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Opinioni

Il verdetto delle urne: il Pdl resuscita, il PD riflette. Intanto lo tsunami di Grillo si abbatte sul Sannio

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Dovevano assicurare stabilità politica al Paese, dopo l’intermezzo del Governo tecnico, invece queste elezioni rischiano di essere un gran buco nell’acqua. Al Senato di fatto non c’è la maggioranza. Per fare le necessarie riforme servirà un’alleanza. Ma quale? Quella con Monti, ipotizzata più volte dal Pd? Non basta. Bisognerà necessariamente dialogare con il MoVimento a 5 Stelle, di fatto terza forza del Senato. In estrema ratio resta sempre l’inciucio con il Pdl.

Nessun senatore dal Sannio arriverà a Palazzo Madama. Al momento, come da copione, solo due deputati sanniti sederanno sui banchi di Montecitorio: Nunzia De Girolamo per il Pdl e Umberto Del Basso De Caro per il PD. Profumo di Roma invece per i grillini di Airola, Vincenzo Antonio D’Iglio primo dei non eletti in Campania 2 per il MoVimento a 5 stelle.

Il vento dell’antipolitica ha soffiato su questa tornata elettorale. Non ci riferiamo al successo del movimento di Beppe Grillo, che può essere interpretato come un voto di protesta. Ma comunque un voto. La disaffezione, o meglio l’avversione per la politica, è racchiusa in quel 11,5% di elettori che nel Sannio, a differenza del 2008, non si sono recati alle urne, ad esercitare un dovere e diritto della democrazia, seppur insudiciato dal Porcellum.

PDL: due mesi fa sembrava un traguardo troppo lontano. Oggi quel sogno impossibile diventa realtà in casa Pdl, che conquistata la Campania, fa l’amplein di seggi al Senato e diventa il primo partito nel Sannio. Una campagna elettorale tutta in rimonta, iniziata da platee semi vuote che giorno dopo giorno si riempivano sempre di più. Sarà che gli italiani e anche i sanniti credono ancora alle promesse, come quella della restituzione dell’Imu, sarà che gli elettori di sinistra hanno preferito Grillo a Bersani, ma il Pdl ha dimostrato che è ancora in salute. Anche nel Sannio, dove lo si dava per moribondo, la De Girolamo ha dato prova di poter vincere, anche senza i nomi illustri di Izzo e Viespoli. Conquistando consensi in particolare in alcuni paesi del Fortore, dove pochi giorni prima del voto era stato varato l’assetto di riordino dei presidi sanitari e delle guardie mediche.

Una giornata amara per il Partito Democratico. Una doccia fredda. Uno 0,5 segna il confine a livello nazionale tra la sconfitta e la debacle. Un tonfo, figlio della saccenza di chi era convinto di vincere, a prescindere da tutto e da tutti. Il PD consegna a Berlusconi San Giorgio del Sannio e Sant’Agata dei Goti.
Silenzio surreale nella sede di corso Garibaldi, a Benevento, in tarda serata, dove solo poche settimane fa tuonavano parole di vittoria. Un silenzio che da oggi servirà ai democratici per riflettere sui propri errori. Su una campagna elettorale in città concentrata più contro l’alleato del Centro Democratico Bello che contro la pidiellina De Girolamo; condotta a schivare le polemiche sulle inchieste giudiziarie a Palazzo Mosti e a proporre idee e progetti sui problemi del paese, spesso privi però, direbbe il comico che tanto piace a Bersani, del foglio del “come”.

Debacle degli Arancioni – Ci si è appellati al voto utile, pensando che in Campania il “nemico” da fermare fosse di colore arancione: la Lista di Rivoluzione Civile di Ingroia, appoggiata dal sindaco di Napoli De Magistris. Ma una caduta libera ha chiuso l’esperienza elettorale degli arancioni, che non hanno superato la soglia di sbarramento sia alla Camera che al Senato.

La realtà, in base ai numeri, è una sola: Berlusconi è stato sottovalutato. Il giaguaro ha tutte le sue macchie a posto. Dalla rete, già nella serata di ieri, arrivano commenti e post sarcastici. Qualcuno auspica le dimissioni del segretario, qualcun altro ipotizza che se Renzi avesse vinto le primarie, sarebbe stata tutta un’altra storia. Ma il senno del poi serve a poca cosa.

Lo Tzunami Grillo – A Benevento reggono gli argini del centrosinistra, ma non del Partito Democratico, contro lo tsunami di Grillo. Il Movimento a 5 stelle è di fatto il primo partito in città. Un voto di protesta, consacrato nella figura del comico genovese Beppe Grillo, che a Benevento conta su un piccolo zoccolo duro di grillini nati con i meet-up, poco noti però ai più, che ha fatto inceppare la macchina da guerra elettorale dei Democratici. Il Movimento a 5 stelle è anche la terza forza a livello provinciale, dopo Pdl e Pd. Il marchio di Grillo è stato apposto sui molti paesi del Sannio. Primo partito a San Marco dei Cavoti, Circello, Campolattaro, Baselice e perfino Colle Sannita, dove sindaco Giorgio Carlo Nista era candidato alla Camera dei Deputati nella lista Monti, ma con scarsi risultati.

Archiviata l’esperienza del governo tecnico, si guarda al futuro, ma con in mente una domanda: quanto durerà? Tendendo anche presente che quello che sembrava un fenomeno, il Movimento a 5 stelle, oggi è una realtà consolidata.

Erika Farese

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