POLITICA
Servizio idrico integrato, si va verso la fusione tra Alto Calore e Gesesa per la gestione nel distretto irpino-sannita
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GUARDA VIDEO Potrebbe andare verso l’aggregazione societaria tra Alto Calore Servizi e Gesesa la gestione del servizio idrico per il nuovo distretto irpino-sannita emerso dalla legge regionale sul servizio idrico integrato approvata in Regione il 16 dicembre scorso e che prevede, tra le altre cose, la suddivisione dell’Ambito Territoriale Ottimale in cinque distretti, maggiore potere e autonomia negli investimenti delle opere infrastrutturali ai Comuni nella gestione del servizio e l’istituzione dell’ente idrico campano cui partecipano tutti i comuni della regione.
Il nodo della formula in cui il servizio idrico sarà gestito nel Sannio e in Irpina che, peraltro, come distretto sono i soli che già hanno approvato il piano d’ambito per un investimento di oltre un miliardo e 400 mila euro, è stato al centro di un tavolo interistituzionale alla Rocca dei Rettori svoltosi a porte chiuse in vista del mese giugno decisivo per la gestione idrica dei due territori.
Positivo l’esito dell’incontro secondo il sindaco di Benevento Fausto Pepe, che ha evidenziato “gli sforzi e i tentativi per tentare una gestione nostra della risorsa idrica.”
A creare perplessità sopratutto tra l’opinione pubblica nelle scorse settimane e quindi la necessità di ulteriori verifiche tecniche è la situazione finanziaria dell’Alto Calore Servizi su cui pende una situazione debitoria di circa 120 milioni di euro ma anche le polemiche nate da incontri precedenti sul rischio di una privatizzazione dell’acqua, considerato che Gesesa è una società mista partecipata da 13 comuni tra cui Benevento, di cui è proprietaria l’Acea società per il 51% di Roma Capitale, e di gruppi privati per le restanti quote tra cui il gruppo Caltagirone.
Il tavolo si è concluso fissando a fine mese di febbraio una nuova convocazione.
Il presidente di ACS Raffaele De Stefano ha rassicurato, inoltre, sugli effetti economici che potrebbero gravare sugli utenti, dichiarando che “bisogna ragionare sugli investimenti da fare sulle infrastrutture idriche e non sulla situazione finanziaria dell’ente.”
Secondo De Stefano, infatti, il ruolo di società industriali potrebbe agevolare tariffe più equilibrate rispetto ad una gestione tutta pubblica.
Le dichiarazioni nel servizio video