CRONACA
Fumo, cenere e degrado: quel che resta di Parco Cellarulo
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Parco Cellarulo è una grave ferita aperta per la città di Benevento e per tutta la comunità di sanniti. Il vasto incendio di ieri, che ha danneggiato pesantemente la pineta e altri alberi a ridosso dell’area archeologica, è solo l’ennesimo colpo inflitto ad una struttura che doveva essere motivo d’orgoglio per l’intera cittadinanza.
Un parco, che si estende per 1300 metri, che doveva fungere non solo da luogo ricreativo e socializzante, dove poter svolgere attività sportiva a contatto con la natura, ma anche da collante per le zone a cavallo del fiume Calore, da Santa Clementina al Rione Ferrovia.
Nel 2010 l’inaugurazione della struttura, con il taglio del nastro da parte dell’allora sindaco Fausto Pepe, che è soltanto uno sbiadito ricordo, cancellato da inchieste giudiziarie, alluvione e degrado.
Oggi, attorno a quello che un tempo era il fiume degli ulivi, il giardino delle dune e l’area archeologica, c’è solo fumo, cenere e degrado accumulato nel tempo. Sulla vicenda è anche intervenuta sui social la consigliera comunale pentastellata Anna Maria Mollica, che ha avanzato l’idea in Commissione Ambiente di rilanciare il progetto con la creazione di un Parco letterario del Noce Magico. Al momento, però, la fotografia più attendibile e concreta è quella di un’area importante per la città, l’ennessima, andata in fumo.