbiamo detto tante volte. Mantenere la gestione totalmente pubblica dell’acqua! Che vuol dire? Innanzitutto bloccare con il referendum che proponiamo il recesso da ACS e il passaggio a GESESA; contribuire, per quel che compete al nostro Comune, al risanamento finanziario dell’azienda Alto Calore Servizi spa, chiedendo che si faccia finalmente chiarezza su quanto avvenuto in questi anni di “allegra” gestione e pretendendo che chi ha sbagliato paghi; fare pressione in Regione affinché il progetto presentato venga finanziato al più presto. All’uopo si potrebbero sollecitare i deputati e i senatori sanniti, soprattutto quelli del M5S, nonché il consigliere regionale Mortaruolo ad interessarsi alla vicenda. In tal modo siamo convinti che la questione sarebbe risolta senza che sia necessario vendere l’anima al diavolo.

Vogliamo infine cogliere al volo la timida apertura che Lei ci ha fatto definendo “condivisibile” la nostra battaglia. Noi non siamo contro l’Amministrazione. Noi siamo contro chi vuole lucrare e speculare sull’acqua pubblica. Se riuscissimo a portare dalla nostra parte anche la maggioranza che attualmente governa il paese sarebbe una vittoria per tutti e di tutti perché, come ci ha ricordato nel suo intervento Padre Alex Zanotelli, «se la reazione non parte dal basso, se non sono i Comuni a reagire, non c’è speranza per questo Paese». Apollosa potrebbe essere il primo Comune del Sannio a dire NO a GESESA; il primo Comune campano a dire NO ad ACEA! È questo che Noi vogliamo! É per questo che noi ci batteremo”.

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