POLITICA
De Lorenzo: ‘Vicenda Delvino, ristabilita dunque la verità’
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"Non già per amore di polemica ed anche al fine di evitare che un problema cittadino oltremodo serio si trasformi in telenovela, dopo l’ulteriore replica, finalmente dai toni corretti, del Sindaco, Fausto Pepe, sono costretto, mio malgrado, ad una ultima precisazione con la certezza che il dibattito mediatico per me si esaurisce qui", scrive in quella che appunto egli stesso considera come un ultimo elemento di chiarezza alla faccenda, l’ex assessore comunale di Benevento Giuseppe De Lorenzo.
"Approfitto, per questo, segnatamente, per l’ultima volta, di quegli organi di informazione che hanno dimostrato correttezza dando la parola ad entrambi i duellanti, si fa per dire, ignorando chi riporta le notizie solo da una parte. Non è, tra l’altro, nel contempo, gradevole l’assordante detonatore di qualche quotidiano. Ma tant’è!
La vicenda del 2 luglio è stata e sarà nei prossimi giorni oggetto di ulteriore approfondimento nelle sedi competenti e non sarò io, di certo, a stabilire se potrà essere inserita nelle inchieste in atto ventilate da più parti.
Apprendo, nel contempo, che il Sindaco, che era arrivato all’assurdo di parlare di un duo De Lorenzo-Delvino, abbia ammesso, dinanzi alle intercettazioni che riguardano anche lui, che la verità sia stata da ben altra parte e se oggi, Delvino è nelle patrie galere lo si deve a me e, dopo le mie dichiarazioni al Procuratore Curcio, ebbe inizio l’iter investigativo. E Frosinione, ripeto è il primo tempo.
Concludendo: Delvino, prove alla mano, è stato imposto da Sandra Mastella, sia a me che a Fausto Pepe. Così come Sandra Mastella, successivamente, pretendeva anche la venuta qui a Benevento della compagna di Delvino. Anche qui le intercettazioni parlano. I miei comunicati, lo comprendono anche le pietre, erano frutto di imposizioni. Quando la misura è stata colma me ne sono andato. Al Sindaco, sia ben chiaro una volta per sempre, senza equivoci, ho attribuito, quindi, Delvino quale imposizione. Il torto che non gli perdonerò mai è stato quello di avermi lasciato solo a combattere mentre mi accerchiavano professionalmente. Tuttavia, malgrado da solo, in ultimo ho vinto. Proprio perchè ho trovato lo Stato".