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ECONOMIA

Strategia di trading online: sempre più investitori preferiscono la vendita allo scoperto

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La fase di incertezza che sta caratterizzando i mercati nell’ultimo periodo non accenna a dar tregua agli investitori: infatti, la situazione, già abbastanza caotica, è attualmente aggravata dalla rarefazione degli scambi, tipica di questo periodo dell’anno. In tale contesto, la maggior parte delle asset class si sta muovendo in canali laterali o lateral ascendenti e, ogni qual volta le quotazioni accennano a testarne i top, vengono respinte rapidamente con intense correzioni. Spesso i mini bear rally si concludono nell’arco di poche sedute, senza intaccare le strutture di grado superiore. Il motivo è da ricercare nel fatto che la correzione, agevolata dalle sacche di illiquidità che si creano su un sottostante, non vengono alimentate da nuovi ordini, ma semplicemente dalle ricoperture di posizioni assunte nel verso opposto che, una volta esauritesi, riconducono i prezzi in aree di stallo.

Naturalmente queste configurazioni hanno molto appeal sui trader, che, riuscendo ad estrarre rendimento con molta difficoltà dalle posizioni rialziste, intravedono nelle accelerazioni short la possibilità di realizzo, in tempi relativamente brevi, con una diminuzione della durata di esposizione al mercato. Quindi, seguendo l’adagio estremamente caso a chi opera quotidianamente in borsa secondo cui i “prezzi salgono per le scale e scendono con l’ascensore” e che evidenzia la natura più irruenta dei ribassi, sempre più speculatori iniziano a preferire lo short selling. Tuttavia, è bene che qualsiasi investitore sprovvisto di familiarità con tale metodologia operativa, approfondisca come funziona la vendita al ribasso, poiché potrebbe risultare un approccio molto utile per le proprie strategie di investimento.

Come funziona la vendita allo scoperto

Quando si compra un’attività finanziaria, per ottenere un ritorno netto positivo, è necessario che il prezzo di acquisto sia inferiore al prezzo di vendita dell’asset class oggetto della transazione. Tuttavia, in borsa non per forza le operazioni evidenziate devono seguire tale ordine cronologico, infatti, nel caso si ipotizzi il deprezzamento di un sottostante, lo si può vendere e successivamente riacquistarlo ad un prezzo inferiore: è evidente che la differenza tra le due transazioni sia medesima in valore assoluto, eccetto che per la successione dei due trades.

Tale operazione è ciò che viene comunemente definita vendita allo scoperto (scoperto, in quanto non si possiede materialmente lo strumento finanziario trattato) e acquisto di ricopertura (per restituire quanto preso in prestito per eseguire la transazione). Anche se al primo impatto potrebbe risultare uno schema complicato, in realtà, dopo le prime negoziazioni, la tecnica risulta alquanto confortevole, soprattutto in virtù del fatto che, come già accennato, la percezione dell’esposizione al mercato è meno lunga rispetto a quella di operazioni rialziste.

Vendita allo scoperto: un’operatività da utilizzare con attenzione

Naturalmente, nonostante la sensazione di agio che si percepisce nell’utilizzare lo short selling, bisogna procedere con estrema cautela e, soprattutto, consapevolezza, poiché se quando si effettua un’operazione long -ovviamente a leva 1- la perdita potenziale è il controvalore del trade stesso, nelle vendite allo scoperto la perdita potenziale può eccedere il capitale impiegato. Ad esempio, ipotizzando di avere uno short overnight su un titolo azionario e, a mercati chiusi, una notizia condizioni l’apertura successiva, generando un forte slippage, lo stop loss, non attivandosi la condizione, potrebbe essere saltato, mettendo sotto pressione l’operazione.

Quindi, è sempre bene, per questo tipo di trades, sfruttare sottostanti più stabili come indici o valute major, oppure accertarsi presso il proprio broker che sia disponibile un’opzione che copra una perdita massima prestabilita. Oggi, infatti, è possibile sottoscrivere i servizi di intermediari finanziari che, attraverso la compravendita di particolari derivati -i contratti per differenza-, permettono di negoziare la replica sintetica di un indice, di una materia prima o di un titolo azionario, con la strumentazione garantita da piattaforme di trading altamente tecnologiche. Pertanto, fra le features fruibili dagli utenti, non vi è solamente l’interfaccia per la gestione degli ordini limite e a mercato, ma anche per l’inserimento di stop loss e take profit, che assicurano un controllo del rischio ottimale.

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