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Regione Campania

Dal Consiglio regionale il sì al riordino con una città metropolitana e 4 province. Solo Aveta (La Destra) non firma l’odg di Del Basso De Caro

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Concluso alle 14 in punto il consiglio regionale straordinario da Villa dei Papi a Benevento. Quasi unanime il sì all’ordine del giorno presentato dal consigliere regionale del Partito Democratico Umberto Del Basso De Caro, con il quale si impegnava la Giunta Caldoro ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale l’art. 17 del D.L. 95/2012, poi convertito in legge. Nel testo anche la proposta di riordino articolato sull’ambito di una città metropolitana e quattro province. Contrario solo il consigliere Aveta (La Destra). 

ore 14.00 Concluso il consiglio regionale da Villa dei Papi di Benevento. Solo il consigliere Carlo Aveta (La Destra) non ha firmato l’odg presentato dal consigliere sannita del Pd Umberto Del Basso de Caro.

Questo il testo del documento approvato:

Il Consiglio Regionale impegna il Presidente e la Giunta della regione Campania ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale le disposizione dell’art. 17 del D.L. 95/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, laddove regola il riordino delle province con previsioni di manifesta illegittimità costituzionale.

Allo stesso modo impegna il Presidente e la Giunta regionale ad esercitare gli adempimenti istruttori rimessi alla Regione , dal decreto medesimo, al fine di garantire che siano sempre assunte interpretazioni normative della legislazione ordinarie conformi alla Costituzione della Repubblica e, per quanto di competenza, allo Statuto della Regione Campania, con particolare riferimento alle sue disposizioni identitarie.

Fermi dunque i rilievi di incostituzionalità e le censure di illegittimità che precedono, il Consiglio regionale esprime l’orientamento di proporre al Governo centrale il riordino del territorio regionale articolato sull’ambito della Città metropolitana di Napoli e di quattro Province da ridefinire con riferimento ai criteri di equilibrio demografico, di omogeneità ed identità territoriale, socio­economica e storico-culturale.

Il Consiglio Regionale decide di convocarsi per l’esame della proposta di riordino che la Regione dovrà trasmettere al Governo entro i termini ai commi 3 e 4 del citato articolo 17 della legge n.135/2012″.


ore 13.55
I sindacati hanno presentato al consiglio regionale un documento che sarà poi girato al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Nel testo redatto da Cgil, Cisl e Uil si denuncia il grave stato di crisi in cui versa la provincia di Benevento.

ore 13.50 Il dibattito si avvia alla fine. Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale alle Autonomie Locali Pasquale Sommese: “La soluzione per Benevento sta all’interno di un più ampio intervento che comprende Napoli e le altre province della Campania. Un ragionamento in cui, oltre all’economicità e all’efficienza, bisogna tener conto della necessità di un riordino anche delle funzioni da affidare ai territori. E’ su questa strada che dobbiamo lavorare sapendo che abbiamo i tempi stretti”.

ore 13.25 I consiglieri regionali Gennaro Salvatore, Giovanni Fortunato e Sergio Nappi hanno sottoscritto l’odg di Umberto Del Basso De Caro che chiede di intervenire con il ricorso alla Corte Costituzionale e propone il riordino sulla base di quattro province e una città metropolitana.

ore 12.50 Pietro Foglia(Udc): “La legge sul riordino è confusa. Avanzo dubbi sulla legittimità del provvedimento. Non è dato sapere l’economia che lo Stato realizza con la soppressione delle province. La Regione deve tutelare le identità dei territori”. 

L’esponente dell’Udc ha poi criticato la proposta di Aveta sul Molisannio spiegando che il territorio sannita fa parte del dna e della storia della regione Campania. “Aspettare che Napoli diventi città metropolitana – ha concluso Foglia – significherebbe disegnare la fine della provincia di Benevento. Anche accorpare e mettere insieme dei comuni per permettere a Benevento di raggiungere i parametri dettati dalla legge è un percorso lungo e complesso, in quanto la Costituzione imporrebbe un referendum”.  

ore 12.40 Carlo Aveta (La Destra): “Premesso che non vuole essere un attacco contro la Provincia di Benevento, ma la questione del riordino riguarda l’architettura dello Stato. Province e Comunità Montane sono carrozzoni politici ed enti doppioni che andrebbero eliminati tutti. Non firmerò l’odg presentato da Del Basso De Caro. 

Fino ad ora gli interventi ascoltati dai rappresentanti del Pdl, Pd e Udc sono pieni di demagogia in quanto i loro parlamentari hanno votato la legge e invece i consiglieri regionali chiedono ora di alzare le barricate. La città di Napoli si è sempre dimenticata di Benevento, se non quando si doveva fare la discarica di sant’Arcangelo Trimonte. A questo punto auspico che a Benevento prendano in considerazione la proposta di unirsi al Molise e creare il Molisannio dando avvio ad un nuovo corso della loro storia”.  

ore 12.30 Rosa D’Amelio (Pd): “Sarebbe un errore sopprimere la Provincia di Benevento. Le aree interne sono una ricchezza da valorizzare. Bisogna lavorare in previsione di 4 province e 1 città metropolitana garantendo sia la Provincia di Benevento che quella di Avellino”. 

ore 12.20 Il consigliere regionale sannita del Partito Democratico Umberto del Basso De Caro: “Lo Stato intende con questa legge sopprimere i servizi ai cittadini e diminuire la propria presenza nei territori che ha deciso di sopprimere. Bisogna impugnare la 135 alla Consulta perché ci sono evidenti violazioni degli articoli 3, 5 e 133 della Costituzione”. “Principio di solidarietà come abbiamo fatto noi beneventani con Caserta nel Dopoguerra. Riammagliare il territorio in maniera omogenea ed intelligente”. 

ore 12.05 Breve l’intervento del consigliere regionale sannita Luca Colasanto: “Se la soluzione è l’accorpamento, allora questo creerà solo problemi. Noi abbiamo la necessità di salvaguardare la nostra storia, cultura e identità. Per Napoli è stato fatto tanto: voglio solo ricordare l’emergenza rifiuti per la quale Benevento e Avellino hanno dato molto e sofferto. Forse sul piano numerico noi beneventani valiamo poco, ma dal punto di vista culturale non abbiamo prezzo”. 

ore 11.50 Il consigliere regionale sannita Sandra Lonardo ha rimarcato l’assenza del presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro. “Nonostante la presenza del vicepresidente De Mita – ha detto la Lonardo – Caldoro doveva essere qui perché la discussione riguarda tutto il territorio campano”. 

L’ex presidente del consiglio regionale ha anche polemizzato sull’assenza dei consiglieri regionali. “Ce ne sono pochi – ha proseguito -. Questo deve far riflettere sulla solidarietà che c’è in particolar modo verso le aree interne. Quando si tratta di parlare di Napoli sono tutti presenti; sulle aree interne si registrano sempre assenze”.

In merito all’odg sul riordino, ha poi spiegato: “Per riordinare le province serve la modifica della Costituzione. L’accorpamento è solo un espediente furbo e inconcludente che porterebbe comunque alla cancellazione della Provincia. La scelta del Governo Monti è un’operazione miope: se le Province sono enti parassitari, allora si abbia il coraggio di sopprimerle tutte”. 

ore 11.30 L’assessore regionale alle Autonomie Locali, Pasquale Sommese: “Come Regione Campania non procederemo mai a nessuna proposta che possa escludere la Provincia di Benevento”.

ore 11.25 Ha concluso il suo saluto il presidente della Provincia sannita Aniello Cimitile. Il numero uno della Rocca ha ricordato che ieri il consiglio provinciale su è riunito per chiedere all’assise regionale di mettere all’odg e approvare la proposta di riordino territoriale della Regione Campania con l’organizzazione in 4 province e una città metropolitana. “E’ un assetto – ha detto Cimitile – che si può realizzare nei tempi previsti dalla legge. E’ nel dna della regione, in quanto si possono mettere insieme 5 entità territoriali, seppur diverse, in un unico territorio. Questa è l’unica proposta logica e conforme per tutti i territori campani”. 

ore 11.08 – Il presidente del consiglio regionale Paolo Romano ai microfoni di Ntr24.tv: “Siamo qui per dare un segnale forte alla cittadinanza. Saranno raccolte tutte le istanze del territorio e poi verranno portate all’attenzione del presidente Caldoro che farà poi valere la voce dell’intero territorio campano davanti al governo nazionale”. E sulla possibilità di organizzare nuovi consigli regionali nelle altre province, aggiunge: “Ce lo stanno chiedendo in tanti. E’ un idea che a me piace perché è importante che la politica esca dai palazzi e incontri i territori”. 

ore 11.07 – Continuano ad arrivare vari rappresentanti istituzionali da tutta la Provincia e dal mondo dell’associazionismo sannita. Sono presenti anche vari assessori provinciali e i presidenti delle comunità montane. E’ appena arrivato anche Corrado Gabriele, ex assessore regionale al Lavoro. 

ore 11.05 – Il consigliere regionale Umberto Del Basso De Caro ai microfoni di Ntr24.tv: “Difenderò le ragioni del territorio e del Sannio. Ci sono tutte le condizioni di legge affinché si parli di riordino non solo territoriale ma anche di funzioni degli enti. Mi aspetto che, a conclusione del consiglio, si arrivi ad un odg unitario e ci sia una decisione condivisa sul concetto di riordino del territorio”. 

ore 10.50 – Imponente il servizio d’ordine in occasione dell’evento: due camionette della polizia presidiano la zona, oltre alla presenza della polizia municipale che sorveglia l’accesso di via Pacevecchia. 

Intanto davanti a Villa dei Papi, sede dell’incontro, stanno manifestando una quarantina di ex interinali dell’Asia (da oltre un anno senza lavoro), i lavoratori dell’ex Polo Tessile di Airola e alcuni rappresentanti del servizio antincendio boschivo, voluto dalla Provincia per otto anni e fermo dal settembre dell’anno scorso. I lavoratori espongono un cartello che recita: Un grazie di cuore all’amministrazione Cimitile che ha abbandonato 34 famiglie con figli”. 

I rappresentanti hanno avuto anche un breve colloquio con il consigliere regionale Sandra Lonardo, giunta sul posto per il consiglio, e hanno chiesto di lavorare almeno 51 giornate per poter ottenere un sussidio.

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