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Religione

La lettera della Caritas: ‘Invito al dialogo e a piano decennale di rilancio delle comunità’

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“Carissimi, siamo alla vigilia del 25 Aprile, festa della liberazione dal nazi-fascismo della nostra Italia, quest’anno anch’essa sarà vissuta, come le altre festività religiose e civili, in un “silenzio assordante”, causato dall’emergenza COVID-19 che ci vede tutti doverosamente e intelligentemente “reclusi” in casa e distanziati nelle relazioni personali.

Alcune settimane fa le nostre vite sono cambiate di giorno in giorno. Nessuno se lo aspettava, nessuno era preparato a questo. Eravamo abituati a vivere in un tempo libero e sicuro, in cui potevamo andare dove volevamo e in cui potevamo vedere le persone che amiamo ogni volta che volevamo, in cui potevamo viaggiare liberamente. Ebbene, ora quasi tutto e chiuso, non si può andare in giro né puoi vedere gli amici come una volta. Ci hanno anche detto di non andare a trovare i nostri cari, nonno, nonna, familiari per non metterli in pericolo. Quasi nessuno esce, la vita sembra essere scomparsa. Tutto sembra ammantato di inquietudine, come se il senso di sicurezza e di protezione fossero scomparsi.

Ognuno di noi ha un ruolo importante da svolgere ed è importante il modo in cui affrontiamo quest’emergenza: la gestione della situazione non è solo nelle mani del governo e dello Stato, dei nostri brillanti e coraggiosi dottori e paramedici, o persino dei vigili del fuoco, dei soldati o dei poliziotti, o nell’impegno di tante associazioni di volontariato e del Terzo Settore, ma è nelle mani di ognuno di noi.

Sembra ormai vicina la cosiddetta Fase 2, quella cioè che dovrebbe gradualmente riportarci alla normalità di prima, ma non sarà, né dobbiamo far ritornare tutto come prima.

“Dobbiamo crescere nella coscienza della cura della casa comune”. Ne è convinto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza del 22/4/2020 a questo tema, in occasione della 50ª Giornata Mondiale della Terra  e nel 5° anniversario della sua enciclica Laudato si’. “Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali”, l’appello. “Abbiamo peccato contro la terra”, il “mea culpa” di Papa Francesco, che cita un testo spagnolo: «Dio perdona sempre, noi perdoniamo alcune volte sì e alcune volte no, la terra non perdona mai». La terra non perdona. Se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta. “Quando vediamo queste tragedie naturali – il riferimento all’oggi – sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E se chiedo adesso al Signore cosa ne pensa, non credo che dica: ‘E’ cosa molto buona’. Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”.  “A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”. “Basta guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune”, l’analisi della Laudato sì: “L’abbiamo inquinata, l’abbiamo depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita”. “Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze”, l’omaggio del Papa: “Apprezzo sinceramente queste iniziative, e sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene. Abbiamo mancato nel custodire la terra, nostra casa-giardino, e nel custodire i nostri fratelli”. “È bene convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare dal basso”, la tesi di Francesco: la Giornata Mondiale della Terra, è nata proprio così, “ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo”. “Tante volte perdiamo la visione dell’armonia, che è quello che fa lo Spirito Santo, anche nel nostro rapporto con la gente, con il prossimo, con i poveri, con la terra”, il monito del Papa: “Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune. Intendiamoci: essa non è un deposito di risorse da sfruttare”. “Per noi credenti il mondo naturale è il «Vangelo della Creazione» che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per sostenere l’umanità. Il racconto biblico della creazione si conclude così: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona»”. “Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio”, l’appello: “Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare in una terra sacra!”. “Risvegliamo il senso estetico e contemplativo che Dio ha posto in noi”, l’altro invito del Papa, che sulla scia del Sinodo per l’Amazzonia esorta a riscoprire “la profezia della contemplazione”, quella dei popoli originari, che “ci insegnano che non possiamo curare la terra se non l’amiamo e non la rispettiamo. Loro hanno quella saggezza del buon vivere, non nel senso di passarla bene, ma di vivere in armonia con la terra”.  Nello stesso tempo, per Francesco, “abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete”: “Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune”.

Come Caritas Diocesana di Benevento, accogliendo gli inviti e le sollecitazioni del Santo Padre, e nel solco del Suo mandato a mettere al centro delle iniziative, la Parola di Dio, proponiamo a chi è  responsabile della gestione della cosa pubblica, un piano decennale di rilancio delle nostre comunità che vedrà l’impegno degli operatori e dei volontari della Caritas, diocesana e parrocchiali, di Benevento nell’azione pedagogica-formativa di annuncio e testimonianza della carità che avrà come obiettivo quello di implementare nelle coscienze un visione dell’uomo realmente integrale ed evangelica va ovviamente al di là delle prospettive adottate è necessario affrontare con decisione i problemi di un pianeta dove la lotta alla povertà non progredisce certo alla velocità sperata, e dove la comunità globale non sembra aver ancora pienamente messo in conto la grande sfida del cambiamento provocato dal COVID-19. Oggi più che mai il rilancio economico delle nostre comunità deve mirare ad uno Sviluppo Sostenibile necessario in una prospettiva unica e indivisibile per tutti i paesi del pianeta, dove gli obiettivi economici, sociali ed ambientali siano sempre perseguiti in modo sinergico, e dove ‘nessuno sia lasciato indietro’. Non basta individuare un singolo obiettivo o un target per contribuire a un mondo più sostenibile, occorre uno sguardo complessivo.

Occorre affermare sempre il primato dei diritti umani, ed analizzare in profondità gli effetti delle politiche pubbliche che si manifestano sul piano locale e globale. Molti esempi, da quello relativo alla produzione di armi, alle politiche migratorie, a quelle legate alla produzione di cibo, segnalano tensioni e contraddizioni tra obiettivi, targets, principi, livelli di impatto delle politiche e rappresentano altrettanti casi in cui la necessità di difendere i diritti pone di fronte a scelte coerenti. Ma se si vuole operare efficacemente, è necessario costruire un sistema in cui si interviene a monte, nella fase di definizione delle politiche. Il dialogo è fondamentale, e deve essere costruito in modo efficace. L’impegno sulla ‘tutela dei diritti’ non è facile, e spesso non produce risultati osservabili nell’immediato. È però fondamentale che, le diverse realtà della società, trovino il modo per lavorare insieme, nell’affrontare e trasformare i meccanismi strutturali che causano la povertà e gli squilibri che ci sono nel mondo. La società civile e le organizzazioni di fede religiosa possono svolgere un ruolo chiave nello sviluppo di proposte, nell’osservazione dell’operato dei governi, nel monitoraggio dei progressi e nel garantire che tutte le voci vengano ascoltate.

Papa Francesco invita tutti a dialogare. Il dialogo può aver luogo all’interno dei nostri organismi, nelle comunità, chiese, con i governi, nelle organizzazioni dei lavoratori e altri gruppi e organizzazioni tenendo fermi questi punti: Sostenere la dignità della persona umana e il rispetto per i diritti umani; non lasciare nessuno indietro; affrontare le diseguaglianze; integrare ambiente e sviluppo; promuovere la partecipazione e il dialogo; rafforzare la Governance e il partenariato globale; cambiare i modelli di consumo e produzione; promuovere il ruolo della tecnologia; sostenere la crescita economica delle imprese e il lavoro dignitoso.

Nella speranza che questa nostra idea progettuale trovi la più ampia adesione resto a vostra disposizione. Con affetto in Cristo”. (Don Nicola De Blasio)

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