AMBIENTE
Ambiente, ecco il progetto per il Parco Agricolo, Fluviale e Archeologico dell’antica via Appia
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La proposta progettuale del Parco Agricolo-Verde-Archeologico (AVA) vuole combinare in un unica entità le tre caratteristiche di maggior risalto del Sannio Beneventano: Cibo, storia e territorio. Il progetto è stato presentato al 6° forum sul contratto del fiume sabato, tenutosi il 18 marzo scorso a palazzo Paolo V, dal forum di associazioni “Salviamo il Paesaggio”.
“Dall’idea – spiegano gli ideatori – si distinguono nettamente una serie di obbiettivi che auspicano la salvaguardia del patrimonio nascosto in un territorio flagellato dall’incuria dei suoi figli. I corsi d’acqua interessati da scarichi fognari diretti, abbandono di rifiuti lungo le sponde, prelievo di inerti, sono solo alcuni esempi di una cattiva gestione di questo patrimonio e degli impatti antropici presenti nell’area”.
“La ‘fortuna’ della città di Benevento e di parte della sua provincia sta nell’essere posizionati in un contesto geomorfologico e pedologico unico. La disgiunzione appenninica – prosegue Salviamo il paesaggio – e l’ecotono che delinea un frastagliato sistema di interconnessioni tra aree ecosistemiche anche molto differenti, Costituisce un immenso scrigno di biodiversità. Infatti, “l’ecosistema Sannio” ha mostrato una resilienza consistente alle problematiche ambientali del territorio, perpetuando il germopasma delle componenti floristiche e faunistiche sia ad interesse agricolo zootecnico che ad interesse ambientale.
Conoscere le peculiarità del territorio non è cosa semplice – aggiunge la nota -. Le più piccole sfaccettature possono valorizzare un intero sistema, dato ciò, studi meticoloso svolti nel giusto lasso di tempo sono necessari per adottare una strategia vincente. Qui sono descritte, in maniera non esaustiva ma puramente indicativa, alcune delle azioni e delle iniziative poste a creare il sistema ideale legato alla proposta progettuale”.
Per questo il progetto si basa sul modello delle quattro A: Agricoltura, Ambiente, Archeologia e Antropologia.
Il patrimonio Agricolo: Il Tabacco, e la sua diffusione quale coltura industriale, con la sua venuta e con la sua graduale dipartita è stata solo una parentesi e non ha lasciato molto al Sannio se non una ricchezza effimera. Preservare il germoplasma immenso della cultura agricola del Sannio, è la nuova sfida. Una battaglia supportata dai nuovi trend di consumo volti al particolare alla diversificazione ed alla qualità. Una banca delle essenze botaniche è un primo passo. In parallelo lo studio di nuove filiere corte che supportino le imperfezioni delle attuali al fine di garantire un modello di introito agricolo da diffondere sul territorio è d’obbligo. La funzionalità primaria del parco AVA dell’antica via Appia è, quindi, quello di costituire un retaggio di specie agricole, ad iniziare dalla vite, olivo, cereali e ortaggi, da conservare, da curare e da far esplodere e diffondere negli usi e costumi del tessuto sociale.
La risorsa Ambiente: E’ inimmaginabile vivere senza beni e servizi ambientali. L’assenza di questi presupposti determina una lenta agonia della società umana e delle comunità floristiche e faunistiche legate all’habitat ed alla agricoltura. La sfida ambientale è semplice ed articolata nello stesso tempo. Se per migliorare lo stato ambientale è sufficiente fare una mirata piantumazione di essenze vegetali autoctone, preservare l’habitat è una lotta continua tra speculatori ed illuminati. Ad esempio le fasce di rispetto fluviale sono aree che dovrebbero essere adibite a corridoio ecologico, purtroppo allo stato attuale ci troviamo ancora,solo per citarne alcuni, uliveti, vigneti e case. Il parco AVA (Agricolo-Verde-Archeologico) vuole funzionare da entità in cui l’ambiente è costituente centrale, e produttore comune di beni e servizi mirati a politiche di benessere a lungo termine e di welfare sociale.
L’immensità Archeologica: La storia del Sannio è forse una delle più affascinanti tra quelle d’italia. Sanniti, Longobardi, Pontefici sono solo alcune delle culture che hanno stanziato o hanno avuto in minima parte a che fare con la ricchezza del Sannio. Queste culture involontariamente hanno lasciato un’altra ricchezza, che è quella Archeologica che è immensa e chiede ancora di essere scoperta.il parco AVA rifacendosi all’antico percorso della via Appia vuole, in primis, preservare questo patrimonio e poi renderlo noto alla cittadinanza ed ad una fruizione turistica consapevole tramite un intricata rete di percorsi.
Plasticità Antropologica: La sfida più difficile è quella di rendere modellabili ed aperte al discorso le menti delle persone. Dal ricambio generazionale si possono ottenere risultati, ma quei tempi sono ancora lontani e sono necessarie azioni a termine ben più breve. La consapevolezza dei benefici introdotti da un sistema integrato di gestione agricola- ambientale- archeologica possono cambiare il modo di pensare e di concepire l’ambiente, nell’era dell’emergenza fatta di inquinamento, incuria del territorio, riscaldamento globale.
Ad esempio – concludono da Salviamo il paesaggio – , sensibilizzare sulla forestazione porta a conoscenza della comunità dei vantaggi a lungo termine e di quelli indiretti legati alla pratica, quali sequestro di CO2 e rilascio di O2, stabilizzazione delle temperature e quindi stabilizzazione microclimatica che porta in maniera indiretta ad un abbassamento del rischio idrogeologico, risparmio economico per gli agricoltori che non saranno costretti a fare irrigazione forzata, risparmio economico per le famiglie che potranno gestire meglio l’uso dei condizionatori e degli apparecchi elettrici in casa. Questo intricato sistema di connessioni e di cause ed effetto devono essere alla portata dei cittadini tramite un entità presente sul territorio come il Parco AVA dell’Appia antica”.