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Unisannio, presentato il progetto Optofer: la sicurezza ferroviaria viaggia su fibra ottica
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La sicurezza delle infrastrutture ferroviarie potrebbe diventare concreta e realizzabile in poco tempo e non essere più soltanto oggetto di argomentazioni e di propositi che puntualmente arrivano dopo incidenti disastrosi.
A dimostrarlo i risultati del progetto “Optofer”, finanziato dal MIUR, che ha consentito di realizzare e sviluppare sistemi di sensori innovativi e sostenibili in fibra ottica per il monitoraggio e la diagnostica delle reti ferroviarie, sperimentati a Benevento sulla linea di collegamento per Avellino presso le stazioni “Porta Rufina” e “Arco di Traiano”.
La ricerca, iniziata il 21 aprile del 2014, i cui esiti sono stati presentati questa mattina all’Hotel Una Il Molino, è stata portata avanti dal dipartimento di Ingegneria dell’Unisannio e dal Consorzio TOP-IN Scarl in collaborazione con Ansaldo STS, il CNR, l’Ingv, la Seconda Università di Napoli, la Partenope e diverse aziende private.
In pratica, il gruppo di lavoro ha analizzato il rischio frane e l’impatto della temperatura e del trasporto di sostanze pericolose all’interno delle gallerie attraverso i sensori in fibra ottica, che fornendo informazioni e dati in maniera affidabile, consentono di prevenire incidenti e aumentano il livello di sicurezza.
Il prossimo passo per rendere concretamente applicabile sulle reti ferroviarie è la certificazione della nuova tecnologia.
Proprio su questo ora il gruppo di ricerca è impegnato con Ansaldo Sts e secondo quanto spiegato dal responsabile scientifico del progetto “Optofer”, Andrea Cusano in base a precedenti esperienze, la nuova tecnologia potrebbe essere implementata nel giro di circa due anni.
Le ricadute di queste tecnologie innovative sviluppate a Benevento sono significative anche in altri ambiti e hanno già procurato interessanti commesse verso gli Emirati Arabi Uniti, il Cern di Ginevra, il Libano e l’Iran, come ha spiegato il presidente di TOP-In Scarl, Antonello Cutolo, evidenziando come da Benevento la ricerca industriale possa favorire l’esportazione internazionale di alta tecnologia richiesta in numerosi campi dalla medicina alla geofisica.
Tra queste spiccano la commessa da parte del governo libanese per realizzare un campo prova sensorizzato nella valle di Bekaa ai confini con la Siria, la sensorizzazione dell’LHC di Ginevra e la fornitura di pesa treni e rivelatori di ruote difettate ad Abu Dhabi.
Tra gli altri possiamo ricordare una nuova generazione di sensori di vibrazione, che hanno consentito di rilevare da Napoli il terremoto di Norcia con una sensibilità confrontabile con la strumentazione standard dell’INGV ma con minori problemi gestionali.
Sono stati anche sviluppati innovativi sensori di metalli pesanti, di radiazioni e di umidità con i quali si è aperto un discorso innovativo nel campo del monitoraggio dei terreni sia per ottimizzare l’irrigazione che per monitorarne eventuali problemi di inquinamento.
Le dichiarazioni nel servizio video