AMBIENTE
Televisori, scarti edili e degrado in contrada San Cumana: la denuncia dei podisti
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Immersa nel verde e nel silenzio interrotto in alcuni tratti solo dallo sciabordio di un fiume, contrada San Cumana, nella zona di Piano Cappelle a Benevento, sembrerebbe il luogo ideale per passeggiate e jogging: il condizionale è d’obbligo, visto che i podisti, che scelgono questa zona per allenarsi, devono fare i conti quotidianamente con la presenza di rifiuti ingombranti, speciali e di ogni tipo.
E’ molto facile in quest’area, infatti, imbattersi in vecchi congelatori, televisori in disuso, pneumatici, lastre di marmo, pannelli di cartongesso, residui di materiali edili, buttati alla rinfusa sul ciglio erboso a della strada.
Ad ampliare lo scenario per niente rispettoso dell’ambiente anche la presenza di bottiglie di plastiche e di vetro, fazzolettini, vaschette di cibo dismesse, scarpe, un vecchio triciclo, numerosi sacchetti con rifiuti di ogni tipo, bombolette spray, contenitori di prodotti speciali come l’olio per automobili o vernici.
Lo stesso corso d’acqua diventa, in alcuni punti, luogo di abbandono indiscriminato di sacchetti e bottiglie di plastica.
Un vero e proprio scempio alla natura apparentemente incontaminata di questa zona, dove come è noto, insiste anche l’istituto tecnico agrario che non viene risparmiato: molti sono, infatti, i rifiuti sversati nelle sue vicinanze.
Il fenomeno dello sversamento abusivo in questa parte della città di Benevento non è nuovo: già in passato le telecamere di Ntr24, su segnalazione di alcuni cittadini sensibili come avvenuto anche questa volta, hanno registrato la presenza di spazzatura che in alcuni casi ostacolava addirittura il transito delle automobili.
Ancora una volta diventa necessario da parte nostra l’appello al rispetto dell’ambiente che ci circonda: basterebbe solo un piccolo gesto per evitare il rischio di inquinamento e problemi agli animali e alle piante che popolano le aree verdi e fluviali.
Si pensi, ad esempio, ai tempi di degradazione per una sola bottiglia o un sacchetto di plastica: serve un arco temporale che va dai 100 ai 1000 anni, per i fazzoletti di carta sono necessari tre mesi, per una bottiglia di vetro circa 400 anni sul terreno fino a 1000 anni in acqua.
Nel frattempo vengono rilasciate nell’ambiente, a danno degli uomini, della fauna e della flora circostanti, sostanze chimiche tossiche con conseguenze a volte irreversibili per la salute.