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Ex Consorzi Rifiuti, Mancini scrive al sindaco Pepe: “I sindaci non vogliono il nostro ritorno”

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Il rappresentante dei dipendenti degli ex Consorzi rifiuti, Piero Mancini, scrive una lettera aperta al sindaco Pepe dopo il workshop di Confcooperative, tenuosi venerdì scorso in città. Nella missiva, ancora una volta Mancini contesta la mancata volontà da parte dei sindaci di provvedere alla soluzione della questione dei lavoratori degli ex Consorzi.

Di seguito riportiamo integralmente il testo della lettera:

“Egregio sindaco, il workshop organizzato da Confcooperative, è stato molto importante.
Ha chiarito le idee a molti lavoratori sull’intera problematica. Sui tempi per il ritorno al lavoro. Se questo mai avverrà. Lo scetticismo nasce dalla tetragona volontà dei sindaci di non volere, sul proprio territorio, il ritorno dei dipendenti degli ex Consorzi. Volontà mal celata da obiezioni sulla legge regionale, sui problemi organizzativi ed economici.

Ipocritamente si strumentalizza ogni situazione, per raggiungere sempre lo stesso obiettivo. Che accomuna sindaci di varie estrazioni. Tutti concordi, quelli di destra, di centro e di “ sinistra “. Tutti alleati, contro i dipendenti degli ex Consorzi.
Prima hanno portato al fallimento i Consorzi, piangendo miseria per non pagare le quote e per i servizi resi dai lavoratori, che effettuavano la raccolta differenziata. Scientificamente mal organizzata dagli stessi sindaci che gestivano i Consorzi, essendo da tutti loro composti i Cda.

Come la Corte dei Conti ha evidenziato, nella sanzione al Consorzio Bn1.
Bisogna sottolineare, come è sua scienza, che gli stipendi ai dipendenti dei Consorzi venivano pagati dalla Protezione civile nazionale. Che, pur rappresentando, gli stipendi, una quota prevalente nei bilanci, i sindaci lamentavano gli alti costi che i loro Comuni dovevano sopportare. Miracolosamente, dopo la nostra cacciata, sono finiti tutti i problemi. Le risorse sono state subito reperite, per effettuare le gare d’appalto. Gare che stanno tanto a cuore ai suoi colleghi, insieme alle assunzioni delle proprie clientele elettorali alle dipendenze delle aziende che le vincono. Sempre le stesse, naturalmente.

E’ diminuito il costo del servizio, dopo la nostra cacciata? I cittadini pagano tasse meno onerose? I sindaci, miopi, ancora non hanno compreso che hanno scatenato una guerra contro un centinaio di famiglie. Che non tutte sono in grado di continuare a sopravvivere e che la disperazione ha superato il livello di guardia.

Che molti sono stati posti nella condizione di non avere più nulla da perdere. Che la stragrande maggioranza dei lavoratori maledice una classe dirigente capace solo di gestire risorse pubbliche in modo da suscitare forti critiche e tanta rabbia fra gli amministrati e, in molti casi, anche l’intervento della magistratura.

La corruzione è forse un modus operandi solo nella sanità?
Nessun cittadino beneventano, di buon senso, lo pensa. I sindaci farebbero meglio a prendere coscienza che hanno spezzato la corda. Che la convivenza civile potrebbe saltare per loro miopia e per il menefreghismo, che con arroganza ancora manifestano, per le gravissime condizioni economiche di tante famiglie prigioniere di una infinita esasperazione.

Che ci risultano vili, gravi e provocatorie ogni loro affermazione contraria al nostro ritorno al lavoro nei loro comuni. Il sottoscritto, assumendosi pubblicamente tutte le responsabilità del caso, manifesta una grande collera per il comportamento per tal fatta di amministratori, che non conoscono nemmeno il freno della pubblica decenza. Come quel candidato sindaco che dopo aver vinto le elezioni caccia la cooperativa di operatori ecologici, clientela elettorale del sindaco uscente, che, da tempo, spazzava il paese, per far posto ad una formata dai propri elettori. Egregio sindaco, siamo ritornati ai servi della gleba!

Ciò non è più umanamente accettabile. Lei, in qualità di dirigente nazionale dell’associazione dei Comuni, ha contezza che a tutti i lavoratori che hanno preso il nostro posto viene elargito lo stipendio previsto dal Ccln Federambiente, come loro diritto? Le chiedo di rendere pubblica la posizione dell’Anci: Abbiamo, o non abbiamo, il diritto di ritornare nei comuni dove, per dieci anni, abbiamo speso una parte importante della nostra vita? I lavoratori, e la pubblica opinione, sono interessati affinché, su questa annosa e scandalosa vertenza, venga presa una posizione autorevole, pubblica, chiara e definitiva. Soprattutto dopo ciò che è emerso venerdì, nella sala Gianni Vergineo del Museo del Sannio.
Egregio sindaco, rileggendola mi accorgo che è molto dura. Ma, purtroppo, rappresenta bene lo stato d’animo della maggioranza dei lavoratori”.

Piero Mancini, licenziato dal Consorzio Bn3

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