CRONACA
Benzina o cara: Benevento fa il ‘pieno’
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La prova ‘provata’ dopo un giro, da vagabondo col naso all’insù per carpire qualche curiosità. Uno, due, tre pompe di benzina. Un primo pomeriggio invernale tiepido e consolante, nessun particolare disagio: per forza, è già finito il gasolio. “Non lo sapete: – ripete qualche addetto -, è cominciato lo sciopero”. E non è vero, ovviamente. E’ scoppiata la classica isteria collettiva, anche a Benevento coi blocchi alle porte d’accesso autostradali, come nel resto del Paese. Quelle zone strette nella morsa dei Forconi in movimento grazie ai Tir fermi.
Più avanti, invece, quando l’eco massmediologica rimbomba in maniera sempre più cupa, l’assalto è tale di nome e fatto. A quei pochi impianti dove ancora è possibile succhiare rimasugli d’ottani. Nei supermercati, perché dopo il carburante per le gomme viene quello per gli stomaci, sembra solo in apparenza tutto tranquillo. Ma l’incertezza giocherà a favore delle razzie, come accaduto nelle crisi passate.
E’ nel caos che prospera l’irragionevolezza. Ed il mancato rispetto delle regole democratiche -perché, per quanto se ne dica, l’Italia è tornata ad essere una democrazia -, che si risolve appunto nel mettere in crisi un sistema all’improvviso, inasprisce gli animi e lascia davvero sullo sfondo le ragioni alla base delle richieste, nonostante inutili distinguo (“è giusto protestare, ma bloccare così…”). Queste modalità ‘cilene’ sono da rigettare, soprattutto perché precedute, negli anni passati, dal silenzio più tombale: oggi (Monti) in realtà si pongono improvvide toppe, ma dov’erano tutti quando ieri (Berlusconi) venivano prodotti i buchi?
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