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POLITICA

Sanità, Ianaro (M5s) attacca: “Siamo la ‘Cenerentola’ della Campania”

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Leggo con interesse la preoccupazione del Dott. Errico «circa l’eventuale accorpamento dell’Asl di Benevento con quella di Avellino» finalizzata alla creazione di una macroarea che rispetti gli standard prefissati dal dm 70/15. Il tema mi è caro, e prendo spunto da questa accalorata e quanto mai tempestiva denuncia del Dott. Errico che, come sottolineato, avrà come effetto finale un indebolimento della Asl Benevento. In particolare, – scrive in una nota Angela Ianaro, candidata M5S al Collegio uninominale Camera Benevento – riporto parte integrante del nuovo piano sanitario della Regione Campania relativamente alla riduzione del numero di posti letto solo per la suddetta macroarea: «Ridistribuzione per macroaree – variazioni: Avellino/Benevento: meno 187 posti letto (era sovradimensionata) – da 2961 a 2790. Mentre Caserta, Salerno e Napoli registrano un incremento dei posti letto pari a più 604, più 254 e più 966 rispettivamente».

Siamo come sempre – spiega nel comunicato – la “Cenerentola” della Campania. Voglio solo fare una considerazione di carattere personale, visto che non sono un medico né un tecnico ma un semplice cittadino, docente di Farmacologia e prestato temporaneamente alla politica. La riorganizzazione avviata con il Dm 70/15 sulla rete ospedaliera aveva come scopo principale una razionalizzazione della spesa sanitaria finalizzata all’ottimizzazione delle riscorse, ma era insita nel progetto la promessa di un’assistenza H24 sul territorio.

Tale promessa nella nostra provincia è una chimera, e il risultato evidente è che, una volta dimesso dall’ospedale, il paziente è abbandonato a se stesso senza alcuna continuità di cura, con cure domiciliari difficili da attivare. Tutto ciò ha come unico risultato tangibile che l’assistenza del malato dimesso è esclusivamente a carico dei familiari che pagano di tasca propria, spendendo migliaia di euro tra infermieri specializzati, farmaci e assistenza domiciliare. La punta massima dell’inadeguatezza si raggiunge quando il malato ha bisogno di cure e il proprio medico di base non c’è, suscitando la necessità di rivolgersi al Pronto Soccorso. Ed eccoci al punto dolente dell’intera questione: il Pronto Soccorso. Riporto solo alcuni dati relativi al Pronto Soccorso (PS) dell’ospedale Rummo.

In questi primi due mesi dell’anno si sono registrati meno accessi rispetto allo scorso anno, mentre le barelle sono aumentate con picchi di 40-45 pazienti in sosta presso i locali del PS per 24-48-72 ore. C’è una totale mancanza di organizzazione tra PS e unità operative a causa di una direzione sanitaria aziendale inesistente. Da anni si parla di aprire una osservazione breve intensiva (OBI) presso il PS per dare al paziente un posto letto e fornire un’assistenza adeguata.

A tutt’oggi non c’è traccia di questo servizio nonostante in data 16.01.2017, più di un anno fa, la Direzione sanitaria aziendale dichiarava: «Sono stati organizzati interventi di ampio respiro organizzativi e strutturali i cui effetti saranno visibili progressivamente nei prossimi mesi; tali azioni prevedono nel breve termine, verosimilmente entro la fine della corrente settimana, l’attivazione di 4 posti letto tecnici OBI, con un primo ampliamento dei locali del Pronto Soccorso e di 7 posti letto in medicina interna sempre al servizio del PS sempre per incrementare la capacità».

A questo punto – prosegue Ianaro – cosa altro dovrei aggiungere allo sconfortante quadro che si delinea davanti ai nostri occhi? Chiusura di reparti, affollamento del PS, TAC rotte da tempo e obsolete con personale medico andato in pensione o trasferito e mai sostituito. È intollerabile che in un paese civile i pazienti ricoverati possono fare una TAC solo dopo circa 3-4 settimane dal ricovero oppure che vadano tutti in urgenza, anche quelli ordinari, con conseguente congestionamento del PS. È questa dunque la «gestione oculata delle risorse che l’Azienda Ospedaliera “Gaetano Rummo” di Benevento porta avanti, cui corrisponde un’eccellenza sul piano terapeutico», come si legge nel comunicato? Apparterrò anche alla schiera degli «incapaci» come ci hanno definito i nostri avversari politici in diverse occasioni, ma sono capace di leggere i comunicati stampa e le promesse pre-elettorali che ci hanno propinato in questi anni di “mala gestio” delle risorse. Nel Programma del Movimento 5 Stelle in materia di Salute, al primo punto vi è riportata in grassetto una frase che vi cito testualmente: «Rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità, eliminando il criterio della fiduciarietà degli incarichi dei direttori generali da parte del presidente di regione e ridistribuire il potere decisionale dei direttori generali prevedendo nuovi e diversi criteri di nomina sia dei medesimi direttori generali e sia dei direttori sanitari e amministrativi basati su procedure ad evidenza pubblica, sulla base di competenze ed esperienze certificate, previa verifica di assenza di qualsiasi conflitto d’interesse…».

L’Elenco nazionale degli idonei alla carica di Direttore generale delle Aziende sanitarie locali, pubblicato in queste ore dal ministro Lorenzin nel pieno della campagna elettorale dopo un parto durato mesi, – conclude la candidata M5s – non incide realmente sul problema: se i cittadini vogliono che qualcosa finalmente cambi e che le fasce più deboli della popolazione abbiano finalmente una voce, ora sanno cosa fare”.

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