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Il futuro di Castelpoto? Uno ‘smart village’ che punta su cultura, tradizione e tecnologia

Il Comune programma il futuro per contrastare spopolamento e isolamento: in cantiere riqualificazione del centro urbano, archivi digitali, turismo di ritorno e 'home resturant' per valorizzare i prodotti tipici. Il sindaco Fusco: "Un piano integrato per non rassegnarci al declino delle aree interne"

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Il futuro dei piccoli borghi delle aree interne passa attraverso una attenta programmazione ed un rilancio calibrato su posizione geografica e nuove necessità delle comunità. Una riflessione che a Castelpoto, comune di 1.150 abitanti alle porte di Benevento, è al centro di una intensa attività dell’amministrazione guidata dal sindaco Vito Fusco.

L’obiettivo è quello di contrastare lo spopolamento dei centri minori e difendere una cultura tradizionale, materiale e immateriale, che rischia di spegnersi a causa dell’emorragia demografica. Una sfida complessa che Castelpoto ha deciso di affrontare con interventi integrati, unendo i diversi finanziamenti a disposizione – Pics, bandi europei e Pnrr – e coinvolgendo attivamente numerosi partner istituzionali con protocolli d’intesa.

L’ultimo, con la Provincia di Benevento, scatta la fotografia di un progetto ambizioso che tramuterà il centro sannita in uno ‘smart village’. La richiesta di finanziamento a valere sul Pnrr riguarda lavori per un milione e 600mila euro per opere materiali ed immateriali.

Un ragionamento che nasce prima dei fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che ha mosso i primi passi con un “incubatore di comunità – ha spiegato il primo cittadino Fusco –, mettendo in contatto i professionisti del territorio, i giovani che hanno lasciato il paese ed associazioni, in un processo di programmazione partecipata. Abbiamo provato a raccogliere idee ed esigenze per creare uno strumento operativo per non rassegnarsi al declino ed evitare di disperde il nostro patrimonio storico”.

I PROGETTI – “L’Amministrazione Comunale di Castelpoto – si legge nell’intesa con la Rocca – sta formando un Piano strategico denominato “Al Castello di Poto” finalizzato ad arginare la tendenza allo spopolamento in un’ottica di sviluppo sostenibile e le cui azioni sono tutte mirate a creare le condizioni affinché si possa scegliere di vivere a Castelpoto perché conveniente sotto il profilo della qualità della vita e dei servizi, cercando di intercettare inoltre, le nuove forme di residenzialità leggera e temporanea”. Le linee di intervento sono molteplici. “Lo scopo – ha aggiunto Fusco – è valorizzare le nostre radici per guardare al futuro”.

Nei piani c’è la volontà di chiudere una intesa anche con l’associazione Italia Langobardorum per valorizzare i reperti e i luoghi longobardi presenti sul territorio comunale. In questo senso va letta la riqualificazione del centro storico, ma anche la rigenerazione della Chiesa di Sant’Andrea e delle aree limitrofe e l’adeguamento di Palazzo Marcangelo e delle aree pertinenziali. In programma, inoltre, il restauro della torre dell’orologio e un intervento definito ‘Un paesaggio da cornice’ che punta a valorizzare il centro sannita come punto di accesso e collegamento del Parco naturale del Taburno-Camposauro: un modo per coniugare cultura e valorizzazione delle bellezze naturali del Sannio.

Il tema della cultura longobarda ritorna anche nelle iniziative immateriali collegate alla riqualificazione urbanistica con l’accordo con l’istituto comprensivo, che punta alla creazione di percorsi di formazione specifici sulla storia cittadina e sulle tradizioni locali per rafforzare la connessione con la storia locale. Si punterà al potenziamento dell’insegnamento della lingua inglese per aprire ulteriormente gli orizzonti dei giovani sanniti.

Di particolare interesse l’intervento che prevede il restauro, la digitalizzazione e la catalogazione dell’archivio storico comunale. In sostanza si procederà a rendere disponibili on line i documenti relativi alla comunità di Castelpoto per dare la possibilità alle persone che vivono all’estero o in altre zone d’Italia di ricostruire le proprie origini sannite.

Un servizio utile, ma che vuole potenziare il turismo di ritorno: per dare la possibilità a chi non ha mai conosciuto il paese di origine di riscoprire le proprie radici, infatti, saranno attivati dei pacchetti turistici per agevolare pernottamenti e viaggi. Contestualmente sarà realizzata una biblioteca multimediale e digitale dedicata ai bambini e specializzata anche nella storia culinaria, raccogliendo tutta la letteratura sulla cucina locale.

E proprio sulle grandi eccellenze gastronomiche del territorio che si fonda un’altra importante linea d’azione dell’amministrazione Fusco. Oltre alla valorizzazione del presidio Slow Food della Salsiccia Rossa di Castelpoto si punta ad ottenere la denominazione per altri prodotti che poi saranno serviti all’interno di ‘Home Resturant’. Alcune delle abitazioni del borgo si trasformeranno in angoli conviviali dove poter assaporare le specialità e delle tradizioni del Sannio. Un intervento che ha un duplice valore: da un lato una possibile occupazione per i residenti e dell’altro la tutela del patrimonio edilizio. Un modo per privilegiare il turismo esperienziale all’interno di un territorio dalla vocazione naturale. Chi vorrà intraprendere questa strada, potrà contare su corsi di formazione specifici.

Infine, si punta alla realizzazione di “Un borgo aperto e in rete” che rappresenta l’aspirazione e la necessità di immaginarsi non come un territorio isolato, ma bensì parte di un sistema di relazioni di area vasta. Per questo nell’accordo con la Rocca c’è anche il collegamento della pista ciclopedonale ‘Sentiero dei Sanniti’ per unire Benevento e la Stazione di Vitulano al borgo longobardo di Castelpoto. Una passeggiata affascinante per turisti, ma soprattutto un nuovo modello di mobilità sostenibile per unire il centro sannita al capoluogo. “Vogliamo riconnettere Castelpoto e il suo tessuto materiale e immateriale con Benevento e Napoli”, ha sottolineato il sindaco.

IL FUTURO – Castelpoto guarda in avanti non dimenticando la tecnologia. Nel borgo smart non mancheranno attività legate alla connettività e al potenziamento dell’infrastruttura informatica (App e sito) di gestione dei servizi. “Il sogno – ha concluso Fusco – è quello di portare a termine questi processi e poi puntare alla realizzazione di un incubatore dei Start up per attirare giovani imprenditori. E’ un sogno, ma faremo di tutto per realizzarlo”.

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