CULTURA
Chiusura della Biblioteca “Melenzio”, flash mob sotto la sede del Pd
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Nel giorno in cui si presenta la dozzina finalista del Premio Strega a Benevento, nel capoluogo altri libri vengono abbandonati sull’uscio di un portone. L’edificio si trova lungo il corso Garibaldi ed ospita la segreteria provinciale del Pd. A lasciarli per strada, accompagnati da alcuni post-it, sono cittadini, docenti ed esponenti della politica sannita per protestare contro la chiusura della Biblioteca ‘Michele Melenzio’ di Sant’Agata de’ Goti.
Un flash mob nato con la volontà di difendere non solo l’importante istituzione saticulana, ma il ruolo dell’istruzione nel senso più ampio del termine. Il caso della Biblioteca “Melenzio” è ormai noto: la giunta di Sant’Agata de’ Goti avrebbe deliberato la restituzione dei locali che ospitano oltre 15mila volumi.
“Il sindaco Carmine Valentino è anche il segretario provinciale del Partito democratico – spiegano i manifestanti –. Per questo siamo qui e per questo che vogliamo conoscere qual è la posizione del Pd sulla vicenda”.
Durissima la condanna su quanto sta avvenendo, da parte del giornalista Giancristiano Desiderio, che ha raccontato anche un episodio che lo ha visto protagonista, lo scorso aprile, mentre era impegnato in un seminario filosofico ospitato all’interno della biblioteca.
Successivamente, i manifestanti hanno incontrato il segretario provinciale Valentino che ha chiarito alcuni aspetti della questione. “Alla Biblioteca non è stato notificato nessun atto – ha spiegato il primo cittadino ad Ntr24 – la mia prerogativa è quella di tutelare il patrimonio pubblico e non di distruggerlo”.
Il riferimento è ad una delibera di Giunta dello scorso 15 aprile con la quale è stato revocato il comodato d’uso gratuito dei locali di Palazzo Mosera alla Pro Loco, assegnati all’associazione dal 2005.
“E’ stata volutamente alzata l’asticella della polemica politica – ha aggiunto Valentino -alla quale, però, non abbiamo intenzione di rispondere perché convinti della correttezza dei nostri atti amministrativi”.
Valentino ha poi lanciato la proposta di costituire una Fondazione: il presidente scelto tra un membro dell’amministrazione e con la direzione di Desiderio. Una proposta/provocazione per “sottolineare – ha concluso – la mia volontà di tutelare i beni comunali anche con la collaborazione di altre persone”.