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Acqua, affondo del Comitato ABC: ‘Campagne marketing Gesesa mera propaganda’
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Nuovo atto della battaglia condotta dal Comitato Sannita Acqua Bene Comune, sempre più impegnato in prima linea per una gestione pubblica del servizio idrico.
L’organizzazione locale, infatti, nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio presso il Teatro San Pio, ha espresso a gran voce tutta la propria contrarietà verso l’operato di Gesesa e Acea, presentando una nota firmata da circa 400 insegnanti delle scuole sannite, in cui si contestano apertamente le campagne promozionali delle aziende idriche in questione.
A detta dei docenti, tali azioni pubblicitarie, quali la consegna delle borracce e l’installazione di depuratori, sarebbero mere operazioni propagandistiche e di disinformazione finalizzate ad acquisire la gestione unica delle risorse idriche, tacendo agli studenti gli esiti del referendum datato 2011, quando 26 milioni di italiani si opposero alla privatizzazione dell’acqua.
Nel documento, fari puntati anche sull’inchiesta giudiziaria relativa ai depuratori, con emissione di misure cautelari nei confronti di ex amministratori di Gesesa e sequestro di 12 impianti, i valori di tetracloroetilene superiori alla soglia consentita in alcuni pozzi d’acqua e gli episodi di non potabilità tra città e provincia.
A sintetizzare il punto dei vista degli insegnanti è Giovanni Seneca, presidente del comitato.
‘Oltre 400 docenti delle scuole di ogni ordine e grado hanno sottoscritto un documento per dire no alle campagne di marketing di Gesesa, autentiche azioni di pura facciata – sostiene Seneca – . Tali iniziative solo apparentemente sembrerebbero lanciare un messaggio positivo alle nuove generazioni, ma in realtà si tratta di propaganda a scopo di lucro sul nostro bene più prezioso’.
Altro aspetto nel mirino del comitato, l’eventuale proroga tecnica della concessione a Gesesa, in scadenza il 30 giugno di quest’anno, che avverrebbe senza una regolare gara d’appalto.
‘Si vuole concedere una proroga della gestione idrica alla Gesesa senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, una vera e propria follia – tuona Seneca – . Dare in concessione in maniera palesemente illegittima un servizio così remunerativo è a dir poco pericoloso. L’acqua non può assolutamente essere soggetta alle leggi di mercato’.