‘Sempre minimizzati gli effetti dei tagli nel Sannio’

Non si placa il dibattito sul Tpl che oppone l’assessore provinciale Bello ai sindacati di categoria. Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti replicano, con una nota, alle ultime affermazioni del poltiico: “Il  settore del Tpl, non solo quello su gomma, è interessato da una forte recessione dovuta a politiche nazionali e locali che hanno adottato criteri di contenimento della spesa in controtendenza con una forte domanda proveniente dall’utenza e che andava soddisfatta e incentivata. I sindacati già dall’estate scorsa avevano messo in guardia gli Enti, le istituzioni, gli utenti sui rischi che il settore stava correndo. Fin da allora, con molta chiarezza si erano individuate le responsabilità del Governo nazionale e regionale sulla crisi che avrebbe portato una scelta di tagli indiscriminati al settore. Con molta nettezza si è denunciato questa condotta verso la quale sono state intraprese azioni di lotta quali 2 scioperi regionali, presidi, astensioni totali dal lavoro e quant’altro.

Tuttora, in risposta ad un atteggiamento dilatorio dell’Assessorato regionale, le organizzazioni sindacali al tavolo hanno ribadito la necessità di reperire ed allocare nuove risorse intraprendendo un’altra giornata di sciopero per il 23 giugno prossimo. D’altro canto, con crescente meraviglia e irritazione, si è dovuto constatare il comportamento quantomeno disattento e superficiale della Provincia di Benevento e dell’Assessorato competente. Non risulta una netta e seria presa di posizione nei confronti della Regione sia nelle riunioni ufficiali sia negli atti in risposta ai provvedimenti della stessa. L’assessore Bello ha sempre minimizzato l’effetto dei tagli nella provincia di Benevento, ritenendo di avere subito solo in minima parte riduzioni di servizio. Pertanto si è affannato nello spiegare in tutte le sedi che i sanniti erano da ritenersi fortunati, nel mentre bisognava contrastare l’azione dell’Assessorato regionale o quantomeno ridurre al minimo possibile gli effetti delle riduzioni operate.

Ma ancor di più infastidisce e inquieta l’inafferrabilità dell’assessore sia sui tavoli istituzionali, come è successo nella recente riunione in Prefettura riguardante problemi in una azienda del Tpl, sia quando viene richiesto, da più parti, e da molto tempo, un tavolo tecnico dove discutere la programmazione dei servizi e le sue ricadute sui livelli occupazionali da gestire su un piano territoriali per evitare che ci siano disservizi e incongruenze sull’occupazione.

Detto a chiare lettere ci sono aziende che hanno esuberi ed altre che non riescono, se non con grossi sacrifici dei lavoratori, ad espletare il normale servizio affidato.

All’opposto si è preferito fare proclami, articoli sulla stampa o intervenire in assemblee dove, a voler esser benevoli, demagogicamente, si sparano cifre che non hanno riscontro nella realtà. Forse probabilmente si vuole scavalcare le organizzazioni sindacali nella rappresentanza cercando un filo diretto che potrebbe portare ancor più confusione e incertezza tra i lavoratori. Forse qualcuno pensa di essere in eterna campagna elettorale, non riuscendo a considerare che è necessario, invece, avere ben presente il quadro della situazione, avere chiarezza e trovare soluzioni adatte alla fase che sta vivendo il Tpl sannita.

Se tutto era sotto controllo, se gli effetti dei tagli non sarebbero ricaduti sui lavoratori, perché allora alcune aziende hanno di fatto già ridotto il numero degli addetti bloccando il turn-over, mentre altre hanno avviato le procedure per gli ammortizzatori sociali o per i licenziamenti collettivi? La incapacità, la grossolanità e la ingenerosità è forse quella di aver previsto e denunciato quanto sta accadendo nel silenzio più assurdo del soggetto delegato al settore?”

“Non vi è  nemmeno risposta sulla veridicità dell’indicazione data alle aziende sul numero degli esuberi, questo si fatto grave e irresponsabile, come non è stato possibile, anche se richiesto, visionare la programmazione dei servizi che saranno oggetto anche della gara. Si è sempre riconosciuta la disponibilità della Provincia -proseguono i sindacati – nell’anticipare le risorse alle aziende, ma questo può essere un limite per le aziende nella gestione perché è necessario che le stesse siano liquidate nei tempi e nei modi previsti contrattualmente e non sottoposte a continue esposizioni finanziarie pericolose per la tenuta societaria. Si era suggerito di fare un protocollo che regolamentasse questa fase del procedimento, ma nulla si è fatto. In questa situazione, con tutta la confusione esistente, la gara viene, per l’ennesima volta, sbandierata come una panacea, ma essa potrebbe rappresentare un miraggio per i lavoratori, in quanto per la esiguità delle risorse, unitamente ai continui rinvii, sarà certamente poco appetibile.

Ed allora perché non fare l’affidamento diretto (in house) dei servizi ad un unico gestore, possibile ai sensi del Decreto Legge 112/2008 art.23-bis e previsto dal Regolamento (Ce) 1370/2007, art. 5, paragrafo 2, nonché all’art. 61 legge 1195-B del 9 luglio 2009? Probabilmente se si fosse già operato in tal senso, non ci sarebbero state tutte queste ripercussioni”.