Autocelebrazioni, opposizioni, vigili: l’estate del Comune

Il sindaco di Benevento ed i suoi corifei, con un’ultima conferenza stampa preferragostana, hanno deciso di andare in vacanza lanciando un messaggio di ovvia soddisfazione: a sé stessi, prima ancora che all’opinione pubblica.

“Quanto siamo belli e bravi” è, era, un refrain prevedibile. Il carico autocelebrativo è addirittura cresciuto con la presenza di ‘ospiti’ intervvenuti (non essendo prima previsti) a mettere il cappello: sulla conferenza stampa, sull’indipendenza della sindacatura stessa…

L’onorevole Costantino Boffa, ben lontano dall’uomo di potere che era in Regione Campania, suona sempre la stessa canzone: tra banda larga, crisi del polo tessile, panacea ferroviaria tra due dorsali peninsulari, da anni si dibatte nelle paludi parlamentari di risultati, tangibili perché reali, ancora ben lungi da venire. Il consigliere regionale Umberto Del Basso De Caro paradossalmente poteva anche tacere, perché fra i vari presenti è davvero riuscito a resuscitare la sua figura politica dal disastro di un socialismo (craxiano) fra le pagine più buie della Repubblica e della storia del socialismo stesso, divenendo l’uomo davvero forte – e quindi di potere – di un partito debole in personalità nel Sannio. Ma la grana della stoffa politica è risaputa.

Questo momento onanistico del monologo con la stampa prescinde da un paio di piccoli fatti del giorno: due interventi dell’opposizione (Sud e TèL), uno delle parti sociali (i sindacati sulla vicenda dei vigili urbani) che mettono alla sbarra da un lato l’aspetto ideologico e dall’altro quello pratico del governo cittadino.
E’ pur vero che le attuali opposizioni quando indossavano le vesti maggioritarie hanno mantenuto ugualmente atteggiamenti scostanti, per non dire arroganti, ma non si può comunque tacere che l’istanza di urgenza democratica delle loro parole, espressa in toni differenti ma sostanzialmente identici nella sostanza, sia reale. L’attuale maggioranza consiliare, insomma, si sta sfibrando nel disconoscere senza argomentazioni concrete il valore dell’opposizione e delle modalità di fare opposizione, il cui mestiere con tutta evidenza è anche quello di non essere d’accordo con le decisioni assunte e di far valere le sue tesi anche facendo ricorso a quelli che, solo in apparenza, appaiono mezzi estremi (si pensi al ricorso su un Puc sconosciuto al suo assessore di riferimento ed all’opinione pubblica).

Le parole vergate in due note stampa da De Nigris (Sud) ed Orlando (TèL) suonano come un immeritato paradosso per l’elettorato del centrosinistra beneventano, essendo – le stesse – perfettamente aderenti alla deludente china nazionale targata Berlusconi: e davvero, il paragone lo lasciamo giudicare a chi lo subisce…
I vigili, infine. In una vertenza il confronto anche aspro fra le parti è anche sale della possibile mediazione, ma qui si assiste ad una evidente sottovalutazione di un problema concreto. Alla carenza d’organico del corpo si è data risposta con un concorso pubblico per numero 2 (due!) posti; alle rimostranze contro la rimodulazione dei turni di servizio sfociate in un’assemblea sindacale che ha visto comunque la partecipazione di un nutrito numero di lavoratori non è intervenuto (e non c’era bisogno che fosse invitato) alcun membro dell’esecutivo cittadino. In particolare qualcuno degli assessori coinvolti nella vicenda, lontano dal comprendere la necessità di coniugare il valore politico di indirizzo del ruolo con quello eminentemente operativo che sfugge alle sue competenze. Tutti maestri, insomma. E nessuno che impari nulla.