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Sindacati

Dipartimento delle professioni sanitarie. Pagliuca (Uil Fpl) scrive al direttore Rossi

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Nota stampa della Uil Federazione Poteri Locali di Benevento sull’istituzione presso la Asl Bn1 del Dipartimento delle professioni sanitarie. Antonio Pagliuca, segretario responsabile della Uil Fpl di Benevento, ha inviato una nota al direttore generale dell’Asl Bn1, Michele Rossi.

“Il processo di aziendalizzazione avviato dal D.lgs 30 dicembre 1992, n. 502, tendente a potenziare il S.S.N. in termini organizzativi di efficacia, efficienza e appropriatezza, – si legge nella lettera – trova piena realizzazione nella misura in cui le professioni sanitarie assumono un ruolo responsabile, autonomo e consapevole nella governance del sistema salute.

In termini operativi tali risultati sono perseguibili dando piena attuazione alla Legge 10 agosto 2000, n. 251, la quale evidenzia la necessità di un ammodernamento dei modelli organizzativi tale da garantire sia risposte concrete alle mutate condizioni demografiche, epidemiologiche e socio economiche sia un’elevata qualità delle prestazioni mediante l’adozione di metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza e l’utilizzo di strumenti per la valutazione dei risultati.

Di seguito si elencano alcuni tra i più significativi vantaggi riscontrabili nella erogazione di un’assistenza qualificata a seguito del pieno riconoscimento dell’autonomia professionali delle Professioni Sanitarie: integrazione multiprofessionale e multidisciplinare; organicità e sistematizzazione dell’assistenza personalizzata; erogazione di prestazioni appropriate, mirate ai reali bisogni della persona; applicazione di metodologie scientifiche per l’assistenza;
implementazione della documentazione inerente gli interventi effettuati; monitoraggio e verifica delle prestazioni erogate.

La Regione Campania ha statuito tali rilevanti aspetti del sistema salute con Legge Regionale 10 aprile 2001, n. 4 al fine di promuovere la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni sanitarie e l’attribuzione della diretta responsabilità e gestione delle attività assistenziali e delle funzioni ad essa connesse nel rispetto degli specifici profili professionali.

A chiudere il quadro normativo in materia concorre il D.P.C.M. 25 gennaio 2008 che recepisce l’accordo 15 novembre 2007, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, concernente la disciplina per l’accesso alla qualifica unica di dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica.

L’articolazione dei suddetti servizi non può prescindere dall’istituzione del Dipartimento delle Professioni Sanitarie, come previsto dall’art. 16.15 del Decreto Commissariale n. 18 del 18 febbraio 2013, la cui figura apicale è rappresentata dal Direttore del Dipartimento delle Professioni Sanitarie che partecipa a pieno titolo al Collegio di Direzione Strategica.

Le attribuzioni dei dirigenti di nuova istituzione dovrà consentire un adeguato livello di integrazione e di collaborazione con le funzioni dirigenziali già esistenti, garantendo il rispetto delle precipue professionalità e competenze organizzative interne alle strutture di appartenenza.

Sul piano strategico è indispensabile esercitare pieno governo dell’appropriatezza clinico – assistenziale, promuovendo l’equipe multi professionale e multidisciplinare quale modalità operativa ordinaria di rilevazione del bisogno sul piano biologico, psicologico, socio – culturale ed economico, mediante l’applicazione di validi strumenti di Valutazione Multidimensionale.

A supporto e complementarietà dell’appropriatezza clinico – assistenziale è opportuno sottolineare la necessità di garantire l’appropriatezza organizzativa sia in ambito distrettuale, attivando la filiera di servizi intermedi che intercettino la nuova domanda di salute, sia in ambito ospedaliero, ipotizzando un modello organizzativo per intensità di cura e complessità assistenziale, concepito per passare dalla cura della malattia dell’individuo alla presa in carico complessivo dei problemi di salute, diviso per aree di pazienti con un fabbisogno assistenziale omogeneo secondo un ordine d’intensità del bisogno, che preveda il superamento della concezione di reparti suddivisi per specialità cliniche privilegiando una modalità organizzativa che pone al centro dell’attenzione il bisogno del paziente e che organizza l’attività per processi.

Inoltre, costruire un organigramma sovrapposto all’attuale struttura organizzativa rischia di ingessare il sistema nella mera gestione dell’assistenza, nel qual caso sarebbe auspicabile, nonché indispensabile, integrare attribuzioni di natura funzionale che operano in maniera trasversale alle stesse strutture organizzative quali la Formazione, la Qualità e la Ricerca, che si configurano quale volano di sostenibilità del Dipartimento delle Professioni Sanitarie in staff alla Direzione Generale. Si resta in attesa di cortesi notizie al riguardo”.

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