Abolizione Province, la Corte dei Conti boccia il disegno di legge Delrio. La Uil: “E’ inutile e incostituzionale”

“La Corte dei conti boccia, senza appelli, il disegno di legge Delrio. Nell’audizione del 6 novembre scorso sul provvedimento che dovrebbe abolire definitivamente le province, il giudizio della Sezione delle autonomie della magistratura contabile è netto: basse possibilità di risparmio per gli enti, una volta che il disegno di legge dovesse entrare in vigore a tutti gli effetti, e rischio di confusione amministrativa nell’indefinito periodo di transizione”.

Lo afferma in una nota il segretario generale della Uil Benevento, Fioravante Bosco.

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Il giudizio della Corte nei confronti del disegno di legge sul riordino degli enti locali – si legge – è, quindi, molto deciso, soprattutto nell’impianto della redistribuzione delle competenze, sul quale è fondato l’intero progetto di ridefinizione dei livelli di governo locale.

Facendo leva sul mero spostamento di competenze tra enti di differenti piani istituzionali, il disegno di legge Delrio arriva alla conclusione che il passaggio di funzioni da province ad altri enti abbia un impatto nullo sulle casse dello Stato.

In realtà, scrive la Corte dei conti, tale assunto “appare però tutto da dimostrare nella sua piena sostenibilità”.
In particolare, osserva la Corte, traslare le funzioni dalle province alle città metropolitane, e, contemporaneamente, far corrispondere a questo passaggio uno “zero” in termini economici sembra azzardato. Oltretutto, nota la magistratura contabile, i presupposti del disegno di legge sembrano confusionari, dal momento che postulano la sovrapposizione di compiti tra le sfere di governo arrivando, allo stesso tempo, a conclusioni, come sul ruolo svolto dai comuni, di cui si potrà avere assoluta certezza solo una volta entrata in vigore la riforma.

Dunque, il punto focale resta sempre la soppressione delle province, sulla quale la Corte richiede con forza “alcuni passaggi decisionali con i tempi occorrenti ai fini dell’individuazione delle risorse di cassa tali da compensare gli oneri legati alla progressiva costituzione della città metropolitana”.

C’è poi un rischio: che i tempi tecnici rendano la nuova conformazione istituzionale un regime stabile per tempo indefinito, con la possibilità concreta, scrive la Corte dei conti, che: “E’ evidente che laddove la predicata transitorietà dovesse dilatarsi eccessivamente o addirittura radicarsi in attesa di nuove iniziative si perpetuerebbe una situazione di confusione ordinamentale certamente produttiva di inefficienze”.

Tra l’altro, veri e più efficaci interventi di riordino, secondo la Corte dei conti, dovrebbero riguardare anche (se non soprattutto) gli organismi partecipati “ai quali sovente è affidata la gestione dei servizi pubblici e delle funzioni strumentali. Si tratta di circa 5.500 enti che, dall’analisi della Corte nell’ultimo referto al Parlamento sulla finanza degli enti locali, si rilevano, in molti casi, come fonte di perdite per gli enti istituzionali”.

Quanto ai risparmi di spesa, la Corte dei conti demolisce la tesi di chi sostiene la possibilità di tagliare circa 2,1 miliardi attinenti alle “funzioni generali”, ritenendo davvero credibile il risparmio sui costi delle remunerazioni del personale politico, cioè 105 milioni. Ma, la sezione chiarisce che di questi, 16 milioni sono insopprimibili , riguardando i rimborsi spese, da assegnare anche ai componenti delle assemblee dell’eventuale “secondo livello”.

“Il disegno di legge Delrio – osserva Fioravante Bosco, segretario generale della Uil sannita – è assolutamente inutile, e rasenta profili di incostituzionalità. Sulle province vi sono voci di spesa insopprimibili, quali il personale, il rimborso dei mutui, gli investimenti, la manutenzione di strade e scuole, che andrebbero comunque a gravare su altri enti”.

“Senza contare – continua Bosco – che nella gran parte delle province italiane sono stati raggiunti equilibri tra popolazione, imprese e servizi. E’ quindi importante mantenere e, anzi, rafforzare un governo di area vasta unitario e coerente”.

“La provincia di Benevento – conclude il leader della Uil sannita -, più di ogni altra, soffrirebbe per la sua soppressione, in quanto dilaniare l’equilibrio che tiene insieme la realtà dei nostri piccoli comuni, porterebbe il Sannio alla più assoluta disgregazione politica, amministrativa, economica, sociale e demografica. Spero che i nostri politici, interessati solo all’aggiudicazione degli appalti pubblici, inizino a rendersene conto”.

CAPOCEFALO – “La notizia diffusa dal segretario Bosco della UIL circa la bocciature da parte della Corte dei conti del disegno di legge di abolizione delle province mi trova completamente d’accordo. Infatti come più volte evidenziato non trattasi di riduzione di spese ma di aumento della confusione tra gli enti locali già fortemente penalizzati.

Se si vuole parlare di abolizioni e riduzioni di spese e’ necessario iniziare dalla Regione così come evidenziato dal Presidente Caldoro. Bisogna razionalizzare le spese e ridurre gli sprechi inutili come da sempre evidenziato ed attuare il decentramento amministrativo cosi come dispone la nostra costituzione sempre vanamente invocata.

Auspico che il legislatore riveda i propri propositi ed elimini quel “disegno criminoso”. Riflettiamo attentamente”. Questo il commento in proposito dell’ex consigliere provinciale Spartico Capocefalo.