POLITICA
Abolizione delle Province: si ricomincia
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Di tutti gli aspetti, non potendolo fare ora se non in misura più superficiale perché non si conoscono nel dettaglio i contenuti, se ne parlerà a lungo: la prima domenica di dicembre e la manovra correttiva delle correttive precedenti inserita in un decreto-legge (e quindi subito efficace) dal governo Monti si abbatte sugli italiani prima delle vacanze natalizie con un paio di aspetti che si riveleranno fecondi per il dibattito politico anche a Benevento e nel Sannio.
Sentiamo Monti: “Non è nostro potere abolire le province nel decreto odierno” (ed infatti verrà favorita la procedura costituzionale in tal senso), ma nel provvedimento abbiamo profondamente modificato le province: abbiamo eliminato le giunte provinciali e c’è una drastica riduzione del numero consiglieri” (In particolare, le Province vengono riportate alla funzione di organi di indirizzo e coordinamento. Vengono abolite le giunte, ridotti a 10 i consiglieri provinciali, e ridotte drasticamente le spese in funzioni già svolte da altri enti territoriali).. Ci sarà intanto di chi discutere stravolgendo il programma dell’assemblea Nazionale delle Provincia Italiane che si apre il 5 dicembre (per concludersi il giorno dopo) al Centro Congressi Roma Eventi, un evento il cui titolo è “Le Province, storie d’Italia”, “due giorni di lavoro – si legge sul sito dell’Unione Province d’Italia – per raccontare quanto le Province siano concretamente una parte della storia presente, e quindi anche futura, del Paese perché istituzioni moderne, aperte all’innovazione, pronte al cambiamento proprio perché fortemente legate ai territori e attente ai bisogni delle comunità”. Un futuro che potrebbe dunque non essere scritto… Il dibattito è già aperto: “”Il provvedimento, nei termini in cui lo ha illustrato il Presidente Monti, è palesemente anticostituzionale”, ha subito replicato all’esordio della conferenza stampa serale il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, che si è appellato al Presidente della Repubblica, “perché vigili attentamente”.
I costi della politica, una qual certa riduzione, passa dunque anche per questo aspetto che è stato oggetto della sollevazione istituzionale sannita non più tardi di qualche mese fa, quando fu il governo Berlusconi a paventare questa idea per lenire le ire di un popolo ‘nervoso’ per i benefici della ‘casta’. Soluzione tornata nei ranghi della confusione generalizzata alla base delle progressive manovre economiche con le quali il governo Berlusconi, appunto, ha cercato di tirarsi fuori dalle secche in cui si era infilato (lui, cioè quel governo che è il vero artefice della manovra Monti, ed il popolo italiano, che nelle secche ci è rimasto). Prima che Cimitile torni a citare Garibaldi e la resistenza del Sannio, aspettiamo i dettagli: certo, stavolta è più dura da mandar giù, visto che sulla carta questo governo non è palesemente ‘nemico’.
Una ultima traccia. Tasse e tagli non mancheranno in via diretta: a Regioni, Province e Comuni. Ci saranno compensazioni ma, quanto ai Comuni, maggiori entrate derivanti dalla reintroduzione dell’Ici attraverso la nuova Imposta Municipale Unica, con un’aliquota dello 0,4% per la prima casa e dello 0.76% per gli altri immobili, con un sistema variato dei ‘moltiplicatori’ dell’imposta che determineranno un aumento davvero significativo per il contribuente.