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Istituto Livatino: ‘Il Provenzale’ diventa rivsta

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Quarantotto pagine dense di notizie e curiosità, carta patinata, cover a colori plastificata. L’ideazione e la grafica sono della professoressa di Storia e Filosofia, Lucia Gangale, la stampa è stata realizzata dalla "Viesse Grafica" di Pietrelcina. Il terzo numero del giornale dell’IIS LIvatino di San Marcod ei Cavoti (Benevento), "Il Provenzale", nasce come rivista. Le notizie sono divise per settori: mondo scolastico, giovani, fede, racconti e leggende sannite, arte, lavoro, interviste ad ex allievi, benessere e salute. Tante belle foto arricchiscono questa rivista, di formato 16.50 x 23.50.
Di seguito l’introduzione del Dirigente Scolastico, Giuseppe Russo: "Perché una rivista? Alla domanda non si puo’ facilmente rispondere, dal momento che l’attività giornalistica richiede, oltre all’impegno gravoso dell’informazione, anche la capacità di poter esprimere un giudizio critico su fatti che interessano la cronaca. Proprio per questo, dopo l’esito molto positivo che ha riguardato i giornalisti in erba del "Livatino", l’ottima professoressa Lucia Gangale ha ritenuto opportuno compiere un salto di qualità: non limitarsi alla descrizione di fatti che all’interno della scuola danno la dimensione dei progressi che gli alunni compiono nel loro percorso educativo e formativo, ma tentare un’analisi più approfondita dei fatti che accompagnano la vita scolastica, in modo da assicurare, attraverso l’impegno critico, una migliore rispondenza a quelle attività scolastiche che spesso sono considerate noiose e pesanti. Non che scrivere articoli per una rivista sia un’impresa facile, ma sicuramente più gratificante e rivolta in una dimensione qualificante. Infatti, lo studente dovrà proporsi non solo un obiettivo informativo esauriente, ma dovrà utilizzare modi e forme adeguate a quel pubblico cui egli si indirizza, senza indossare l’abito del saccente (sai i fischi!). Questa è comunque una sfida per ciascuno dei giovani che dovranno cimentarsi nella composizione della rivista, che vuole essere una palestra di discussione anche oltre gli aspetti più propriamente didattici. Perciò a loro l’augurio di un buon lavoro. Per il resto chi vivrà vedrà".