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Sindacati

‘Affidamento servizi di autolinea Apice-Benevento: Provincia e ditta, atteggiamenti colpevoli’

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Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, in una nota diffusa alla stampa a firma dei rispettivi segretari provinciali (Finozzi, Fantasia, Pagliuca e Zeoli), si dicono " fortemente preoccupate per la sorte dei servizi di trasporto passeggeri Apice-Benevento alla luce di quanto sta succedendo in questi giorni.

Questi servizi sono effettuati da tempo dalla ditta Mazzone Bruno la quale nel mese di settembre ha comunicato all’Ente Provincia l’impossibilità di continuare a espletare tali servizi per ragioni economiche, a far data 1 ottobre 2011. A questo punto, a fine settembre, la Provincia prorogava alla ditta Mazzone i servizi fino al 31 ottobre.
Alla scadenza veniva concessa un’ulteriore proroga fino al 15 novembre nonostante le resistenze della ditta Mazzone a proseguire nell’attività.
In sostanza, si evince che si è operato con colpevole ritardo e con modalità dilatorie che non hanno risolto il problema e non lo hanno affrontato tempestivamente.

La Provincia, dopo un’istruttoria tra le altre aziende esercenti servizio autolinee, ed anche qui condotta con qualche genericità e incomprensibili inesattezze, si rivolge al Prefetto per indire una riunione in cui finalmente partecipano anche i sindacati, la ditta Mazzone e la ditta Sellitto che fa una proposta per intervenire sui servizi in questione.

Le modalità di affidamento dei servizi e la proposta della Sellitto sono oggetto di ampia e articolata discussione e successivamente, su invito di S.E. il Prefetto si avvia un tavolo dove discutere sotto l’aspetto tecnico la proposta e il passaggio dei lavoratori. La proposta avanzata dalla azienda Sellitto, già in sede prefettizia, è considerata umiliante e incresciosa per i lavoratori. Si trattava di abbassare il costo del lavoro e di trasformare la tipologia del rapporto di lavoro con conseguenze spaventose e insostenibili per i lavoratori.

In sede di tavolo tecnico, con senso di responsabilità e per favorire una soluzione opportuna ed appropriata per tutti, le OO.SS. avanzavano un piano che poteva tenere insieme interessi dell’utenza, dei lavoratori e che rappresentava la meno onerosa per il subentrante.

Dopo aver chiesto all’Ente un intervento finanziario sulle risorse a cui veniva risposto di non poter procedere in tal senso, si proponeva alla stessa di gestire direttamente i servizi; anche a questa eventualità è stata data risposta negativa.

Contemporaneamente si esponeva il mantenimento dei livelli occupazionali, con riqualificazione, a parametro inferiore, di un dipendente non collocabile dalla nuova azienda, sterilizzazione di alcune voci salariali legate a contrattazione regionale e aziendale che avrebbe portato ad un risparmio sui costi di gestione.
Questa possibilità nella quale si abbassava sensibilmente il costo del lavoro comportava privazioni ai soli lavoratori.
In questa fase la Provincia non assumeva un ruolo di affidatario e comunque terzo tra le parti, anzi con elaborazioni e studi confutabili, riteneva essa stessa non congrua la offerta delle OO.SS.

D’altra canto, il rappresentante della Sellitto dichiarava l’indisponibilità a espletare il servizio a queste condizioni ma, in modo incomprensibile, si trincerava di nuovo dietro la proposta fatta in sede prefettizia senza dare ulteriori margini di trattativa, nonostante l’alto invito del Prefetto a fare uno sforzo suppletivo per giungere ad una conclusione della vicenda.

È evidente che questo invito è caduto nel vuoto; la Provincia, Ente proprietario, si è barricata dietro una cronica mancanza di fondi e una indisponibilità a gestire direttamente i servizi, della ditta Sellitto si è già detto, solo le OO.SS. si facevano carico di trovare una mediazione che risolvesse la difficile vertenza.

Le OO.SS., consapevoli delle conseguenze di un mancato accordo, riproponevano alla Provincia l’apertura di istruttoria verso tutte le aziende, sia private che pubbliche, che esercitano servizio pubblico locale sulla base delle condizioni che queste OO.SS. hanno formulato al tavolo, proponendo anche in un successivo passaggio ad affidamento avvenuto, la possibilità di accedere alle opportunità derivanti dall’Accordo Regionale del 28/10/2011 per traghettare personale in eccesso.

Sulla base delle linee guida contenute in questo Accordo sottoscritto tra tutte le parti, una volta rese praticabili, che si può guidare e governare i processi e le emergenze presenti sul territorio.
La Provincia considerava ed esplicitava che l’unica proposta pervenuta e accettabile era quella della Sellitto e che, addirittura, si dovesse tenere un referendum in cui i lavoratori dovevano decidere se accettare le proposte della Sellitto o viceversa stare a casa.

È inaudito che a prospettare questa eventualità fosse la Provincia, ed ecco perché non c’’è stata terzeità al tavolo.
Ma non si possono scaricare solo sul lavoro inefficienze e carenze di risorse di un settore; i lavoratori della Mazzone già hanno subito e sopportato tanto; sono senza stipendio da 4 mesi; non si possono chiedere sacrifici insostenibili.
E qualcuno fa finta ancora di non conoscere queste situazioni, come quelle di tanti altri lavoratori del TPL. È giunto il momento che ognuno faccia la propria parte, chi deve gestire, chi deve controllare e chi deve lavorare.

Le OO.SS., inammissibilmente, sono state coinvolte nella vertenza solo alla vigilia di scadenza, cioè il 2 novembre, e grazie alla sensibilità di S.E. il Prefetto, e ciò nonostante hanno responsabilmente offerto una soluzione che mantenesse gli attuali livelli dei servizi e dell’occupazione; lo stesso impegno e coinvolgimento si chiede agli amministratori locali e alla politica perché si diano risposte concrete alle esigenze dei cittadini utenti e una prospettiva futura ai lavoratori.

Non si possono chiedere o imputare alle OO.SS. cose che vanno al di là delle proprie sfere di azione.
L’autorità e il potere di decisione sono propri della politica.

Si fa appello a tutti i soggetti coinvolti, agli Enti e alle istituzioni affinché venga superata questa problematica fase e sia garantito ai cittadini interessati la copertura del servizio ad evitare aggiuntive e dannose preoccupazioni.

La situazione generale del trasporto pubblico nella provincia è tragica e in prospettiva devastante; se le risposte degli Enti preposti sono di questo livello e l’approccio alle problematiche così pasticciato e confuso, senza una seria programmazione e una strategia per uscire o quantomeno accompagnare la crisi, si è molto preoccupati e le tensioni tra i lavoratori sono manifestamente avvertibili.

Per la qual cosa non si esclude, nonostante il grande senso di responsabilità e uno smisurato autocontrollo, il ricorso allo sciopero generale che coinvolgerà tutto il trasporto pubblico locale, in tutti i settori, compreso l’indotto, della provincia di Benevento.

Si invita pertanto S.E. il Prefetto di Benevento a riattivare con urgenza il tavolo di confronto tra Provincia e le parti sociali allo scopo di trovare una soluzione ragionevole alla vertenza in atto".

 

 

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