Provincia di Benevento
“Perché le streghe dicevano di venire a Benevento”: sabato un convegno sul tema al Museo del Sannio
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Perché le streghe dicevano di venire a Benevento, perché usavano la scopa o il caprone per spostarsi, perché si incontravano sotto al noce, perché a Benevento si chiamavano “janare”: questi e altri interrogativi di natura antropologica, sociologica e psicologica troveranno una risposta durante il convegno sul tema organizzato per sabato 27 settembre alle 17 .30 presso il Museo del Sannio dalla Provincia di Benevento e nato da un’idea delle associazioni “Bellezza Orsini” e “Biblioteche Beni culturali e Territorio”.
Il dibattito a cui prenderà parte, tra gli altri, l’esperto Paolo Portone, si snoderà intorno all’ultima fatica editoriale di Enzo Gravina dal titolo “Streghe e Magia” e si concluderà con un concerto del trio chitarristico del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, con i maestri Mario Fragnito, Paolo Lambiase, Pietro Viti che eseguiranno brani di F.J. Haydn e F. Farkas.
La stessa strega che portava il nome di Bellezza Orsini diceva di ungersi e pronunciando la frase “unguento, unguento, portami al noce di Benevento, sopra acqua e sopra vento” ha lasciato tracce delle sue fughe nella capitale delle streghe, dove paradossalmente pare che non ci siano stati processi a queste donne che si distinguevano per la capacità di usare le erbe per curare le patologie.
“Facevano di necessità virtù”, secondo Gravina e l’utilizzo ottimizzato delle erbe o di altri strumenti che la natura offriva veniva identificato come stregoneria.
L’occasione sarà utile per chiarire il ruolo di queste donne, spesso pioniere del cambiamento e dell’emancipazione, che hanno subito persecuzioni dalla Chiesa durante gli anni dell’inquisizione e non solo perché rappresentavano un pericolo all’ordine precostituito.
Non a caso, come ha spiegato Enzo Gravina, la loro figura viene associata all’albero di noce che contiene in sé l’elemento femminile e maschile ma anche forti funzioni di cambiamento fisico grazie al mallo interno al frutto. Secondo l’autore del libro “Streghe e Magie” “queste donne avevano il potere di vita e di morte e spesso erano portatrici di cambiamento e ciò non era accettato da una società maschilista.”
Le dichiarazioni nel servizio