Valle Caudina
Fabbricati contestati. Mataluni: “Ci vogliono colpire, ma attendiamo il Consiglio di Stato”
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“Una sentenza che non ha messo la parola fine ma inizio”. Apre così l’amministratore delegato degli Oleifici Mataluni, la conferenza stampa indetta dal gruppo caudino per far luce su una vicenda salita agli onori della cronaca dopo un pronunciamento del Tar in merito ad alcuni presunti abusi edilizi commessi dall’azienda nell’area industriale di Montesarchio.
Vincenzo Mataluni ripercorre i quasi dieci anni di querelle con l’amministrazione comunale guidata da Antonio Izzo. Al centro delle contestazioni due fabbricati, uno destinato al Centro ricerche per il quale si contesta un’altezza superiore ai 10 metri prevista dai piani urbanistici, l’altro costruito, secondo il comune, in un’area soggetta a vincolo paesaggistico ambientale per la presenza di un corso d’acqua.
Con carte e atti alla mano, l’amministratore delegato del colosso oleario spiega che “nessuna violazione o abuso è stato fatto”. Le mappe dicono che quel corso non è iscritto nelle acque pubbliche dunque non tutelato” – secondo Mataluni che accusa il Comune di essersi trincerato dietro un silenzio rifiuto dinanzi alle richieste di varianti in sanatoria presentate dall’azienda in fase di costruzione per regolarizzare le difformità riscontrate.
L’A.d. contesta al Comune la mancanza di un’istruttoria sulla vicenda parlando di un atteggiamento persecutorio al punto che cita un’inchiesta in corso in cui, proprio il sindaco di Montesarchio, Izzo è destinatario di un provvedimento di chiusura delle indagini con il quale la Procura lo accusa di calunnie, in quanto artefice di lettere anonime a danno degli Oleifici Mataluni.
“Così vogliono uccidere questa azienda” tuona l’amministratore delegato, preoccupato per le ripercussioni che questa vicenda sta avendo. Anche perchè il Comune ha proceduto ad acquisire al patrimonio gli immobili contestati per un valore di 5 milioni di euro.
Sul caso è anche stata chiesta anche la convocazione di un consiglio comunale, dove tra i banchi siede anche lo stesso Vincenzo Mataluni, con un passato da assessore al bilancio proprio nell’amministrazione Izzo nel 2004 e durante il quale maturarono già i primi contrasti.
“La battaglia non è ancora finita”, il numero uno degli Oleifici Mataluni si dice fiducioso sul pronunciamento del Consiglio di Stato.