Sindacati
Servizio 118, i sindacati rispondono alla Misericordia
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“Diamo atto agli 80 lavoratori del 118 di aver scelto la singola contrattazione privatistica mediata da propri legali al fine di “accettare” la proposta di Misericordia che prevede la rinuncia agli arretrati contrattuali. Ne diamo atto anche con soddisfazione, se la scelta dei lavoratori è libera e consapevole, prendiamo atto quindi della responsabilità diretta che essi hanno voluto per se stessi, persino accollandosi singolarmente il costo della prestazione legale con la quale si rinuncia liberamente ad una parte del proprio salario”. Così in una nota la Fp Cgil, la Uil Fpl e la Usb.
“Auspichiamo anzi – aggiungono i sindacati – che anche la rimanente parte dei lavoratori intraprenda altrettanto liberamente la stessa posizione, purchè sia sin da subito scongiurata ogni altra previsione tesa a disfarsi dei lavoratori che, ad oggi, sembrava ne avessero già viste di tutti i colori, e che invece sono stati costretti ad apprendere che al peggio non vi è mai fine, e che c’è dell’ altro, anzi, li invitiamo a tenere gli occhi bene aperti per il futuro poiché a questo punto potranno liberamente aspettarsi di dover liberamente fare nuove scelte.
Ma è comunque positivo il fatto che la libera scelta di ognuno sia assolutamente ponderata con i propri interessi. A questo punto è vero che i sindacati non hanno più un ruolo, come qualche illuminato giornalista scriveva qualche giorno fa con il plauso di coloro che, grazie al job act, fortemente contrastato dai sindacati, oggi si sentono in vena di fare ironia sulla pelle dei lavoratori, dopo averli spennati.
La fortuna però vuole che determinate prassi, per quanto obsolete nella mente di certi capitani d’ industria marchionnizzati, – continuano nella nota – siano ancora in vigore, come ad esempio le contrattazioni sindacali a margine delle quali si stilano ancora dei verbali. Ed è su questi verbali che si legge a chiare lettere che le scriventi sigle sindacali non hanno mai osteggiato la contrattazione territoriale, non hanno mai preteso unilateralmente delle rivendicazioni, e per di più hanno accettato sin da subito di evitare il passaggio da 36 a 38 ore, diversamente da quanto ancora ostinatamente si tende a dichiarare.
Prendiamo anche atto però dell’orgoglio che ne deriva dall’ essere osteggiati da questa nuova classe imprenditoriale che oscilla tra job act e deregulation in pieno stile globale, e che in virtù del liberismo toucourt lascia assoluta libertà di scelta ai lavoratori di contrattare singolarmente la perdita dei propri diritti. Noi sindacati saremmo ancora delle associazioni di vecchio stampo, ma di sicuro non facciamo ricorso a terminologie anglofone, a depistaggi informativi e ripercussioni per ribadire che chi lavora ha diritto ad essere pagato soprattutto se i soldi sono della collettività.
Possono trascorre anche dei secoli, ma i problemi, seppur con differenti nomi, – concludono i sindacati – rimangono gli stessi. Per il resto siamo assolutamente disponibili (come sempre), anche ad un confronto aperto a tutte le parti, Misericordia compresa, ove dimostrare che quanto sin qui sostenuto, è supportato da verbali di contrattazione, quella contrattazione che per Misericordia è divenuta carta straccia”.