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ECONOMIA

Povertà e dispersione scolastica, Campania seconda in Italia: Benevento resiste

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La Campania è la seconda regione in Italia con la Sardegna per numero di ragazzi che hanno lasciato precocemente la scuola, con un 18,1% su un tasso nazionale del 13,8%, e ha una percentuale del 27,5% di minori in povertà relativa su una media nazionale del 22,3%.

Lo scenario si inquadra in un’Italia in cui le famiglie con minori in povertà assoluta in dieci anni sono quintuplicate e che si trova a fare i conti con gli effetti della recessione sulla motivazione dei giovanissimi e con una popolazione sempre più vecchia, con oltre 165 anziani ogni 100 bambini:  in Campania i picchi sono a Benevento e ad Avellino, rispettivamente con 178 e 168,9.

Sono i dati snocciolati da Save the Children in occasione della presentazione del VIII Atlante dell’infanzia a rischio “Lettera alla scuola”, pubblicato da Treccani con l’obiettivo di rafforzare il ruolo della scuola e dell’educazione per superare le disuguaglianze e i fattori di rischio.

Secondo l’Organizzazione internazionale, che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, alunni e studenti spesso non trovano nella scuola risposte idonee alle sfide di oggi. A livello nazionale – si legge nel rapporto – le strutture sono spesso inadeguate, con oltre 4 istituti su 10 (41,4%) che non sono dotati di laboratori a sufficienza.

Nel sistema scolastico nazionale le diseguaglianze sociali continuano, infatti, a riflettersi sul rendimento degli alunni.  Negli istituti con un indice socio-economico-culturale più basso più di 1 quindicenne su 4 (il 27,4%) è ripetente, mentre negli istituti con indice alto la quota scende quasi a 1 su 23 (il 4,4%).

Uno studente di quindici anni su 2 (il 47%) proveniente da un contesto svantaggiato, inoltre, non raggiunge il livello minimo di competenza in lettura, otto volte tanto rispetto a un coetaneo cresciuto in una famiglia agiata.

Tra i bambini e i ragazzi che vivono in condizioni di disagio è ancora elevato il rischio di dispersione scolastica: le scuole secondarie di secondo grado in Campania sono colpite da un tasso di abbandono del 5,06%, più basso solo di quello della Sardegna su un dato nazionale del 4,3% e dell’1,03% nelle scuole secondarie di primo grado, il secondo più alto dopo la Sicilia, su un dato nazionale dello 0,83%.

In particolare, in Campania l’incidenza di alunni respinti nella scuola secondaria di primo grado va dallo 0,63 % di Benevento al 4,09% di Napoli su una media nazionale del 2,8%, mentre i respinti alla scuola secondaria di secondo grado vanno dal 5,9% di Avellino all’11,4% di Napoli su una media nazionale del 9,1%; nei licei dal 3,1% di Benevento al 5,7% di Napoli su una media nazionale del 5,3%, e negli istituti tecnici dall’ 8,0% di Avellino al 16,1% di Caserta su una media nazionale dell’11,5%.

La causa, secondo il rapporto di Save the Children risiede nel calo della motivazione degli studenti per effetto della crisi economica: la mancanza di lavoro e di prospettive tra gli adulti di riferimento ha generato sfiducia in molti bambini e adolescenti, aumentando il rischio del fallimento formativo.

In Italia meno di 1 un giovane laureato su 2 ha un lavoro (nell’Unione Europea il 71,4% di chi ha terminato l’università trova un’occupazione, in Italia appena il 44,2%, nel Mezzogiorno il 26,7%): non sorprende, dunque, che gli “scoraggiati” tra i 15 e i 34 anni, cioè disponibili a lavorare ma che hanno smesso di cercare un’occupazione, siano cresciuti del 43% in dieci anni, raggiungendo quota 420.000, di cui 340.000 si trovano nel Sud.

Dunque, alla povertà economica corrisponde anche la povertà educativa che si concretizza nella difficoltà o nell’assenza di accesso per molti bambini ad attività culturali. Sei ragazzi su 10 (il 59,9%) tra i 6 e i 17 anni non arrivano a svolgere in un anno: è ancora la Campania con una percentuale del 75%, la più alta in Italia dopo la Calabria e la Sicilia, la regione in cui 3 bambini su 4 non riescono a leggere almeno un libro, a fare sport in maniera continuativa,ad assistere a concerti, spettacoli teatrali, o a afre visite a monumenti e siti archeologici,a mostre e musei e ad avere accesso a internet.

Questo perché in un contesto in cui aumentano la povertà assoluta e quella relativa la spesa delle famiglie da destinare all’istruzione e alla cultura si abbassa fortemente: solo 40 euro per la cultura e 7.60 euro per l’istruzione al mese.

Il peggioramento della situazione economica ha colpito in modo ancora più profondo i minori in povertà relativa, che sono 1 su 5 in Italia, ossia il 22,3% (con un incremento del +20,2%), ma che in Campania riguarda il 27,9% dei giovani fino ai 17 anni, più di 1 su 4.

La forbice tra Nord e Sud, nel caso della povertà relativa, è ampia: nel Meridione il 32,6% dei bambini vive tale situazione contro il 16,1% del Nord. E i ragazzi più a rischio sono quelli di origine straniera.

Save the Children rileva anche che le scuole e i servizi didattico-educativi non sono a misura di bambino, con solo 4 strutture su 10 a livello nazionale che possono fare affidamento su meno di un laboratorio ogni 100 studenti. In Campania la scarsa dotazione oscilla tra il il 21,1% di Avellino e il 63% di Napoli.

Solo il 17,4% degli istituti scolastici (1 scuola su 6), inoltre, è dotato di almeno una palestra in ogni sede che in Campania diventa il 24,9% a Napoli, mentre nelle restanti 4 province scende sotto la media nazionale fino ad arrivare al 5,7% di Benevento e sebbene quasi tutte abbiano una biblioteca, quasi 3 su 4 danno la possibilità di effettuare un servizio prestito (esattamente il 72,5% a livello nazionale, che in Campania scende in tutte le province, oscillando tra il 70,3% di Avellino e il 53,8% di Benevento) ma meno di un terzo del patrimonio librario risulta fruibile (in Campania tutte le province scendono sotto la media nazionale del 31,1%, fino ad arrivare al 12,9% di Benevento).

Appare evidente il divario tra Nord e Sud: se in Settentrione 2 biblioteche su 3 sono dotate di almeno 3.000 volumi, in Meridione lo è solo 1 su 3 (39%), ancora meno nelle isole (32%).

Tra i fenomeni che condizionano la scuola di oggi, accanto alle povertà socio-economiche, c’è la denatalità: in cinquanta anni gli under 15 sono passati da 12 a 8 milioni, perdendo circa un terzo della popolazione in età della scuola dell’obbligo: l’Italia conta 165 anziani ogni 100 bambini sotto i 14, con un numero di over 65 che doppia quello dei giovanissimi in diverse province: in Campania sono 178 a Benevento e 168,9 ad Avellino.

Nonostante il numero totale di alunni diminuisca, aumenta invece quello dei bambini di origine straniera, che rappresentano il 9,2% (in Campania oscillano tra l’1,7% di Napoli e il 3,2% di Caserta); tra coloro che non hanno la cittadinanza italiana il 58,7% è nato in Italia (in Campania si va dal 28,7% di Benevento al 38,2% di Caserta).

Di fronte alla sfida dell’inclusione, tuttavia, solo nel 2,2% delle scuole del primo ciclo gli insegnanti ricevono formazione specifica (in Campania sono 1,8% a Caserta, 0,7% a Salerno e 0,6% a Napoli).

Un passo avanti, secondo Save the Children è stato fatto con il Piano di formazione dei docenti 2016-2019, che ha recepito le indicazioni del IV Piano nazionale infanzia su questo tema.

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