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Benevento celebra la Festa della Repubblica con la cerimonia in piazza Castello e la calata del Tricolore

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La città di Benevento celebra con un rito solenne il 69esimo anniversario della proclamazione della Repubblica. Questa mattina i cittadini si sono radunati in piazza Castello, insieme ai sindaci dei comuni sanniti e alle massime cariche istituzionali, per festeggiare il risultato ottenuto, in maniera democratica e per la prima volta a suffragio universale, nel famoso referendum del lontano 1946 che proclamò la nascita della Repubblica Italiana.

Le celebrazioni della Festa della Repubblica hanno preso il via con la disposizione di una corona d’alloro ai piedi del Monumento dei Caduti. Un momento di forte emozione che ha suscitato nei partecipanti sentimenti di patriottismo e di rispetto per gli uomini che nel corso della storia hanno perso la vita per difendere il Paese.

“Come recitano anche le parole che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a noi Prefetti – ha spiegato Paola Galeone, Prefetto di Benevento – questa del 2 giugno è la festa civile più importante per gli italiani”.

Anche il primo cittadino di Benevento, Fausto Pepe, ha voluto rivolgere un messaggio incoraggiante a tutti i presenti, un invito a credere ed avere ancora fiducia nelle istituzioni che governano il Paese, ricordando anche le difficoltà che attualmente attanagliano l’Italia intera.

La manifestazione si è conclusa con la calata e l’esposizione del Tricolore, da parte dei vigili del fuoco, sulla facciata del Palazzo del Governo, accompagnati dai brani interpretati dalla fanfara del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

L’ALLOCUZIONE DEL SINDACO PEPE – E’ un grande onore per me, come lo è sempre stato in questi dieci anni da Sindaco, essere su questo palco a rivolgere il saluto mio e dei cittadini di Benevento alle autorità civili, militari e religiose del nostro territorio, intervenute oggi a celebrare uno tra i momenti più alti e significativi della storia del nostro Paese. Il 2 giugno, giorno nel quale si celebra l’anniversario del referendum con il quale le italiane e gli italiani scelsero di non essere più sudditi ma cittadini liberi e uguali, rappresenta per tutti noi non solo una festa civile, ma soprattutto il giorno in cui tutti possono a buon diritto ricordare di essere parte della stessa grande famiglia, la Repubblica. Quella Repubblica per la quale tutti i suoi cittadini “hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Un giorno importante per ribadire ai tanti italiani e soprattutto ai giovani che versano in condizioni di grave difficoltà a causa della crisi e della mancanza di lavoro e a coloro che non sentono pienamente riconosciuti i propri diritti, che chi ha l’onore e la responsabilità di rappresentare la Repubblica nelle istituzioni ha tra i suoi più alti compiti, e cito nuovamente la Carta fondamentale, quello di lavorare affinché vengano “rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Lo ha ribadito lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella che si è appellato a tutti coloro che esercitano funzioni pubbliche affinché prendano decisioni efficaci che garantiscano, in modo uniforme in tutte le aree del Paese, i diritti fondamentali e la pari dignità sociale dei cittadini come condizioni indispensabili per conservare la coesione sociale e per spingere più in alto il livello di sviluppo e competitività del Paese. La Repubblica ha dunque il dovere di non lasciare nessuno indietro!

Di non lasciare indietro il Mezzogiorno che mentre nel resto del Paese si iniziano a vedere i primi timidi segnali di ripresa, soffre ancora di livelli di disoccupazione e povertà altissimi; di non lasciare indietro nemmeno chi comprensibilmente vede nell’Italia una meta di libertà e democrazia.

La consueta generosità ed il profondo senso di giustizia e solidarietà del popolo italiano non si fermano davanti alle coste del canale di Sicilia. Così, mentre il dibattito politico in merito ha toccato in tempi recenti livelli bassissimi, abbiamo assistito e assistiamo quotidianamente all’incredibile sforzo di solidarietà e di accoglienza di quanti, cittadini e istituzioni, affrontano l’emergenza migranti. Sono costoro che danno vero ed attuale senso ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale richiamati nella Costituzione.

Questo e molto altro è la nostra Repubblica italiana, fondata sull’incontro dei valori più nobili espressione delle varie sensibilità che all’indomani del conflitto mondiale animavano il dibattito nel Paese e perciò massimamente democratica e inclusiva.

Oggi non veniamo da una guerra devastante come in quel 1946 ma le difficoltà negli ultimi anni non sono certo mancate. Ed allora possiamo prendere esempio da quel coraggio, da quell’entusiasmo, da quella passione civile che nonostante la guerra e la fame mossero l’animo e le gesta degli italiani di quegli anni, per ripartire anche noi, per lavorare e spingere affinché si torni ad essere un Paese che cresce, che offre opportunità ai suoi cittadini e a chi vede nell’Italia la possibilità di un nuovo inizio; un Paese che non giudica e non esclude chi è diverso ma che consente a tutti di contribuire al progresso economico, civile e sociale.

E’ questa l’ultima volta che ho l’onore di parlare su questo palco in questa ricorrenza da Sindaco della mia amata città e voglio cogliere l’occasione per ringraziare quanti in questi anni, istituzioni e cittadini, hanno accompagnato e agevolato il mio difficile compito che ho provato a svolgere con responsabilità e onore e nell’esclusivo interesse della mia città e dei miei concittadini. A loro, ai beneventani, va il mio caloroso augurio in questo 2 giugno! W l’Italia! W la Repubblica! W Benevento!”.

IL MESSAGGIO DI RICCI – “Le Ricorrenze servono a ricordare quanto hanno fatto i nostri padri, ma anche a chiederci se noi siamo stati in grado di fare quello che i nostri padri hanno chiesto a noi stessi. Questo è il senso profondo della Festa del 2 giugno che ricorda la scelta operata dagli Italiani e dalle Italiane nel 1946 circa la forma di governo: la Repubblica”.

E’ quanto ha dichiarato nella sua Allocuzione davanti al Monumento ai Caduti in piazza Castello del capoluogo sannita il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci nel corso della Cerimonia del 2 giugno dinanzi al Prefetto, all’Arcivescovo Metropolita, alle Autorità civili e militari, alle rappresentanze delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, alla Croce Rossa, alle Associazioni combattentistiche, all’Unicef, e ai semplici cittadini.

“In questa Festa nazionale noi dobbiamo interrogarci – ha proseguito Ricci – sul cammino che abbiamo percorso e su quello che abbiamo di fronte: da dove veniamo e dove stiamo andando? Nel 1946 questa Città – ha spiegato il Presidente – aveva una sfida da superare: quella della ricostruzione. Le macerie erano dappertutto e non si trattava solo di macerie metaforiche, di sentimenti e di affetti; ma macerie nel senso letterale del termine dopo i devastanti bombardamenti del 1943 che l’avevano rasa al suolo. Ebbene Benevento seppe vincere quella sfida. Ma oggi – ha continuato Ricci – dobbiamo affrontarne almeno due altre e, purtroppo, altrettanto pesanti: quella della crisi economica che continua a stringere la sua morsa su tutti noi e quella della immigrazione senza freni e quotidiana da parte di gente disperata che preme alle nostre frontiere”.

Contestata duramente la solitudine in cui è stata lasciata su questo fronte l’Italia da parte dell’Unione Europea, il Presidente della Provincia di Benevento ha chiesto al Governo un’azione decisa sottolineando la grave preoccupazione che si registra anche nelle aree interne sannite per i flussi migratori.

Il Presidente Ricci infine ha esortato ad avere fiducia nelle Istituzioni: “Le Istituzioni non sono contro i cittadini; magari lo sono talvolta alcuni uomini che le guidano. Ma la nostra forma di governo repubblicano – ha concluso Ricci – è un’opportunità per tutti, perché restituisce a ciascuno di noi la possibilità di decidere democraticamente del proprio futuro e del proprio destino. Oggi, all’indomani di una dura tornata elettorale, dobbiamo tutti ritrovare il senso dell’unità e combattere insieme, senza distinzioni politiche di appartenenza, per la rinascita del Sannio”.

IL MESSAGGIO DI BOSCO (UIL) – “L’Italia è molto legata alla Festa della Repubblica, ovvero al ricordo di quando il 2 giugno del 1946 si tenne il referendum a suffragio universale, in cui gli italiani scelsero la Repubblica e dissero no al Re.

Ma il pensiero non può che andare alla memoria dei militari italiani che hanno perso la vita al servizio della Patria. Proprio le Forze Armate italiane sono impegnate tutti i giorni in un grande lavoro nel prevenire i conflitti aperti in ogni parte del Mondo.

Il Paese necessita di soluzioni ai tanti problemi che affliggono la società e come forza sociale non posso fare altro che sottolineare che c’è bisogno di crescita, solidarietà e lavoro, obiettivi che se non traguardati possono riportare l’Italia nel concreto pericolo di  una involuzione politica, sociale ed economica.

E allora il governo Renzi deve lavorare nella direzione di restituire potere d’acquisto ai pensionati e ai lavoratori, iniziando dal rinnovo dei contratti scaduti, operazione che può favorire il circolo virtuoso legato alla ripresa dell’economia”.

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