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ECONOMIA

Rapporto Economia: Sannio sempre più giù. Crolla PIL e tasso di attività. Segnali positivi dal manifatturiero

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Un tessuto produttivo fragile che risente fortemente della grave crisi economica del Paese. Ma anche un mercato del lavoro particolarmente in difficoltà con una nuova flessione sui dati occupazionali. È questa una delle tante indicazioni che emerge dal Rapporto Economia “Squilibri strutturali e difficoltà cicliche di un modello di sviluppo in lento cambiamento – Cinque obiettivi per un cambio di rotta”, presentato dalla Camera di Commercio di Benevento in collaborazione con l’istituto “Guglielmo Tagliacarne”.

(Clicca qui per scaricare il Rapporto Economia)

Una fotografia, scattata sul territorio sannita e riferita all’anno 2011, con tante ombre e pochissime luci: dal calo del PIL a prezzi correnti (-4%), rispetto ad un valore regionale che segna -2,2%, fino al crollo delle esportazioni verso l’estero, passate da un +35% del 2010 ad un +3,2%. Ma ciò che preoccupa maggiormente sono i dati relativi all’occupazione: il tasso di attività provinciale si riduce di 2,6 punti, un ritmo superiore sia a quello regionale che a quello nazionale, posizionando Benevento al 95esimo posto fra le 107 province italiane.
 

Tra i pochi segnali incoraggianti, invece, l’economia sannita può contare su un comparto imprenditoriale che ha registrato, pur in un anno difficile per l’economia provinciale, un incremento, rispetto al 2010, dello 0,4%: cresce l’occupazione nel settore manifatturiero (+8,6%), c’è un irrobustimento del commercio (+2,4%), dei servizi di ricettività e ristorazione (+3,4%), dell’immobiliare (+10,0%), dei servizi Ict (+4,8%) e delle utilities (gas, energia, acqua).
 

MODELLO DI SVILUPPO FRAGILE – Un modello economico in difficoltà, caratterizzato da alcuni squilibri, sia sul versante dell’offerta che su quello della domanda. Rispetto al primo aspetto, è connotato da una significativa diffusione della piccola e micro impresa, isolata e priva di forme aggregative e di rete. Ancora nel 2011, il 77% di imprese locali (a fronte del 63% nazionale) è una ditta individuale e, per quanto sia in atto un percorso di ristrutturazione del sistema produttivo locale, questa situazione si traduce in limiti al necessario recupero di competitività strutturale di cui avrebbe bisogno il tessuto produttivo sannita.
 

TURISMO – Una provincia ricca di bellezze storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche, ma poco sfruttata e valorizzata. E’ questo il quadro che emerge dall’analisi, con un territorio molto sottodimensionato rispetto alle risorse presenti. In questo panorama l’offerta turistica, infatti, si configura idonea per mercati di nicchia, dai piccoli numeri ma dall’alta capacità di spesa, però è penalizzata dall’insufficiente dotazione di posti-letto in strutture di qualità medio-alta (rispetto all’indice di qualità ricettiva, infatti, Benevento è fra le ultime province del Paese).
 

PIL – Il 2011, per l’economia sannita, si chiude quindi con un calo del PIL a prezzi correnti (ovvero includendo l’inflazione) del -4%, a fronte del +1,7% registrato a livello nazionale. Di fatto, il 2011 si chiude con un risultato recessivo (come nel 2009), con un dato negativo l che non trova riscontro nemmeno nella pur difficile situazione dell’economia campana (in cui il calo del PIL si ferma a 2,2 punti).
 

COMMERCIO ESTERO – Le esportazioni provinciali riducono notevolmente la loro crescita, passando dal +35% del 2010 ad un più modesto +3,2% nel 2011, così come anche la contrazione dei consumi interni provinciali, attribuibile alla recessione, fa rallentare la crescita delle importazioni, dal +62% del 2010 al +12,1%. Le esportazioni di Benevento, nel 2011, diminuiscono in molti dei mercati tradizionali di sbocco, anche a causa della lenta crescita, o in alcuni casi della stagnazione, dei consumi in tali mercati, in particolare, si riduce l’export verso la Germania, i Paesi Bassi, gli Stati Uniti, mentre sono in crescita i mercati di Gran Bretagna e Francia, rispettivamente il secondo ed il terzo più importante partner commerciale dell’economia sannita. In particolare, è molto rapido l’incremento dell’export verso il Regno Unito (+54,2%). Da notare anche l’incremento delle vendite in Turchia, alimentato dalla rapida crescita di tale Paese, in alcuni Paesi africani (Sudan ed Egitto) e nelle economie emergenti asiatiche (in particolare: Cina +66,2%; India +177%; Taiwan +233%) . Sul versante delle importazioni, va notato il forte incremento degli acquisti provenienti dalla Germania (+20,7%) che è ormai il mercato di provenienza del 40% delle importazioni provinciali, dalla Romania, dalla Cina ed India.
 

OCCUPAZIONE – L’impatto della crisi sull’economia sannita è passato soprattutto tramite un allargamento dell’area del non lavoro o del lavoro nero. Tali andamenti si riflettono anche sul mercato provinciale, in cui, in un contesto nazionale caratterizzato da una stabilizzazione della caduta occupazionale degli anni precedenti (con un numero di occupati che cresce dello 0,4% rispetto al 2010), l’occupazione nel 2011 subisce una nuova flessione (-2,6%). Se la contrazione si traduce in una crescita moderata della disoccupazione (+4,4 punti fra il 2007 ed il 2011, a fronte dei 32,4 punti campani e dei 40 punti nazionali), ciò si verifica soltanto in ragione della brusca flessione delle forze di lavoro (-6% sul periodo considerato, il declino più consistente fra le province campane ed in controtendenza rispetto all’incremento nazionale di 1,4 punti) che evidenzia una rapida crescita dei fenomeni di scoraggiamento, ma anche del lavoro irregolare, che si nasconde fra le pieghe delle non-forze di lavoro. Di conseguenza, il tasso di attività provinciale si riduce di 2,6 punti, un ritmo superiore sia a quello regionale che a quello nazionale, posizionando Benevento al 95esimo posto fra le 107 province italiane per valore di detto indicatore.
 

SETTORI IN CRISI – La crisi sembra concentrarsi soprattutto su agricoltura ed edilizia, due settori portanti del modello produttivo sannita. Fra il 2009 ed il 2010, l’impatto della recessione sull’edilizia e sull’agricoltura sannita ha ridotto l’incidenza di tali comparti rispetto al totale, in una misura superiore a quanto verificatosi su scala regionale e nazionale (il valore aggiunto dell’edilizia subisce un calo dell’8,2% in un solo anno. Nel 2011, le difficoltà di tali settori si confermano e, se possibile, si aggravano, con l’agricoltura provinciale che perde il 2,5% di unità locali (a fronte di un calo del 2,3% su base nazionale) e il 16,8% di occupati, e che subisce una consistente flessione dell’export (-55,5%) e l’edilizia che si trova a dover espellere l’11% della sua base occupazionale.
 

SETTORI IN CRESCITA – Il manifatturiero sannita mantiene stabile la sua consistenza rispetto al 2010, come risultato di una crescita delle unità locali nel settore dell’industria alimentare (+2,4%). Da segnalare la crescita del numero di imprese metallurgiche, di quelle del settore della fabbricazione di computer ed altri prodotti elettronici, e della fabbricazione di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli. L’occupazione manifatturiera cresce dell’8,6% e l’export dell’industria in senso stretto mette a segno un incremento del 4,1%. La base imprenditoriale ha registrato, pur in un anno difficile per l’economia provinciale, un incremento, rispetto al 2010, dello 0,4%, variazione più contenuta rispetto a quella media regionale (che si attesta all’1,2%), ma in linea con quella registrata a livello di sistema Paese.
 

La disamina delle componenti che hanno determinato l’incremento della base imprenditoriale pone in evidenza alcuni aspetti legati alla struttura ed all’evoluzione del sistema imprenditoriale sannita: perdura il fenomeno di irrobustimento del commercio (+2,4%), settore che rappresenta il 21,8% delle unità locali provinciali (valore tuttavia inferiore alla media regionale e nazionale) – e delle costruzioni (+1,2%) che costituiscono il 9,3% del tessuto produttivo sannita; in crescita anche le unità locali nel settore dei servizi di ricettività e ristorazione (+3,4%), nell’immobiliare (+10,0%), nei servizi Ict (+4,8%) e nelle utilities (produzione e distribuzione di gas, energia +4,1% e distribuzione di acqua +5,2%); il settore manifatturiero risulta stabile rispetto al 2010 a fronte della flessione registrata su base regionale e nazionale (rispettivamente –1,2% e –1,3%).
 

Dai dati allarmanti del 2011, però, si passa anche alle speranze per il futuro e agli obiettivi da centrare per uscire dalla crisi. Rilancio della capacità di investimento delle imprese attraverso il credito e il potenziamento di strumenti di garanzia alle PMI, quali i Confidi che rendono l’accesso al credito il più possibile fluido; potenziamento delle infrastrutture ed attrazione di investimenti tramite progetti come il rilancio del progetto di Metrocampania Nordest per il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi della linea Benevento-Napoli via Valle Caudina, il completamento della fondo Valle Isclero, il raddoppio della Telese – Caianello, nonchè il raddoppio della ferrovia AC Napoli – Bari; politiche industriali mirate puntando su turismo, commercio, filiera agroalimentare e artigianato tipico; associazionismo fra imprese per la gestione in comune di progetti strategici; politiche sociali che assistano le famiglie nelle loro scelte di consumo e di tenore di vita al fine di evitare squilibri eccessivi. Attraverso questi aspetti passa il rilancio futuro del Sannio.
 

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