Fortore
Elevata richiesta di acqua, a Montefalcone di Val Fortore scatta l’ordinanza anti-sprechi

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A Montefalcone di Val Fortore scatta l’ordinanza per evitare lo spreco di acqua. Da ieri e fino al 15 settembre 2023, il sindaco Michele Leonardo Sacchetti ha vietato ai suoi concittadini di prelevare l’acqua potabile dalla rete idrica pubblica per usi non prettamente domestici, ma anche l’uso di acqua potabile per irrigazione di giardini e prati, annaffiamento di corti e piazzali, lavaggio di veicoli e qualsiasi altro uso diverso dal consumo umano.
Il primo cittadino ha anche invitato la comunità ad adoperarsi con norme comportamentali che consentano una riduzione dei consumi ed un utilizzo razionale.
Nella giornata di martedì, l’Azienda Speciale Molise Acque aveva comunicato ai comuni serviti che si sta verificando una richiesta di acqua idropotabile elevata, testualmente riportata: “Si sta verificando in questi giorni una richiesta idropotabile troppo elevata che non è più possibile garantire. Al fine di evitare possibili disservizi, si chiede un attento ed oculato uso dell’acqua potabile volto a ridurre gli sprechi al fine di preservare le riserve idriche disponibili. Si chiede, pertanto, di voler adottare ogni possibile azione che possa consentire una riduzione di almeno il 10% sul quantitativo di acqua potabile attualmente utilizzata.”
A causa delle elevate temperature, infatti, si è verificato un notevole aumento del consumo diurno di acqua potabile con scarsità di riserva nei serbatoi, che si svuotano nelle ore diurne e si riempiono, spesso solo parzialmente, durante la notte con possibili disservizi nell’erogazione idrica qualora i consumi diurni restassero elevati; potrebbe pertanto rendersi necessario un programma di riduzione delle pressioni di rete, integrazione delle portate con captazioni di emergenza e, all’occorrenza, anche razionamento idrico con eventuali chiusure temporanee di serbatoi dei vari Comuni interessati.
Il Gestore ha invitato dunque i Comuni ad attuare tutte le misure possibili per dissuadere l’utenza ad un uso non appropriato della risorsa idrica potabile.