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AMBIENTE

Ecosistema Urbano 2019: Benevento prima in Campania, ma c’è ancora molto da fare

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Benevento si conferma al primo posto tra i capoluoghi campani, con il 47° posto nazionale, per quanto riguarda Ecosistema Urbano 2019 realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Lo studio analizza 18 parametri che determinano la classifica delle performance ambientali delle città capoluoghi di provincia.

Un dato positivo per il Sannio, ma che fa emergere che in Campania non ci sono città sostenibili. L’insieme dei capoluoghi di provincia della nostra regione si presenta come  città statiche, prive di coraggio nell’affrontare le politiche ambientali. Rimpastano le giunte, cambiano gli attori ma alla fine il risultato non cambia: nessun scatto, nessuna innovazione, nessun beneficio. ICampania rispetto allo scorso anno c’è chi sale lievemente, chi scende di poco, chi peggiora, ma sostanzialmente l’impressione generale che si ricava da una osservazione meno generica è che continua a prevalere un diffuso immobilismo nelle politiche ambientali. Napoli all’84° posto si piazza stabilmente nella parte bassa della graduatoria, male anche Salerno e Caserta rispettivamente al 75° e 72° posto. Rimandata Avellino che scala qualche posizione e tocca la 65a posizione. Benevento, come detto, si conferma come palma per la miglior performance.

Qualità dell’aria – La concentrazione nell’aria di biossido di azoto (NO2costituisce, insieme al particolato sottile e all’ozono, uno dei maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi. In nessun capoluogo campano nel 2018 il valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano è superiore al limite di legge di 40 μg/mc. La situazione peggiore si registra a Salerno, dove si è registrata una media 38,4 μg/mc; segue Napoli con 31,3; Avellino 22,7; Benevento 22,0 e infine Caserta con 16,8 μg/mc. Anche per quanto riguarda le concentrazioni di Pm10 i valori medi rientrano nel limite per la protezione della salute umana di 40 μg/mc previsto dalla direttiva comunitaria (l’obiettivo per la salute indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è però di 20 μg/mc). I valori medi vedono in testa Avellino con 34,6 μg/mc; poi Napoli (26,1); Benevento (25,5); Caserta (24,2) e Salerno (19,5).

Acqua e depurazione – Tutti i capoluoghi campani (ad eccezione di Avellino il cui dato non è disponibile) superano la media nazionale di consumi idrici domestici di acqua potabile. A Caserta si arriva a 177,8 litri per abitante al giorno di acqua potabile (probabilmente riconducibili a utenze non soltanto domestiche ma contabilizzate come tali); segue Salerno con 163,1 l/ab; poi Benevento (150,8) e Napoli (150,3 litri). Per stimare le probabili dispersioni si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata: il dato medio sulla dispersione dell’acqua nei capoluoghi conferma una situazione critica e l’assenza di forti segnali di discontinuità col passato. La situazione peggiore si registra a Caserta con il 58% di perdite, segue Salerno con circa il 55, Napoli con il 40% e Benevento con il 37%. Gli ultimi dati Istat relativi alla percentuale di popolazione servita da rete fognaria delle acque reflue urbane relativi al 2016 mostrano una situazione sostanzialmente stabile. Critica la situazione a Benevento con appena il 17% di abitanti allacciati alla rete; mentre gli altri capoluoghi hanno percentuali che oscillano tra il 90 e il 100%.

Rifiuti e mobilità – Solo Avellino supera l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 con una percentuale del 71,8% con il 100% degli abitanti serviti dalla raccolta domiciliare dei rifiuti. Benevento raggiunge il 62% mentre 82% degli abitanti serviti da raccolta porta. Segue Salerno con il 60%, Caserta con il 48,3% e Napoli con 36%. Gli indicatori del trasporto pubblico sono costruiti suddividendo le città in base al numero di abitanti. Ciò perché c’è una evidente incidenza del bacino di utenza (quindi il numero di abitanti, ma anche l’estensione geografica del capoluogo) sul dato finale. Il servizio di trasporto pubblico, direttamente proporzionale alla popolazione per quanto riguarda i valori assoluti vede andamenti in crescita per tutte le tipologie di città. Napoli con 98 passeggeri trasportati annualmente per abitante – sono ancora lontani dalle altre grandi metropoli e città turistiche come Venezia con 695 viaggi/ab, Milano 474 viaggi/ab e Genova 406 viaggi/ab. Tra le grandi città, l’offerta di trasporto pubblico conferma Milano al primo posto con 87 km-vetture/ab, seguita da Venezia, Trieste e Roma rispettivamente con valori che si collocano tra 57 e 59 km-vetture/ab. A non raggiungere i 30 km-vetture/ab c’è Napoli al di sotto dei 20 km-vettura. Caserta non supera neanche i 5 km-vetture/ab. Per quanto riguarda le isole pedonali, dopo lo stallo registrato fino al 2016, il 2018 conferma la crescita registrata lo scorso anno dell’estensione media delle isole pedonali nelle città, che arriva ora a 0,47 m2 per abitante (+12%). Solo Napoli raggiunge questa media, mentre Salerno e Benevento si avvicinano rispettivamente con 0,39 m2 e 0,38 m2. Caserta fanalino di coda con appena 0,11 m2  

“Le città campane -commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – rispetto alle grandi sfide urbane si confermano distratte, svogliate, assenti. Non possono bastare, seppur simbolicamente importanti, le delibere di “dichiarazione di emergenza climatica” fatte da alcune città campane. A quel segnale, a quella presa di coscienza va aggiunto lo sforzo di rivedere il “disegno” delle città convertendo gli spazi di vita quotidiana in maniera ecologica, efficiente e intelligente. Ora più che mai serve un impegno diretto del Governo e una responsabilità da parte delle amministrazioni locali per realizzare un’alleanza vasta e trasversale che metta in rete tutti gli attori in campo per un nuovo rinascimento urbano che, attraverso nuove politiche climatiche, renda possibile una riduzione della spesa per la mobilità o per la casa sostenendo così la capacità di spesa delle famiglie, che con strategie antismog più efficaci o fermando il consumo di suolo sia anche in grado di far germogliare progetti di rigenerazione delle aree urbane e di restituire qualità e dignità alle periferie. Guardando alle città non più come a un semplice elenco di campanili, ma come laboratorio privilegiato di un reale green new deal.”

“I dati del 26esimo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente e Ambiente Italia, diffusi stamani dal Sole 24 Ore, – spiega il sindaco Clemente Mastella – confermano che Benevento resta la città più “verde” della Campania e, pur perdendo un paio di posizioni, rimane tra le prime 50 a livello nazionale. Un segno evidente, quindi, dell’impegno messo in campo dall’Amministrazione comunale in materia di politiche ambientali. Purtroppo,  a penalizzare fortemente la nostra città è, ancora una volta, il dato relativo alla depurazione, che vede la nostra città al 104° ed ultimo posto in assoluto.

A tal proposito va però ricordato lo sforzo che stiamo portando avanti, sin dal nostro insediamento, per dotare finalmente la città di moderno sistema di depurazione delle acque reflue. Proprio stamani ho avuto un lungo colloquio con il Commissario Rolle e con il vice presidente della Regione Campania Bonavitacola  ricevendo ampie assicurazioni sulla celerità dei tempi di espletamento della gara per la realizzazione dell’opera.

Da parte nostra, è il caso di ribadirlo, – conclude Mastella – abbiamo compiuto tutto ciò che era nelle nostre possibilità (dal recupero dei fondi regionali andati persi per inerzia di chi ci aveva preceduto all’ottenimento di ulteriori finanziamenti da parte del ministero dell’Ambiente). Ora non resta che attendere i tempi tecnici necessari alla costruzione del depuratore per vedere finalmente Benevento nelle primissime posizioni della classifica delle città più ‘green’ d’Italia”.

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