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CRONACA

‘Ritenuta non sana di mente, ma avevo un tumore’: sannita denuncia caso di malasanità

Interviene il dottore De Lorenzo: "Il governatore De Luca dovrebbe provvedere alla immediata rimozione del direttore sanitario del Rummo"

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“Ritenuta non sana di mente al Pronto Soccorso del “Rummo”, sono invece affetta da carcinoma con metastasi”. E’ l’incipit di una lettera inviata alla nostra redazione da una 60enne sannita per denunciare un caso di malasanità. La donna ha anche presentato una denuncia alla Questura del capoluogo lo scorso 20 settembre.

“Dopo essere stata vittima, in questi giorni, di un gravissimo episodio di malasanità – si legge nella nota – e al fine che venga fatta giustizia ed altri per il futuro non si trovino a vivere la mia stessa drammatica esperienza, espongo ciò che segue precisando che dell’accaduto è stata presentata denuncia a corredo della quale ho allegato tutte le prove a conferma di quanto asserito. Per questo, voglio sperare che, con sollecitudine, la Magistratura dia avvio ad una indagine che faccia emergere le singole responsabilità di una vicenda che è poco definire allucinante.

Infatti – scrive la donna -, a seguito di alcuni disturbi insorti vari mesi or sono, senza risparmiarmi e pagando anche onorari, senza il rilascio di alcuna ricevuta fiscale, a sanitari che operano in strutture pubbliche, sono stata sballottata da più parti sempre con l’assicurazione che non avessi alcunché di serio. Nomi ed ambulatori sono stati dettagliatamente descritti nella denuncia presentata. Ad un tratto, malgrado, ripeto, sempre assicurata, manifestando in primavera dolori lancinanti in regione lombosacrale ho consultato privatamente un ortopedico che mi ha sottoposto a ben otto infiltrazioni, a cadenza settimanale, il martedì per la precisione.

A conclusione dell’iter, a metà luglio, l’ortopedico – racconta la lettera – mi ha suggerito di ripetere lo stesso ciclo, sempre a pagamento malgrado lui sia ospedaliero, in autunno, rassicurandomi, poichè continuavo a lamentarmi, che l’effetto della cura si sarebbe visto a distanza. Ciò non è avvenuto. Anzi, il dolore, giorno dopo giorno, è andato sempre più aumentando al punto che, non sopportandolo, la notte del 22.07.2017, alle ore 02:56, i miei congiunti mi hanno portato presso il Pronto Soccorso dell’A.O. “Rummo”. Qui, mi sono stati praticati antidolorifici in flebo e, poi, dopo la permanenza dell’intera notte su di una barella, la mattina del 23.07.2017, finalmente, è stata richiesta una consulenza ortopedica.

Lo specialista di turno – spiega la 60enne -, dopo avermi visitato, senza anche lui preoccuparsi di sottopormi ad alcuna indagine neanche dopo essere stato edotto del lungo mio peregrinare dei mesi precedenti, mi ha diagnosticato una “lombocruralgia da sospetta ernia discale”. A conclusione, quest’ultimo, dinanzi alle mie urla di dolore, tra l’altro aggravate dalle manovre praticate nel corso della visita, convinto che si trattasse di una mia esagerazione, ha consigliato i miei familiari di consultare “un medico dei pazzi”. Così, seguendo il suo suggerimento, il giorno dopo, di buon mattino, alle ore 06,30, abbiamo consultato il Dr. Giuseppe De Lorenzo. Questi, nel referto stilato presso il suo studio, ha escluso la presenza di problemi psichici e ci ha invitato a praticare, senza ulteriori indugi, una risonanza magnetica. Tra l’altro, nel suo referto ha scritto”…..non turbe psichiche…..disturbo non da origine erniaria, ma dubbia?”.

L’indagine praticata – conclude la lettera – è stata senza appello: “Metastasi ossee da carcinoma mammario”. Nulla c’è da aggiungere. Ora sono curata altrove anche se sia stato perso tempo prezioso. Chiedo giustizia e non mi fermerò sino a quando ciò non avverrà”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il dottore Giuseppe De Lorenzo, attraverso una nota alla stampa: “In riscontro alle continue richieste pervenute in queste ore presso il mio studio da parte dei rappresentanti della stampa al fine di ottenere più dettagliate informazioni su quanto alla paziente che ha presentato denuncia in Questura, ritenendosi vittima di un grave episodio di malasanità, si è verificato, onde non generare, involontariamente e non corrette interpretazioni sull’accaduto, ritengo doveroso esporre ciò che segue.

Anche se fedele al pieno rispetto della deontologia professionale, – prosegue De Lorenzo – mi è impossibile, da cittadino e da medico, non esternare il mio più vivo disappunto per quanto si è verificato. L’interessata, pur avendo seguito, sin dalla comparsa dei primi sintomi, senza risparmiarsi, tutti i protocolli necessari, si è trovata, suo malgrado, vittima di un meccanismo infernale le cui tappe, senza gli indugi cui siamo usi, devono essere valutate con sollecitudine dalla magistratura inquirente, nonché dal Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che, qualificatosi, sempre ed in ogni occasione, garante di una sanità rinnovata, sta portando, con la nomina di alcuni Direttori Generali, più incompetenti di quelli precedenti, allo sfascio totale dell’assistenza.

L’ultimo anello di una catena perversa, di cui la denunciante in oggetto è stata vittima indifesa, è stato quello verificatosi presso il Pronto Soccorso dell’A.O. “Rummo”, già teatro, in questi ultimi tempi, di episodi gravissimi, ove la stessa, dopo la consueta e lunga permanenza in barella, è stata invitata a rivolgersi al “medico dei pazzi”.

E, guarda caso, è stato proprio quest’ultimo a sospettare, così come una risonanza magnetica ha confermato, che la stessa fosse affetta da carcinoma già, purtroppo, con metastasi in atto.

Non credo sia necessario aggiungere altro. Il Governatore De Luca, così come ha fatto, giorni fa a Napoli, quale primo atto, confermate le tappe sofferte dalla paziente (consulti medici ripetuti, alcuni con onorari senza ricevute effettuati privatamente da medici dipendenti, episodio gravissimo e senza giustifiche del Pronto Soccorso) dovrebbe provvedere alla immediata rimozione del Direttore Sanitario del “Rummo” che, ancora oggi, a distanza di mesi, non ha provveduto ad intervenire con concretezza dopo la morte di Rocco Laudato, deceduto su di una barella, proprio nel Pronto Soccorso, nei giorni di Natale, lasciando, ancora oggi, medici ed infermieri, cui va tutta la mia convinta solidarietà, a lavorare in condizioni disumane. Di qui, in ultimo, a ritenere non sano di mente chi, invece, è portatore, e da mesi, di un cancro già con metastasi”.

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