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CULTURA

‘Il Sannio Film Fest’ sta morendo

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“Nessuna speranza per tenere in vita il Festival Internazionale del Cinema in costume, soffocato dai forti indebitamenti”. Lo ha dichiarato, in un comunicato ufficiale, l’ideatore, nonchè direttore artistico del “Sannio Film Fest”, il quale con amarezza e profondo sconforto spiega le motivazioni che rischiano di far scomparire la kermesse: “Negli ultimi tre anni sono stati accumulati oltre 400 mila euro di contributi deliberati ma mai erogati dagli enti preposti. E le banche chiedono ora agli organizzatori l’immediato rientro.
Come il Festival del cinema di Giffoni anche il piccolo grande Festival del Sannio annuncia l’incredibile ed inaspettato fallimento. Rischia fortemente di scomparire infatti uno degli eventi che in assoluto, in 15 anni di attività, ha dato tanto per il rilancio del territorio beneventano e dell’intera regione”.
Forti indebitamenti nei confronti delle banche, promessi finanziamenti pubblici, divenuti contributi fantasma sarebbero quindi le cause che metterebbero la parola fine alla storia del Sannio FilmFest, fatta di tanti successi, ospiti internazionali, indimenticabili mostre e notti magiche di capitelli d’oro.
“Il Sannio FilmFest muore – tuona il direttore artistico, Truocchio – ucciso dalle stesse mani di chi l’ha fortemente voluto e appoggiato in queste ultime edizioni, da quegli enti pubblici che lo hanno sostenuto ed incoraggiato nella crescita, assicurandone, almeno sulla carta, prosperità e longevità.
Negli ultimi tre anni, i più delicati ed importanti del festival, gli Enti finanziatori, attraverso giunte e commissioni, hanno deliberato positivamente sulla crescita ed il consolidamento della manifestazione, assegnando cospicui contributi, quasi mai però erogati, mettendo cosi in forte crisi sia l’organizzazione che tutti i collaboratori.
La situazione oramai si è incancrenita ma chi ne sta pagando le conseguenze siamo solo noi organizzatori, abbandonati al nostro assurdo destino.
E’ vergognoso quanto tempo si debba attendere, elemosinando alle porte delle istituzioni, ciò che ci spetta da anni e che ci è stato assegnato per produrre un evento che nobilita e promuove in primis gli stessi patrocinatori.
Rasenta poi il ridicolo – aggiunge – scoprire che un gruppo musicale così prestigioso come quello degli Avion Travel debba tutt’oggi, a distanza di sei mesi dalla partecipazione alla serata di premiazione dei Capitelli d’Oro, inseguire tra gli uffici degli enti preposti ai pagamenti, il rimborso spese dovuto. Neanche alle sagre paesane avvengono più queste incresciose figure.
Per non parlare poi dei debiti contratti dall’organizzazione negli ultimi tre anni su tutti i servizi del festival, come grafica, tipografia e serigrafia, noleggio copie, allestimenti, ospitalità, service audio e luci ecc.
Ed infine l’attentato al Sannio FilmFest, con il violento incendio doloso della sede di qualche mese fa, fotografa senza troppi giri di parole il livello di tensione giunto a causa di tali indebitamenti”.
Ovviamente la Regione Campania è l’Ente che maggiormente grava sulla manifestazione con i suoi 300mila euro di debiti accumulati in tre edizioni: emergenza rifiuti, patto di stabilità e valzer di poltrone, ancora di più hanno allungato i tempi di pagamento, affossando così i festival, le associazioni e gli eventi culturali.
Ma ciò che imbarazza di più sono i contratti del 2008 dell’agenzia dei beni culturali Art Sannio deliberati e firmati, ma mai erogati, per un ammontare di circa 50.000 euro; oppure i 60.000 euro della Provincia di Benevento o i 15 mila euro della Camera di Commercio, dei quali da anni si sono perse ormai le tracce e le speranze di rientro.
Un’ultima amara considerazione – conclude Truocchio – mi viene pensando al fallimento di un sogno, così vicino alla realtà: il sogno di un Festival che ha creato indotto, portando turismo, cultura, ricchezza e benessere alla sua città natale, sant’agata dei goti e a tutto il Sannio.
Un festival, infine, dove decine di giovani hanno trovato formazione ed occupazione stagionale, ma delusi e scoraggiati dalle false promesse delle istituzioni locali, hanno voltato le spalle al festival e alla loro terra, scegliendo altrove i luoghi ideali per la loro crescita professionale.”

 

 

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