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App Immuni, la parola all’esperto Visaggio: ‘Non è a rischio la privacy’
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Pandemia da coronavirus e necessità di contenere il contagio attraverso controlli serrati e tracciamenti di contatti: tra gli strumenti, oltre alle misure e ai comportamenti dettati dalla regole anti covid come distanziamento, lavaggio e disinfezione frequenti delle mani, uso della mascherina, evitare assembramenti, è stata creata specificamente per l’Italia l’app Immuni che serve a individuare eventuali contatti con i positivi.
A chiarire per Ntr24 la funzionalità dell’app Immuni e la sua efficacia dal punto vista sanitario è stato il docente di Sistema di elaborazioni delle informazioni, del dipartimento di Ingegneria informatica dell’Unisannio, Corrado Aaron Visaggio, esperto tra le altre cose, di sicurezza del dato e della privacy e dei software.
Perché l’App Immuni sia realmente efficace, però, è necessario che venga scaricata e utilizzata da un numero elevato di persone. Ad oggi soltanto poco più di sette milioni di italiani lo hanno fatto e anche se c’è stato un forte balzo in avanti rispetto ai cinque milioni di appena due mesi, il numero non è ancora sufficiente.
E come ha evidenziato il docente di Sistema di Elaborazione delle informazioni, anche se nei mesi scorsi il numero era ancora più basso, nei luoghi in cui c’è stata una forte diffusione dell’App è stato possibile individuare alcuni focolai.
“Il rischio di violazione della privacy non c’è – ha spiegato Visaggio, delucidando il percorso di studio e di confronto tra studiosi che ha portato alla creazione di un programma maturo e all’elaborazione di un protocollo di sicurezza, a garanzia della privacy e alla base del funzionamento dell’App, realizzato dopo aver vagliato diverse opzioni e proposte, tra cui anche quella di un server centralizzato per raccogliere le informazioni, successivamente rigettata.
L’app, infatti, – ha precisato Visaggio – consente di avere la lista dei contatti, intesi come identificativi numerici senza alcuna relazione con le informazioni personali, e senza geolocalizzazione, sul proprio smartphone. Una volta eventualmente entrato in contatto con un positivo, si riceverà una notifica. Spetta, poi, alla persona stessa decidere se informare l’autorità sanitaria, consegnandole la lista degli identificativi numerici.”
Le dichiarazioni nel servizio video