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Salute

Salute Mentale, la Rete Sociale annuncia: “Istituito un fondo di 50mila euro per superare il disagio psichico”

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Da 8 mesi nella Salute Mentale del Sannio è in atto una rivoluzione per ottenere cure efficaci, poco costose e “a misura di paziente”. Promossa dalla Rete Sociale, questa rivoluzione è condensata nel decreto regionale n. 16 e nella sigla “PTRI”: ovvero Progetti Terapeutici Riabilitativi Individuali che consentono concrete possibilità di inserimento sociale, affettivo, lavorativo e abitativo a persone con disagio psichico.

Lo scrive in un comunicato stampa la presidente della Rete Sociale, Serena Romano.

Questo compito di “co-gestire” i Progetti – cioè, “gestire insieme” al paziente, ai familiari, ai servizi sanitari e sociali, al volontariato e alla comunità il “budget di salute” assegnato a ciascun paziente in base alle sue esigenze – è affidato per legge alle cooperative sociali di tipo “B”: orientate, cioè, alla solidarietà più che al lucro. “Ebbene, l’avviso pubblico lanciato dalla Asl per individuare questi “co-gestori” di Progetti Individuali, ha prodotto ben 90 offerte di partenariato in 3 mesi, in grado di offrire opportunità di vario tipo non solo ai pazienti ma all’intero Terzo Settore, di trasformare i “costi” sanitari in “risorse” per nuovi posti di lavoro” e di innescare una catena di solidarietà contro lo stigma”.

Così la presidente della Rete Sociale ha spiegato i meccanismi di questo “welfare di comunità” nella conferenza stampa tenutasi oggi al cinema San Marco: “Cinema che ora fa parte della catena di opportunità solidali innescata dai PTRI – ha continuato la Romano – Perchè Iolanda Iannella direttrice del San Marco, ha offerto gratuitamente alla cooperativa Sociale Effatà (candidatasi a divenire co-gestore di PTRI) uno spazio per ospitare una radio che sarà costruita con il lavoro di squadra di persone “diversamente abili” inserite in Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali.

Progetti finanziati con il budget assegnato dai servizi sociosanitari alla persona con disagio psichico, senza oneri per l’impresa o il privato che offrono l’opportunità di lavoro, ai quali viene anche corrisposto un compenso per l’impegno profuso nel reinserimento e nella riabilitazione. Così nessuno ci perde, nessuno ci lucra, ma tutti ricavano un utile adeguato, compresa l’Azienda Sanitaria che con una riabilitazione più efficiente e a basso costo, risparmia sui medicinali e sui ricoveri”.

Grazie a questo meccanismo, dunque, la catena del “welfare di comunità” cui si ispirano i PTRI si sta arricchendo di imprese e privati disponibili all’inserimento abitativo o lavorativo di disagiati psichici (come rivela qualche esempio nell’elenco riportato di seguito). E a questa concreta catena di opportunità solidali, ha voluto partecipare anche Serena Romano: “Forse qualcuno ricorderà il tragico incidente dell’agosto 2007 in cui un aliscafo della Siremar-Tirrenia si schiantò contro la scogliera del porto di Trapani. Ci fu un solo morto: mia sorella Paola. All’epoca dichiarai alla stampa e sul blog “Amici di Paola” che il risarcimento per la sua morte sarebbe stato devoluto in beneficenza. La cifra ottenuta dopo 7 anni di battaglie legali, ammonta a 50.000 euro con i quali aprirò un fondo di garanzia presso Banca Prossima per portare avanti la causa del reinserimento sociale di persone con disagio psichico.

Un fondo intitolato “Amici di Paola Romano” – spiega – che spero trovi altri donatori disposti ad alimentarlo grazie alla trasparenza di ogni operazione, messa in rete e garantita dalla presenza vigile dell’associazione di familiari di cui sono presidente e che partecipa anche al “Tavolo di lavoro” istituito dalla Asl per monitorare l’iter dei PTRI in maniera cristallina e condivisa”.

“Tavolo” al quale solo il vertice del Dipartimento di Salute Mentale finora non ha mai partecipato, costringendoci a promuovere diverse azioni di sollecito: è questa, dunque, l’unica “ombra” sulla Salute Mentale del Sannio che speriamo venga dissipata presto dalla “luce” della solidarietà.

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